domenica 6 gennaio 2013

CHE COSA SONO LE COMETE


02/01/2013 - ASTRONOMIA LA STAMPA

Che cosa sono le comete?

A CURA DI ANTONIO LO CAMPO
TORINO
Il 2013 passerà alla storia come l’anno delle due super-comete. Quali sono le loro caratteristiche?  
La prima si chiama Pan-Starrs e dovrebbe brillare nella prossima primavera come una stella di prima grandezza. La seconda, attesa per novembre, è Ison e in base alle previsioni supererà la luminosità della Luna piena. Il suo spettacolo si annuncia memorabile e sarà il il migliore degli ultimi 100 anni: questa cometa, secondo le previsioni, sarà visibile al tramonto da novembre fino al gennaio 2014 e potrebbe diventare visibile in pieno giorno. Il condizionale è d’obbligo quando si parla di comete, perché - come spesso è accaduto in passato - le previsioni non possono determinare con certezza il grado di luminosità. 

Da cosa dipende la luminosità di una cometa?  
Da vari fattori, alcuni noti e altri che, invece, si possono conoscere solo a posteriori, cioè quando ormai le previsioni diventano inutili, perché superate dall’osservazione diretta dell’astro.  

Da cosa sono formate e da dove arrivano le comete?  
Un grande astronomo del passato, Fred Wipple, le definì come «palle di neve sporca». Si tratta di «avanzi» ben conservati di quella materia da cui è nato il nostro sistema solare, quasi 5 miliardi di anni fa. Sono formate da un nucleo ghiacciato di varie forme e del diametro di pochi chilometri, dalla «chioma» che lo avvolge (si tratta di gas che gli evaporano attorno) e dalla coda, che scaturisce dall’evaporazione del ghiaccio a causa del calore del Sole. Le comete sono tante, probabilmente miliardi: alcune fanno parte del nostro sistema planetario e si rendono periodicamente visibili (come la cometa di Halley, osservabile ogni 76 anni), mentre altre ruotano attorno al Sole a grandi distanze e molto lentamente. Di tanto in tanto sono perturbate dal passaggio di una stella e alcune finiscono con il cambiare rotta, avvicinandosi al Sole, cioè all’interno delle orbite dei pianeti del Sistema solare. E da qui, essendo composte di gas congelati, polvere e ghiaia fine, cominciano a scaldarsi, mentre il gas e le polveri più sottili vengono sospinti lontano dall’intensa radiazione solare e dal poco di gas che il Sole soffia lontano da sé, cioè il «vento solare».  

Le comete possono rappresentare un pericolo?  
E’ possibile, ma è molto raro, che una cometa possa avvicinarsi al punto tale da impattare sul nostro pianeta. Certo, se il nucleo cometario è molto grande, può passare attraverso l’atmosfera terrestre, cadendo e provocando danni, esattamente come potrebbe fare un asteroide. Il caso più celebre è quello di Tunguska del 1908, quando, secondo molti scienziati, proprio l’impatto di una cometa nella Siberia Centrale rase al suolo 60 milioni di alberi su 2100 chilometri quadrati.  

Le famose stelle cadenti hanno a che fare con le comete?  
Le celebri Perseidi, note popolarmente come «lacrime di San Lorenzo», non sono altro che particelle cometarie, vale a dire di una «coda» che incrocia l’orbita della Terra ogni anno, negli stessi giorni di agosto, con picchi tra l’11 e il 12. Spesso, quando vediamo «scie meteoritiche» , la causa è proprio quella di qualche cometa che rilascia le sue particelle: queste cadono con effetto spettacolare nell’atmosfera terrestre. 

Le comete sono state considerate portatrici di eventi nefasti? Da dove nasce la leggenda?  
Poiché costituiscono eventi spettacolari, che sconvolgono il cielo, gli antichi le consideravano portatrici di sventure. Basta pensare al passaggio della Halley del 1910: si disse che la sua coda di gas avrebbe incrociato il nostro pianeta e in molte città andavano a ruba le bombole d’ossigeno, poiché si pensava che i suoi gas fossero tossici. In realtà, le comete sono riserve di preziose materie prime. Secondo l’astrofisico francese Jean Pierre Luminet, il nucleo della cometa di Halley contiene una quantità di idrocarburi equivalente a mille anni di consumo di petrolio. 

E’ vero che potrebbero essere state le comete a portare la vita sulla Terra?  
E’ una teoria accreditata ed è nota come «panspermìa»: le comete, come è stato provato da alcune sonde, conservano nel loro nucleo ghiacciato molecole complesse, del tutto simili a quelle che porterebbero allo sviluppo di forme di vita. La sonda «Stardust» ha recuperato campioni dalla cometa Wild 2, tra i quali lunghe molecole, precursori di quelle organiche. 

Quante sonde le hanno visitate da vicino?  
La prima è stata la sonda dell’Esa, «Giotto», che avvicinò il nucleo di Halley. Poi è stata la volta delle americane «Stardust» e «Deep Impact» e ora è in viaggio verso la Churijumov-Gerasimenko la sonda «Rosetta»: la raggiungerà nel 2014, rilasciando una struttura d’atterraggio che si «ancorerà» al nucleo. 

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