martedì 25 dicembre 2012

LA STORIA DEL POPOLO DEI SUMERI


Territorio ed Origini
Il primo problema che si affronta nell'analisi della civiltà sumera consiste nella sua scoperta che è avvenuta solo agli inizi del 1900. In precedenza si credeva che non esistesse una civiltà precedente a quella assira. Con pazienti scavi e costanti studi si è giunti all'accettazione di questa importantissima civiltà sia per cultura sia per religione.
La civiltà dei Sumeri colloca le proprie origini in un periodo antecedente al 3000 a.C., prendendo il posto della cultura derivante dalla cosidetta "Gente di Obeid", popolazione nomade che si era stabilita nella parte sud-orientale della Mesopotamia (la terra tra i due fiumi), presso il villaggio di El Obeid , regione ricca di acqua, ma anche di inondazioni. Oggi tale regione è caratterizzata dalla presenza dello Shatt el-Havy, un canale che unisce i due fiumi mesopotamici. La città più importante fu Eridu.
Il termine sumer (shumer in accadico) significa terra coltivata, da cui sumeri significa portatori di coltura.
Intorno al 3000 a.C. si assiste ad una migrazione del popolo sumero, proveniente dalla regione montuosa che comprende gli attuali Iran ed India, verso la regione meridionale mesopotamica caratterizzata da frequenti inondazioni dei fiumi Tigri ed Eufrate le quali formavano paludi. A questa si unisce anche un flusso migratorio proveniente dal Mar Caspio, dunque di estrazione scita.
Viene fondata la città sacra di Uruk, che prese il posto di Eridu. Si assiste dunque ad una fase in cui si passa da una tradizione nomade ad una stanziale con la fondazione di centri urbani che non sono difesi da mura.
Nel periodo che va dal 3000 al 2600 a.C. circa  la città di Uruk domina la scena politica sumera. Nascono altre città come UrLagashNippurKishEridu, LarsaUmmaIsin . Si tratta di principati che compongono la regione di Sumer.
   Mesopotamia
Il territorio in cui si stabilì la popolazione era soggetto a diverse calamità naturali, ma nonostante questo, si riuscì a piegare la forza della natura per avere un'insediamento stabile.
Le città raggiunsero un grande splendore ed un'importanza internazionale.
 
La città di Ur
Religione e Mito
I sumeri avevano una religione politeista che aveva le proprie origini sul concetto di mito.
Allorchè il regno celeste venne sulla terra, esso fiorì in Eridu.
Così recita la più antica lista reale sumerica, scritta in caratteri cuneiformi alla fine del III millennio a.C.. In questa lista sono contenuti nomi mitici di re di Eridu, Alulim Alagar che vissero rispettivamente 28.800 e 36.000 anni, cioè prima del Diluvio Universale, conosciuto anche nella tradizione sumerica. La prima città sacra fu Eridu che conobbe una grande importanza in un epoca arcaica.
Si osserva dunque che l'Antico Testamento della Bibbia e la tradizione sumerica si muovono nella stessa direzione.
Il signore della terra dei Sumeri era Enki, dio della sapienza e degli oracoli che governa i me, cioè le 100 forze divine che assicurano ad Eridu la supremazia sulle altre città sumeriche.
Enki è il signore di tutto ciò che sta sotto e, come Jahve, decide di popolare la terra di uomini. La madre di Enki è Nammu, madre primigenia, la dea che ha generato il cielo e la terra. Essa accoglie il suggerimento del figlio che per aiutare gli altri dei nel compiere il loro lavoro propone di creare l'uomo. Nammu, con l'aiuto di 8 dee, plasma l'argilla usando l'abzu, l'acqua dolce sotterranea dispensatrice di vita. Una delle dee, Ninmah, mossa dall'invidia crea esseri deformi con difetti fisici ed anomalie sessuali contro la bellezza del genere umano. Enki, in risposta a questo, crea l'umu'ul, cioè il vegliardo che simboleggia il compimento della felicità umana, in contrasto con la sofferenza di Ninmah. Inoltre offre all'uomo la possibilità di guardare al futuro: nascono così gli studiosi degli astri, del fegato di pecora (auruspici) che ritroviamo tra gli Etruschi , nonchè gli oracoli. Enki si mostra il dio più vicino agli uomini.
Enki ha il debole per le donne. Ebbe numerosi incesti (del resto come Zeus) con diverse divinità e con le loro figlie: Ninkhursanga, Nirsikil, Nintu, Damgalnunna, Ninkurra (dea della fecondità), Uttu; quest'ultima interrompe la catena degli incesti. Il luogo di questo paradiso incestuoso ha il nome di Tilmun, terra di fecondità e ricchezza, già conosciuto dalla tradizione di el Obeid e trasmessa a quella semita. Questa terra oggi sembra individuata nell'isola di Bahrein, nel Golfo Persico. Dunque la mitologia di Eridu ha le sue origini in epoca protosumera.
Nel corso del tempo Eridu lasciò il posto ad Uruk come importanza politica. Questo si deve alla dea dell'amore Inanna, che approfittando dell'ubriacatura di Enki gli tolse le cento forze divine e le portò nella sua città preferita Uruk. Ogni dio, dunque, era venerato in una specifica città ed ogni divinità veniva impiegata per fini politici.
Il pantheon sumerico era molto variegato: An, dio del cielo; Enlil, dio del vento; Uras o Ki, dea della terra, che partorirà Inanna Nintu, dee dell'amore e fecondità; Enki, dio dell'acqua, simbolo di vita e della terra. Ci sono poi Mamitu, dio della morte; Marbu, dio della tempesta,; Guanna, il toro celeste che lotterà contro Gilghamesh; Tiamat, genitrice di tutti loro, che in accadico rappresenta il nome del mare, e Abzu (Apsu in semitico-accadico), il procreatore.
Questi ultimi due sono noti nel mito di Enuma Elish, riutilizzato dai BabilonesiSi descrive la lotta tra Enlil, geloso del salvataggio dell’uomo, ed Enki. Per vendicarsi, ordina a Tiamat di generare dei mostri e comandare su tutti gli dei.
I babilonesi chiameranno in causa il loro dio Marduk che ucciderà Tiamat e fonderà Babilonia.
Enlil è anche il dio del destino, poichè è capace di porre fine ad ogni vita umana. Sarà lui a provocare il diluvio universale e se non fosse stato per Enki che avvertì il re Ziusudra (il Noè biblico) sarebbe scomparso tutto il genere umano. Si macchia di numerose colpe, come l'aver sedotto la dea Ninhil, figlia di Nammu. Per questo Enlil viene esiliato agli inferi, dove sarà accompagnato da creature infernali.
Fondamentale per i sumeri fu il mito di Gilgamesh, diretto discendente di Dumuzi, che può essere paragonato al dio-eroe greco Ercole. Si richiama ad un re sumero vissuto ad Uruk intorno al 2700 a.C., che sperimenta l'esperienza della mortalità umana e compie un viaggio verso la conoscenza perfetta. Egli ci viene tramandato come per un terzo uomo e due terzi dio. Egli sconfigge anche Enmebaragesi, re di Kish, e sarà in lotta con la sua discendenza.
Tra le sue imprese, Gilgamesh avrebbe ucciso un toro divino, inviato sulla terra dalla dea Inanna, che opprimeva il proprio popolo.   
LA BIBBIA ED I SUMERI
Attraverso documenti ed incisioni cuneiformi sono state ricostruite varie ipotesi circa diversi miti che si vengono ripresi anche nella Bibbia.
Abbiamo già accennato circa il diluvio universale che secondo la tradizione sumerica sarebbe avvenuto all'epoca del re Ziusudra (Utnapishtim per i Babilonesi), presso Nippur. Questo re, ritenuto giusto da Enki, viene avvisato dei piani diabiolici di Enlil e si salva, salvando anche tutto il genere umano. Attualmente sono state fatte scoperte in tal senso presso Ur. Ciò potrebbe confermare l'ipotesi che il diluvio universale coinciderebbe con una grande alluvione dell'Eufrate (la Mesopotamia era ricca di alluvioni). Questa avrebbe lasciato il segno nella tradizione sumera, tramandandola poi a quella semita, attraverso gli accadi .
La Torre di Babele è stata cercata per anni dagli studiosi. La storia ci dice che l'ultimo a ristrutturarla fu Alessandro Magno, per dare splendore a Babilonia. Alcuni l'hanno identificata a Samarra, altri ad Aqar Kuf, presso Bagdad, altri ancora a Birs Nimrud, vicino Babilonia. Sicuramente si trattava di una Ziqqurat costruita dopo la grande alluvione. Tra l'altro la grande alluvione segna da sparti-acque nella storia mitologica sumera, in quanto i re antecedenti al diluvio sopravvivevano almeno 10.000 anni, quelli successivi 100 anni. Questo significa che l'uomo, dopo aver conosciuto la catastrofe alluvionale, si è reso conto dei limiti del tempo e della vita.
Successivamente al diluvio troviamo la lotta tra il pastore Dumuzi ed Enkimdu, il contadino. Questo mito richiama quello di Caino e Abele, anche se nella Bibbia è antecedente al diluvio universale. I due rappresentano due classi sociali diverse in lotta tra loro. Nel mito la lotta è per la bellissima dea Inanna.Alla fine sarà Dumuzi a primeggiare, senza uccidere il rivale, anzi si accorderanno in pace. Dumuzi diventa dio dei pastori, ma Inanna discende agli inferi per essersi unita ad un uomo. Così Inanna per riscattarsi fa uccidere Dumuzi, ma, per amore, si pente e lo fa risorgere ogni sei mesi per averlo con se. Si innesca così un ciclo di morte e resurrezione nell'arco di ogni anno che i sumeri festeggiano.
In questo episodio si riscontrano tanti miti: la morte e la resurrezione, la fragilità della vita, l'amore, il pentimento, la fertilità. E' necessario ricordare che la Mesopotamia era diventata una regione fertile, dunque c'era di tutto, ma questo tutto era esposto ad ogni pericolo e poteva morire: nessuno può sentirsi al sicuro. Gli dei dunque non sono immortali, ma la loro importanza è legata al luogo dove si trovano, affinchè possano accompagnare gli uomini nella loro avventura terrena e quindi essere immortali nella loro tradizione. Il mito di Dumuzi richiama il raccolto che viene effettuato ogni metà anno e viene festeggiato dai sumeri come fonte di vita e di fertilità. Questo mito verrà ripresero dai Babilonesi con Innin e Tammuz .
Elementi fondamentali nella religione sumerica erano: una dea nuda (Inanna) ed un toro, simbolo degli eventi naturali che l'uomo non può gestire e controllare.
Si possono osservare anche dei richiami alla creazione dell'uomo ed alla cacciata dal paradiso terrestre.
Sviluppo
I Sumeri conobbero il loro maggiore sviluppo tra il 2500 ed 2350 a.C.. All'inizio di questo periodo la Mesopotamia meridionale era caratterizzata da villaggi che via via vennero fortificati, in particolare Uruk.
Antecedentemente a tale periodo in ogni villaggio, ricco per i fiorenti commerci, dominava un ensi, che spargeva terrore e soprusi sulla popolazione locale.
Nel 2500 a.C. la città di Lagash fonda un principato e domina nella regione conquistando altre città sumere. Si assiste a lotte tra le varie città che richiamano l'attenzione del vicino e bellicoso Elam. Finalmente con il re Urnanshe, la città di Lagash ottiene il sopravvento sulle altre. La lotta è dura, perchè molte città sumere vedono ridotto il loro potere economico e si ribellano.
Il re Eannatum, nipote di Urnanshe, estese il dominio di Lagash su quasi tutte le città sumere, sottomise l'Elam e sconfisse la città di Mari, situata nella Siria. Questo testimonia che i sumeri estesero il loro dominio al di là del proprio territorio. Inoltre avevano anche un dominio marittimo nel Golfo Persico.
In realtà Sumer era divisa in due principati: il primo controllato da Eannatum di Lagash ed il secondo, più a nord e separato da un fossato di confine, sottomesso alla città di Umma, governata dall'ensi Urlumma. Quest'ultimo, tuttavia, pagava un tributo a Lagash.
Con il successore di Eannatum, re Entemena, i territori a nord di Lagash, controllati dalla città di Umma, si ribellarono di nuovo. Gli Ummaiti vennero sconfitti dai "sumeri meridionali" e subirono l'aggressione dell'ensi di Zabalam, città vicina ad Umma, che si chiamava Il, il quale si proclamò nuovo re di Umma che ebbe una certa influenza anche su Lagash.
Dunque ad un'iniziale dominio di Lagash ne seguì uno ummaita. Entemena, dunque, perde il controllo ed acquistano potere anche i sommi sacerdoti di Lagash che portarono al potereLugalanda, il quale non migliorò molto la situzione economico-sociale dei sumeri, soprattutto del ceto povero: l'inflazione era molto alta.
Salì al trono Urukagina, che fu il primo re del popolo. Risanò l'economia, si avvalse di funzionari di controllo, ridimensionò la classe sacerdotale, proclamandosi anche egli sacerdote, istituì un primo codice di diritto.
Intanto, nel 2350 a.C., ad Umma era salito al potere Lugalzagesi, uomo ambizioso e poco pacifico, che segnò un nuovo periodo per Sumer. Questi unificò Sumer attraverso il sangue e le distruzioni delle diverse città del principato di Lagash. Le sue atrocità sopravvissero in futuro nelle legende sumeriche. Uccise il re Urukagina, la cui fama di pace sopravvisse nei secoli, annesse Lagash, Ur, Uruk e Kish al suo regno spargendo ovunque terrore.
Dalla sua amata capitale Uruk, che venne cinta di mura, cercò di dimostrare al popolo che il dio Enlil era dalla sua parte e regnò per 25 anni dall'Elam alla Siria, attirando su di se tutto il malcontento degli ensi di Sumer.
Di tale situazione approfitto un principe di origine semita: Sargon , il quale fondò una dinastia che regnò dal 2350 al 2150 a.C..
Raccogliendo il consenso dei vari ensi sumeri e disponendo di un esercito mobile e di una cavalleria (più manovrabile dei carri e delle falangi sumere) annientò i sumeri. Questo scontro rappresentò una lotta tra due mondi: quello nomade semita, più giovane, assetato di ricchezze, più equipaggiato militarmente; quello sumero, più civile, meno dedito alla guerra, più stanziale.
 Maschera di Sargon
Sargon fece prigioniero Lugalzagesi e lo espose alla gogna per dimostrare al popolo sumero che gli dei erano dalla sua parte. Fu un ottimo re: mantenne religione ed amministrazione locali e non si impose con la violenza. La lingua ufficiale del suo regno fu il sumero, anche se veniva parlato l'accadico. Il suo regno fu il primo vero e proprio impero: Elam. Mesopotamia, Siria, Fenicia, Parte dell'Anatolia e dell'Arabia (odierno Oman).
Fondò la capitale ad Accad, tra i due fiumi mesopotamici: dunque ricca di commerci e di fasto. Nacque così la civiltà accadica che regnò per 200 anni. Sargon fu al potere per 56 anni. Dopo di lui vennero al potere altri re che non seppero mantenere l'unità del paese (Rimush, Manishtusu, Naramsin, Sharkalisharri). Alcuni si chiamarono "Signore dei quattro regni", come Sargon, altri più semplicemente re di Accad, mostrando un diverso grado di umiltà, ma non seppero tenere il paese unito per le rivolte dei vari ensi sumeri.
Dal 2150 a.C. al 2050 a.C. Sumer subì l'invasione dei Gutei, popolazione barbara di origine armena, che depredarono tutte le città e mieterono vittime. I sargonidi non seppero resistere all'invasione e persero il loro regno: Accad venne distrutta.
Vi furono alcuni ensi che collaborarono con i Gutei, altri, come quello di Uruk, che vi resistettero.
La rivolta sumera partì proprio da Uruk con il re Gudea, noto nella leggenda come Utukhengal, che dopo 100 anni di lotta respinse la popolazione barbarica, governata dal re Tirigan.
Egli regnò in pace un paese già dilaniato dalle numerose guerre.
           
Per i successivi 100 anni regnò la dinasti di Ur: Urnammu, Shulgi, Amarsuena, Shusin, Ibbisin.
Il primo fu un generale che prese il potere e portò il potere politico presso Ur.
 Stendardo di Ur
Governò in pace ed estese il potere di Sumer, proclamandosi re di Sumer e Accad, indicando che il potere politico si stava spostando verso il centro della Mesopotamia. Egli entrò nel mito come Gilgamesh   attraverso il racconto del Viaggio di Urnammu agli inferi, nel quale anche lui ha ricercato l'immortalità. La sua importanza sta nel fatto di aver introdotto la dominazione della città di Ur, che lasciò le sue impronte nella Bibbia come patria di Abramo.
In questo periodo, detto urrita, i sumeri dominavano sull'intera mesopotamia e su parte dell'Elam. Il re Shulgi riportò il benessere nel paese e risanò l'economia. Fece erigere una muraglia di 63 km per evitare l'invasione degli amorriti, popolazione nomade semita. Tuttavia gli amorriti invasero Sumer, ma vennero respinti.
I sumeri si indebolirono e vennero conquistati dagli Elamiti. siamo nel 1950 a.C. e scompare l'autonomia sumera. Risorgerà nel mito, nella cultura, nelle scienze, nel diritto grazie adHammurabi che segnò l'inizio della dinastia Babilonese e riscattò i sumeri dal giogo elamita.
   Stele di Hammurabi



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