giovedì 3 gennaio 2013

LE GUERRE PERSIANE


LA PRIMA FASE: PREMESSE (499 a.C. - 490 a.C.)

     Le guerre persiane, che impegnarono per lunghi anni la Grecia in una scontro che possiamo a buon diritto definire titanico contro la superpotenza dell'impero persiano, si scatenarono per una serie concomitante di motivi. Una buona panoramica è fornita a questo proposito da Erodoto nelle prime pagine delle sue Storie, in cui lo storico di Alicarnasso premette anche una possibile spiegazione dello scontro in chiave tutta mitologica, come degna conclusione di una serie continua di rapimenti per vendetta di eroine perpetrati da Grecia ed Asia. Per attenerci alle cause indicate dalla maggior parte degli storici, dobbiamo citare innanzitutto la ripugnanza dei Greci per la signoria assoluta dei Persiani, la fame di terra dei Persiani, che erano in continua espansione, inoltre la lotta per la supremazia sul mare per il controlla dei traffici marittimi ed infine le ripercussioni economiche dell'arrivo dei Persiani in Asia Minore, dove già da tempo i coloni greci si erano insediati con profitto, fondando numerose e prospere città.
     Nel 546 a.C. Ciro, sovrano dei Persiani, vince Creso, il re della Lidia e tutte le colonie greche d'Asia (Minore) passano sotto il diretto controllo dei Persiani. L'episodio di Creso viene narrato magistralmente da Erodoto nel suo primo libro delle Storie e ne costituisce sicuramente alcune delle pagine più belle e più godibili. Il controllo persiano si fece immediatamente molto rigido e l'economia venne spostata decisamente verso oriente, cioè verso il cuore dell'impero; tutte le colonie greche vennero inoltre sottoposte ad un durissimo trattamento. Per questi motivi, nel 499 a.C. la città di Mileto, colonia ionica dell'Asia Minore, capitanata da Aristagora, decise di insorgere contro il governo persiano e chiese aiuto - consapevole che altrimenti sarebbe facilmente stata schiacciata dallo strapotere dei Persiani - alle città della Grecia. Sparta si rifiutò di portare aiuti, mentre Atene ed Eretria (capoluogo dell'isola di Eubea) nel 498 inviarono soccorsi e riuscirono a dare alle fiamme Sardi, città persiana. Tuttavia, ben presto i Persiani riuscirono ad avere la meglio sulle esigue truppe greche, che vennero vinte a Lade. Nel 494 a.C. Mileto, colpevole di essersi ribellata, catturata, venne rasa completamente al suolo. 
    Dario, successore di Ciro alla guida dell'impero, volle estendere i suoi domini all'Europa ed iniziò la sua opera di espansione sottomettendo le regioni della Tracia e della Macedonia e gli insediamenti greci sulle sponde del Mar Nero. Nel 490 un esercito guidato dai generali Dati ed Artaferne, accompagnati dal greco Ippia, sbarca ad Eretria, ne deporta l'intera popolazione e la rade al suolo; successivamente l'esercito punta su Maratona e vi sbarca. Tuttavia l'intera forza da sbarco persiana, composta da ben 6000 uomini, venne annientata in un'epica battaglia descritta nuovamente da Erodoto, in cui spicca il celeberrimo episodio di Fidippide che - per portare l'annuncio della vittoria fino ad Atene - percorse i circa 42 Km che separavano le due città correndo, morendo dopo aver riferito la notizia. L'esercito persiano, tuttavia, non si dette per vinto e, dopo essersi riorganizzato, si diresse su Atene via mare, ma il comandante vittorioso di Maratona, Milziade, aveva già fatto schierare l'esercito davanti alla città prima del loro arrivo. I Persiani, a questo punto, abbandonarono la lotta e fecero ritorno in patria. 

La seconda fase: da Maratona a Salamina


   Dopo la caduta in disgrazia di Milziade, ad Atene si afferma la figura politica di Temistocle: il suo principale obiettivo strategico consisteva nel rafforzamento della potenza della città sul mare; quest'ultimo avrebbe costituito un impareggiabile vantaggio come via per l'espansione commerciale ed eventualmente come via di salvezza. Nel 483 a.C. Temistocle fece costruire a questo scopo 100 triremi: i marinai, che appartenevano alla classe dei Teti, acquistarono una notevole importanza. 

    Il successore di Dario, suo figlio Serse, nel 480 a.C. organizza una seconda spedizione contro la Grecia per vendicare l'insuccesso del padre dieci anni prima, e questa volta si mosse alla guida di due eserciti, uno via terra ed un secondo via mare. Con un atto di ubris che sarebbe poi stato immortalato dall'unica tragedia di argomento storico, i Persiani di Eschilo, appunto, Serse passò agevolmente l'Ellesponto con un ponte di barche. Il mito vuole - ed è suggestivo credervi - che fece frustare dai suoi soldati le onde, che - ribollendo impetuose - si rifiutavano di cedergli agevolmente il passo. Atene, Sparta ed altre città della Grecia si allearono di fronte al nemico comune, costituendo la cosiddetta Simmachia Ellenica contro i Persiani. 
    Nell'agosto del 480 a.C. presso il passo delle Termopili 300 spartiati, assistiti da 700 soldati di Tespie e guidati dal valoroso Leonida, si opposero accanitamente al passaggio dell'esercito persiano, finchè furono traditi da Efialte, che rivelò ai nemici un sentiero che aggirava la strettoia: i greci delle Termopili caddero tutti dopo un'eroica resistenza. Successivamente, al capo Artemisio i Greci riuscirono a battere per mare i Persiani, lasciando tuttavia scoperta l'Attica che, pianeggiante, venne a trovarsi preda di facili invasioni. Per questa regione, Temistocle fece evacuare la città di Atene e trasferì l'intero esercito sulle navi. Serse diede alle fiamme la città. Nel settembre del 480 a.C. Temistocle al comando delle sue triremi affronta nella baia compresa tra Salamina e la costa le navi persiane e vince: il nemico è costretto a ritirarsi, sconfitto. Nello stesso anno, il tiranno di Siracusa Gelone sconfigge i Cartaginesi ad Imera e nel 474 a.C. suo fratello Gerone vince gli Etruschi a Cuma. Nel 479 a Platea, città della Beozia, Pausania sconfigge Mardonio e gli ultimi resti dell'esercito persiano. A Micale, sempre nel 479, le navi persiane tirate in secco vengono distrutte. 


    Al termine delle ostilità contro l'impero persiano, l'effetto più rilevante fu l'enorme crescita del prestigio per la città di Atene - che si mise particolarmente in luce nella difesa della libertà di tutta la Grecia - a scapito di Sparta, che perse il primato di miglior polis, come era stata fino ad allora. Con la vittoria sul potente nemico, la Grecia si assicurò inoltre la salvaguardia dei propri traffici marittimi e si guadagnò una certa convinzione di superiorità morale sui nemici barbari come i Persiani appena sconfitti.

Conseguenze delle Guerre Persiane

UN OSTRAKON PER TEMISTOCLE
    Nel 477 a.C., allo scopo di prevenire un'ulteriore spedizione dei Persiani alla conquista del suolo greco, venne organizzata una raccolta di contributi comuni che prese il nome di Lega di Delo, alla cui guida venne posto l'ateniese Aristide. Pausania, che ancora controllava personalmente, dopo la vittoria su Mardonio, l'Asia Minore, venne richiamato in patria perchè era ormai ritenuto troppo potente. Quando gli venne rivolta l'accusa di tradimento, egli cercò rifugio nel tempio di Atena, dove però venne rinchiuso e lasciato morire di fame. Temistocle, che era stato in ottimi rapporti con Pausania, alla morte di quest'ultimo finì in rovina. 
    Così, alla sua uscita di scena, fu Cimone, figlio di Milziade, a divenire la figura di riferimento più autorevole per la vita politica di Atene. Nel 465 a.C. Cimone guidò una spedizione vittoriosa contro la flotta persiana, che fu distrutta presso le foci dell'Eurimedonte. Tuttavia, la lealtà di Cimone verso la città di Sparta segnò la fine della sua carriera politica. Nel 464 a.C., infatti, uno spaventoso terremoto colpì Sparta e gli iloti ed i Messeni ne approfittarono per entrare in una rivolta di notevoli dimensione, cui fu posto nome di terza guerra messenica. La città di Atene, guidata da Cimone, corse in aiuto degli spartiati, nel nome dell'alleanza che aveva legato le due città solo pochi anni prima per fronteggiare la minaccia persiana. Sparta, tuttavia, rifiutò l'aiuto, poichè temeva che gli Ateniesi si potessero alleare con i ribelli di Messene. Ad Atene il rifiuto di Sparta suonò come un affronto e l'alleanza che legava le due città venne infranta. Al suo ritorno ad Atene nel 461 a.C., Cimone venne colpito da ostracismo. 
    Nel 462 a.C. il democratico Efialte tolse all'Areopago ogni potere, tranne la facoltà di giudicare i delitti di sangue. Nel 461, infine, Pericle introdusse le seguenti riforme: innanzitutto varò un'indennità giornaliera per chi svolgeva pubbliche funzioni - fino a quel momento i cittadini che si occupavano di incarichi politici dovevano mantenersi a proprie spese, sottraendo dal proprio salario lavorativo parecchie giornate, spese per ottemperare ai propri onerosi obblighi di presenza -, inoltre stabilì che anche gli zeugiti potessero accedere alla carica di arconte.





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