lunedì 2 giugno 2014

LA REPUBBLICA MARINARA DI AMALFI

Amalfi, la prima repubblica marinara a raggiungere un'importanza di primo piano, acquisì l'indipendenza de facto dal Ducato di Napoli nell'839: quell'anno infatti il principe di Benevento Sicardo, durante una guerra contro i bizantini, espugnò la città e ne deportò la popolazione: quando egli morì in una congiura di palazzo gli amalfitani si ribellarono, scacciarono il presidio longobardo e diedero vita alla libera repubblica di Amalfi[62].
Gli amalfitani si ressero con un ordinamento repubblicano retto da comites, a cui erano preposti ipraefecturii, fino al 945, quando Mastalo II assunse il potere e si proclamò duca[63].
Già dalla fine del IX secolo il ducato sviluppò intensi scambi con l'Impero bizantino e con l'Egitto. I mercanti amalfitani sottrassero agli Arabi il monopolio dei commerci mediterranei e fondarono nel X secolo basi mercantili nell'Italia meridionale, in Africa Settentrionale ed in Medio Oriente. Nell'XI secolo Amalfi raggiunse l'apice della sua potenza marittima ed aveva fondachi a CostantinopoliLaodiceaBeirutGiaffaTripoli di SiriaCiproAlessandriaTolemaide e addirittura a Baghdad e in India[64]
I suoi confini terrestri si estendevano dal fiume Sarno a Vietri, mentre a occidente confinava col Ducato di Sorrento; possedeva inoltre Capri[65], donata dai bizantini come ricompensa per aver sconfitto i saraceni a San Salvatore nell'872[66]. Inoltre, per soli tre anni (dall'831 all'833), i duchi di Amalfi Mansone I e Giovanni I ebbero anche il controllo del Principato di Salerno, comprendente l'intera Lucania[67].
La flotta amalfitana contribuì a liberare il Tirreno dai pirati saraceni, sconfiggendoli a Licosa (846), a Ostia(849) e sul Garigliano (915).
All'alba dell'anno Mille, Amalfi era «la più prospera città della Langobardia», l'unica, per grandezza, ricchezza e potenza, a poter competere con le grandi metropoli arabe: coniava una propria moneta d'oro, iltarì, che aveva corso in tutti i principali porti mediterranei; dell'epoca sono le Tavole amalfitane, un codice di diritto marittimo rimasto valido per tutto il Medioevo[64]; a Gerusalemme il nobile commerciante Mauro Pantaleone edificò l'ospedale da cui avrebbero avuto origine i Cavalieri di Malta[68].
I lungimiranti duchi di Amalfi seppero salvaguardare nei secoli la propria potenza, alleandosi, a seconda delle circostanze, ora con i bizantini, ora col Papa, ora coi musulmani[69][70].
Per lungo tempo, sulla base di un'erronea lettura di un passo dell'umanista Flavio Biondo, all'amalfitano Flavio Gioia è stata attribuita l'invenzione della bussola. Nonostante la tenace tradizione originatasi, leggendo correttamente il passo di Biondo risulta che Flavio Gioia non sia mai esistito, e che la gloria degli amalfitani non fu quella di inventare la bussola, importata in realtà dalla Cina, ma di essere stati i primi a usarla e a diffonderne l'uso in Europa[64][71].
Lo stretto legame che legò la città di Amalfi all'Oriente è testimoniato anche dall'arte che fiorì nei secoli di indipendenza e in cui si fusero armonicamente influenze bizantine edarabo-normanne[72].
Verso la metà dell'XI secolo la potenza del ducato cominciò ad offuscarsi: nel 1039, anche a causa di lotte intestine, fu conquistato da Guaimario Vprincipe di Salerno, città storica nemica di Amalfi, dal cui controllo si liberò nel 1052 col duca Giovanni II[73]. Ma nel 1073 Roberto il Guiscardo, chiamato dagli stessi Amalfitani contro Salerno, conquistò il ducato. Amalfi rimase sostanzialmente autonoma, si ribellò anzi spesso ai reggenti fino al 1100, quando l'ultimo duca Marino Sebaste fu deposto dai Normanni, che lasciarono ad Amalfi solo un'autonomia amministrativa, revocata poi nel 1131 da Ruggero II di Sicilia[64]. Dopo la conquista normanna, la decadenza non fu immediata, divenendo nel frattempo scalo marittimo dello Stato normanno-svevo[64], ma il bacino commerciale amalfitano si ridusse al Mediterraneo occidentale e in modo graduale la città fu soppiantata, localmente da Napoli e Salerno, a livello mediterraneo da Pisa, Venezia e Genova.
WIKIPEDIA

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