domenica 1 giugno 2014

LA PRIMA CROCIATA

La prima crociata fu indetta il 27 novembre 1095 dal papa Urbano II, il giorno prima della fine dei lavori del Concilio di Clermont. Su sollecitazione delle Chiese cristiane d'Oriente, invitò i cristiani d'Occidente ad armarsi per liberare la Terrasanta e la città di Gerusalemme sotto il dominio dei Turchi.
Fu così che i cavalieri - dopo alcuni fallimentari tentativi, dovuti all'approssimativa organizzazione, specialmente logistica - partirono nel 1096 da varie parti d'Europa (in gran parte dalle contrade francesi e germaniche, con pochissimi apporti italiani e nessuna partecipazione iberica, delle Isole britanniche e dei paesi scandinavi), sotto la guida di un gruppo di nobili: Raimondo, duca di ProvenzaGoffredo di Buglione della Bassa Lorena, Boemondo di Taranto e Baldovino delle Fiandre, fratello di Goffredo e, nel 1099, riuscirono ad espugnare Gerusalemme e a prendere il controllo del Santo Sepolcro di Gesù, dopo aver vinto altri combattimenti e creato i primi domini di Outremer a Edessa e ad Antiochia.
Nell'XI secolo si era manifestata una serie di fenomeni positivi per l'Occidente europeo, che avevano permesso la presa di coscienza di una rinnovata forza: lo slancio demografico e la ritrovata mobilità sociale.
Inoltre le vittoriose campagne militari contro i Mori di al-Andalus in Spagna e gli Arabi e i Berberi in Sicilia e l'avvio dell'espansione nel Mediterraneo delle città marinare italiche, provenzali e catalane erano stati tutti stimoli per un'eventuale futura crociata.
Nonostante ciò, non si deve pensare a una pianificazione a tavolino della "crociata" (nome che compare peraltro solo dal XIII secolo), poiché sembra che il movimento sia nato quasi per caso, con effetti che nessuno poteva all'epoca calcolare. In accordo col concetto assai discusso di "guerra santa" (bellum iustum) nel Cristianesimo,[1] le spedizioni erano ritenute giuste, in quanto "di difesa" e rappresentarono un'originale fusione tra guerra e pellegrinaggio (i crociati avevano infatti ricevuto dal Papa gli stessi privilegi spirituali dei pellegrini). La disciplina che più da vicino fece da modello alla "crociata" fu quella stabilita da papa Alessandro II per la spedizione in Aragona contro i Mori del 1063. In quell'occasione il pontefice aveva concesso ai cristiani di portare in battaglia il vessillo di San Pietro, una bandiera con valenze di benedizione sacrale e di investitura giuridica feudale da parte del Papato. Con la vittoria e le retoriche cronache dell'epoca, arricchite di miracoli e di gesta epiche che volevano contrapporre "Vizio" e "Virtù", si iniziò a concepire la guerra agli "infedeli" come spiritualmente meritoria.
La zona di Gerusalemme era finita col diventare oggetto della lotta fra BizantiniArabi e Turchi selgiuchidi[2]. Sotto la sovranità araba non si erano verificati incidenti di sorta fra musulmani e cristiani (nasrānī in arabo), con l'eccezione costituita dalla politica persecutoria adottata dal sovrano fatimide d'Egitto al-Hakim, all'inizio del XI secolo, sebbene in tutto il mondo islamico i cristiani rimanessero nella condizione di "sudditi protetti" e assoggettati ad alcune discriminazioni.
La città di Antiochia era caduta nel 1085 grazie al vittorioso assedio dei turchi selgiuchidi. La componente selgiuchide che si sarebbe autodefinita "di Rūm", cioè "romea", "dell'area bizantina", era arrivata a insediarsi a Nicea, attuale Iznik, e parti non esigue dell'Asia minore erano state assoggettate. Di fronte a questo crescente pericolo proveniente da Oriente, l'Impero bizantino fu indotto a rivolgersi, per cercare aiuto, all'Occidente latino.
I turchi selgiuchidi avevano preso a vessare alcune carovane dei pellegrini cristiani d'oriente e d'occidente, che per secoli si erano recate senza particolari difficoltà in pellegrinaggio nei Luoghi Santi della Cristianità.
Si parlò di rapine, sequestri, uccisioni, stupri di pellegrini che iniziarono così a viaggiare sotto la scorta di piccoli gruppi armati, ma al di là di questo, era la montante potenza turca a terrorizzare il mondo cristiano che, dopo la disastrosa disfatta di Romano IV Diogene a Manzicerta, temeva che si stesse profilando un terribile cataclisma anche per la Cristianità latina e che l'Impero turco avrebbe potuto conseguire la conquista islamica dell'Europa.
L'imperatore bizantino Alessio Comneno chiese aiuto al conte di Fiandra tramite una lettera. Questa circostanza tornò a favore di Papa Urbano II, il quale, secondo il cronista Bernoldo di Costanza, avrebbe fatto riferimento all'aiuto da portare ai Cristiani d'Oriente nel concilio di Piacenza, precedente l'accorato appello finale di Clermont.
Nel 1054 la tradizionale estraneità tra la Chiesa occidentale che faceva riferimento al Papa e la Chiesa orientale che faceva riferimento al Patriarca di Costantinopoli era sfociata in uno scisma. Il fatto decisivo che aveva portato a tale scisma era stato la disputa sul "filioque", come atto finale di un lungo braccio di ferro fra i due vescovi che si contendevano il primato.
Quando Papa Urbano II indisse un pellegrinaggio armato al concilio di Clermont (1095) nessuno pronunciò la parola "crociata". Lo scopo era l'arrivo di una massa di pellegrini nei luoghi santi della Cristianità.
Nel progetto di Papa Urbano II, aiutando Alessio Comneno a ristabilire la sua autorità, sul lungo periodo, avrebbe posto le basi per una riconciliazione e riunificazione tra la Chiesa d'Occidente e quella d'Oriente nella lotta contro gli infedeli.
Il tentativo fallì sin dalla Prima crociata. Innanzitutto, la prima risposta da parte dei fedeli la si ebbe con la cosiddetta Crociata dei poveri: spedizione assolutamente improvvisata da parte di contadini provenienti soprattutto dall'Auvergne, animati da predicatori come Pietro l'eremita. A queste spedizioni fecero da preludio numerosi eccidi di israeliti, che si cercò di convertire a forza al Cristianesimo, anche se non è escluso che si intendesse in tal modo evitare la restituzioni di debiti contratti in precedenza.
Data l'impreparazione militare di questi volontari, essi, giunti in Anatolia si gettarono a corpo morto in battaglia sui turchi selgiuchidi presso Nicea e vennero sterminati.
Con la crociata detta "dei nobili", guidata fra gli altri da Goffredo di Buglione, i territori che si era promesso di restituire ad Alessio Comneno non vennero mai restituiti. Fin dal loro arrivo a Gerusalemme nel 1099, dopo aver proceduto ad un massacro dei musulmani che abitavano la città, i Crociati si ritagliarono uno stato, di cui venne eletto capo Goffredo di Buglione, probabilmente a causa del suo trascurabile rilievo rispetto a Raimondo IV di Tolosa
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