Indubbiamente il Cervello dei mammiferi è l'organo più complesso e stupefacente di tutto l'UniVerso.
Ha funzionalità che difficilmente si ritrovano in natura: è un vero e proprio miracolo. Su di esso, però, ancora poco sappiamo e, probabilmente poco sapremo ancora per molti anni. La ricerca Neurobiologica ha permesso di conoscere molto sulla sua funzionalità ed ha aperto nuove vie alla comprensione della strutturazione citoarchitettonica del complesso. ABBIAMO TRE CERVELLI: UNO in TESTA e UNO in PANCIA (addominale) ed UNO nel Cuore Questi 3 cervelli sono rispettivamente collegati con le loro terminazioni finali nei 3 strati (parti) del cervello di sopra.vedi: La teoria dei tre cervelli di Paul MacLean: cervello rettile, quello emotivo e la neocorteccia o cervello pensante + CERVELLO,come funziona + Il Cervello nella Scuola
Il Cervello (vedi Encefalo) è una specie di interfaccia fisica (organo) che permette la manifestazione della CoScienza nell’organo mente, cosi come, una radio od un televisore, permettono di manifestare le onde elettromagnetiche sottoforma di suoni ed immagini.
Principalmente e sommariamente esso è suddiviso in 2 parti detti emisferi dx e sx ed ognuno di essi è suddiviso in quattro lobi principali: La Corteccia; il Lobo frontale (*), occupa 1/3 del volume della corteccia cerebrale; quello Parietale (A); il Temporale(B); l’Occipitale (C) ed infine il Cervelletto. - vedi: Telencefalo (*) I Lobi frontali sono le strutture cerebrali che mediano le abilita' del pensiero astratto, organizzano il comportamento in sequenze logiche ed in serie temporale, inibiscono risposte automatiche inappropriate agli stimoli ambientali; essi sono l'area della neocorteccia il cui sviluppo risulta piu' recente. Sono noti alcuni test per misurare la funzionalita' del lobo frontale, fra questi citiamo:Wisconsin Card Sorting Test (Milner, 1964), il test della Torre di londra (Shallice, 1982) ed il Six Elements Test, di Shallice e Burgess (1991). (A) ll lobo parietale è compreso tra il lobo frontale, anteriormente, il lobo occipitale (con il quale si trova parzialmente in continuità), posteriormente, ed il lobo temporale, inferiormente. Esso si estende sulle facce laterale e mediale degli emisferi telencefalici, ma non su quella inferiore.(B) Il lobo temporale è situato al di sotto dei lobi frontale e parietale, dai quali è separato per mezzo della scissura laterale (di Silvio). Si estende sulla faccia laterale e su quella inferiore degli emisferi, ma non su quella mediale.(C) Il lobo occipitale costituisce l'estremità posteriore degli emisferi telencefalici, allungandosi all'indietro a costituire il polo occipitale. Si estende su tutte e tre le facce dell'emisfero (mediale, laterale ed inferiore). Il Cervello (i due Cervelli) appartiene alla dimensione dell’Energia/frequenza cristallizzata, di diversa “vibrazione”: la Materia organica che è più solida; esso è “diviso” per convenzione, in 3 parti principali ed interdipendenti: i 2 emisferi con il Cervelletto ed il Cervello di sotto, quello nell’intestino (sistema nervoso enterico ovvero EnteroEncefalo).
Ricordiamo che negli Usa, Il prof. Michael Gershon della Columbia University di NY, ha scoperto nel 1998 che il sistema nervosoenterico legato all’apparato digerente ed in particolar modo all’intestino (parola che significa dentro nella testa) costituisce un cervello a sé stante con centinaia di milioni di cellule nervose (più di quante ne abbia il midollo spinale) è autonomo ed indipendente dal cervello che abbiamo nella testa; quello enterico comunica ed interagisce con il cervello di sopra, ma agisce anche autonomamente; quindi ogni stato di stress, infiammazione alterazione della flora batterica, interferiscono ed interagiscono con il cervello di sotto, sottoponendolo a stress cronico; agire sull’intestino in modo da riportarlo nei normali valori e funzioni significa aiutare il cervello di sotto a funzionare bene e quindi a fornire vitalità al corpo intero.
In questo cervello vi “dimorano” l’inconscio e le emozioni di ognuno di noi - l'inconscio e' registrato nei geni del DNA dei neuroni delle cellule nervose del cervello di sotto (enterico- intestino).
Il Cervello nei suoi “insiemi” (i vari cervelli che soprassiedono ai sistemi: nervoso centrale, periferico, sensoriale) è il computer che l’Ente/Mente forma ed utilizza per poter esistere e quindi manifestarsi; esso è l’organo coordinatore del corpo fisico e quindi fa parte dei “sensori” che l’Ente materializza per potersi spostare nello spazio/tempo e per trarne informazioni;
Quello nella testa è suddivisibile anche in altre 3 parti:
A) quello ancestrale, detto Diencefalo, posizionato pressappoco al centro del cranio nella sua parte più interna.
B) quello detto Telencefalo.
C) quello detto Proencefalo od anteriore o corteccia cerebrale (sostanza grigia).
Il suo peso nella femmina è di circa 1.200 gr.; nel maschio raggiunge i 1.400 gr.
Il nostro istinto è legato all’EnteroEncefalo (Sistema Nervoso Enterico, nell’intestino); noi “sentiamo” per mezzo di sensori con questo Cervello di Sotto (EnteroEncefalo); tutti maschi e femmine, avvertono il pericolo con il “ventre”; le femmine si dice, ragionano con l’utero......; i maschi con il pene...., ecc.
L’EnteroEncefalo è in perenne scambio di informazioni con il Cervelletto ed il Diencefalo (Ipotalamo, Ipofisi, ecc.); tutte le informazioni passano anche e contemporaneamente ai 2 lobi cerebrali per essere analizzate, confrontate e sintetizzate, tutto ciò in perenne colloquio, con queste 2 parti del Cervello di sopra, per essere infine trasmutate e trasferite alla Corteccia cerebrale (Proencefalo) la quale provvede a fornire le immagini mentali, gli archetipi della sensazione o l’immagine vera e propria; quindi, una volta prodotta l’immagine, essa viene ad essere rielaborata, resa sempre più sintetica ma con definizioni sempre maggiori; a questo punto il tutto può essere memorizzato o rielaborato dalle varie parti della mente/organo utilizzando i vari Cervelli necessari alla soluzione dell’enigma o del problema.
Nel cervello superiore, i percorsi (sinapsi) neuronali crescono per la morte di cellule competitive, selettive; questi “sentieri” una volta definiti, rimangono. Sono comunque i Campi (CEI) centro mossi dall’Ego/IO, l’Ente con la Sua Mente, e quindi anche dai Geni del DNA, quando essi “appaiono” nel fisico ad attivare i programmi di definizione dei percorsi dei neuroni, anche per la formazione e la definizione di quelli del linguaggio; uno dei meccanismi che si attivano nel cervello per mezzo dell’interazione degli eventi è l’efflusso di Calcio nei neuroni; gli effetti di intermodulazione del Campo (CEI) PsicoEnergoBioFisico sono sinergici con la totalità dell’organismo.
Infine vi e' il cervello enterico, nel quale "vive" l'inconscio del soggetto, che colloquia con quello di sopra.
Per riassumere, quindi l’Ente/Ego/IO è la sintesi delle Considerazioni, Percezioni, Informazioni ed è lo Spirito, l’Essenza stessa dell’Essere. Egli è “AMOR”; questa parola che deriva dall’antico Fenicio ed è composta dalla parola radice: AOR (dalla quale è derivata la nostra parola ORO) e che significa “Luce” intesa come Informazione Energetica, nella quale si è introdotto il concetto della MEM (lettera M in antico Fenicio) che ha come significato: la funzione Matriciale ed il Moltiplicare.
In antico Sanscrito la parola “Amar” significa “immortalità”; quindi il vero significato della parola “Amor” è l’insieme di questi 2 significati:
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>> Il cervello è dotato di un meccanismo autopulente in grado di eliminare i rifiuti (NdR: NON quelli dei Vaccini). Lo hanno scoperto, nei topi, i ricercatori americani dell'Università di Rochester che hanno pubblicato lo studio su Science Translational Medicine. Se il processo sarà confermato negli esseri umani la ricerca aprirebbe la strada a nuove terapie nel trattamento di malattie legate all'accumulo di sostanze tossiche, come nel caso dei depositi di peptide beta-amiloide nella malattia di Alzheimer. E in effetti i ricercatori hanno dimostrato che il liquido cefalorachidiano (liquor, o liquido cerebro spinale) fa da spazzino: circola all'esterno delle vene e delle arterie portando via al suo passaggio i rifiuti prodotti dal cervello. Per analizzare il meccanismo di "pulizia cerebrale" è stata utilizzata una tecnica avanzata di diagnostica per immagini, il microscopio a due fotoni. Questo metodo ha permesso di visualizzare il reale scorrimento del liquor nel topo vivente. Il cervello invece di avere un sistema linfatico per eliminare le scorie, come gli altri organi, approfitta dunque dei vasi sanguigni come strade per arrivare in tutte le aree cerebrali, lavare il tessuto e portare via i depositi. Gli spazi attorno ai vasi funzionano da veri e propri canali per eliminale gli accumuli di beta-amiloide: il malfunzionamento del sistema di pulizia potrebbe essere un fattore favorevole allo sviluppo dell'Alzheimer. "Controllare questo meccanismo di scorrimento del fluido potrebbe aiutare a mettere a punto terapie innovative contro l'Alzheimer", ha detto Jeffrey Iliff che ha coordinato l'equipe di ricerca dell'università di Rochester. By Adnkronos Salute
Ecco come il cervello si mantiene pulito - 19, Ago. 2012
Ogni organo produce rifiuti, e il cervello non fa eccezione, ma a differenza del resto del nostro corpo non dispone di un sistema linfatico, una rete di vasi che filtrano la spazzatura. Ora, un nuovo studio sul cervello dei topi suggerisce come vengono trattati i rifiuti. La scoperta, riportata sulla rivista Science Translatiponal Medicine potrebbe suggerire possibili trattamenti per malattie come l’Alzheimer. Grazie alle nuove tecniche di imaging si è potuto scrutare all’interno del cervello di un topo vivo, e vedere i processi in atto. Il fluido cerebrospinale che scorre all’esterno dei vasi sanguigni, attraverso una rete di tubi raccoglie i rifiuti che si sono accumulati tra le cellule, e li scarica attraverso le vene principali.
Si è dimostrato che il cervello dei topi con carenza di questi canali accumula i rifiuti, tra cui la proteina amiloide, l’accumulo è legato alla malattia di Alzheimer. Gli animali ammalati eliminano il 70 per cento dei rifiuti più lentamente rispetto ai topi in possesso dei normali canali.
“Il cervello sano produce amiloide normalmente, ma in un sistema normalmente funzionante viene eliminata, affermano i ricercatori. Nel cervello di paziente con Alzheimer, si accumula e si accumula, fino a quando alla fine si formano le placche che possono ostruire il cervello”, ha detto Jeffrey J. Iliff – uno degli autori. In teoria, si potrebbe prevenire o rallentare l’accumulo migliorando il sistema di lavaggio del cervello. “La chiave è, quella di trovare un modo per ‘alzare’ il sistema”, ha detto Iliff. “Dopo decenni di incertezza sul funzionamento del fluido cerebrospinale nel cervello, stiamo finalmente facendo un pò di luce”. Questo può valere anche per altre condizioni cerebrali, come il morbo di Parkinson o ictus. Leggi abstract: A Paravascular Pathway Facilitates CSF Flow Through the Brain Parenchyma and the Clearance of Interstitial Solutes, Including Amyloid β Jeffrey J. Iliff,Erlend A. Nagelhus,and Maiken Nedergaard + al. Sci Transl Med 15 August 2012 4:147ra111. Fonte ed approfondimenti: University of Rochester Medical Center – Wired.com >>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Le dimensioni del cervello e l’intelligenza dipendono da 4 geni - 18 Apr. 2012.
Londra, (UK) – La nostra intelligenza e le dimensioni del cervello dipendono da 4 geni. Questa è la scoperta compiuta da 200 scienziati in 100 istituti diversi. Lo studio, il più grande mai effettuato sul cervello umano, ha messo in evidenza inaspettatamente che esistono dei geni che possono spiegare le differenze individuali in termini di dimensioni celebrali e di intelligenza. Questa ricerca internazionale aveva motivo di essere in quanto il suo scopo era quello di trovare l’origine genetica di alcune patologie che colpiscono il cervello. Così, esaminando i dati, gli scienziati hanno scoperto che i soggetti che presentano un cervello più grande e al tempo stesso un quoziente intellettivo maggiore, avevano anche una variante del gene che regola l’intelligenza, chiamatoHMGA2. Paul Thompson, professore di neurologia presso la David Geffen School of Medicine presso l’UCLA e membro del Laboratorio di Neuroimaging dell’Università, afferma che in questa ricerca gli scienziati hanno cercato di individuare i geni che aumentano il rischio dell’ereditarietà per una singola malattia. Hanno anche cercato i fattori che causano l’atrofia dei tessuti e la riduzione della dimensione del cervello, che è un marcatore biologico per le malattie come la schizofrenia, il disturbo bipolare, la depressione, l’Alzheimer e la demenza. Ma il risultato della ricerca è stato altro. La ricerca è partita tre anni fa. Il laboratorio di Thompson ha collaborato con i genetisti Nick Martin e Margaret Wright del Queensland Institute for Medical Research di Brisbane, Australia, e con Barbara Franke, genetista del Radboud University Nijmegen Medical Centre nei Paesi Bassi. I quattro ricercatori hanno raccolto le immagini celebrali dai laboratori di tutto il mondo, unendo le scansioni cerebrali ai dati genomici all’interno del Project Enigma (Enhancing Neuro Imaging Genetics through Meta-Analysis). Nel corso dello studio, i ricercatori hanno misurato le dimensioni del cervello e dei suoi centri di memoria attraverso migliaia di immagini appartenenti a 21.151 persone sane e contemporaneamente hanno fatto lo screening del loro DNA. Hanno così scoperto i geni che spiegano le differenze individuali di intelligenza, racchiusa nella variante del gene chiamata HMGA2. Come sappiamo, il DNA è formato da quattro basi azotate, l’adenina (A), la citosina (C), la timina (T) e la guanina (G). Le persone il cui gene HMGA2 aveva una doppia C e nessuna T, mostrava dimensione del cervello più elevate, e di conseguenza una maggiore intelligenza. By Sabrina Bachini - Tratto da: romatg24.it
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>Una nuova forma di comunicazione neuronale - Due studi indipendenti – 03 Feb. 2011
In un esperimento, soggetti sottoposti a stimolazione elettrica transcranica ai lobi temporali anteriori raggiungevano la giusta prospettiva per la soluzione di un problema complesso tre volte più spesso dei soggetti di controllo. Gli innumerevoli campi elettrici che si sovrappongono nel cervello a seguito dell'attività neuronale delle diverse aree non sarebbero un semplice epifenomeno, ma rappresenterebbero un'ulteriore forma di comunicazione neuronale. A mostrarlo è uno studio condotto da un gruppo di ricercatori del California Institute of Technology (Caltech), del Politecnico di Losanna e della Korea University diretti da Christof Koch e Henry Markram e pubblicata su Nature Neuroscience. "Finora la comunicazione fra i neuroni è stata pensata come se avvenisse in una macchina localizzata, quella della sinapsi. Il nostro lavoro suggerisce l'esistenza di un altro mezzo di comunicazione neuronale attraverso lo spazio extracellulare, indipendente dalle sinapsi", spiega Costas Anastassiou, primo firmatario dell'articolo. "Le perpetue fluttuazioni di questi campi extracellulari sono il tratto distintivo del cervello vivo e in azione di ogni organismo, e la loro assenza è indice di un profondo stato di coma, se non di morte, del cervello." In precedenza si riteneva che questi campi fossero in grado di influenzare o controllare l'attività dei neuroni solo in particolari condizioni patologiche, come le crisi epilettiche, che generano campi molto intensi. Pochi studi avevano studiato l'impatto dei campi non epilettici, molto più deboli ma molto più comuni. Nel nuovo studio i ricercatori si sono concentrati sui campi, relativamente forti e dotati di una lenta oscillazione, detti potenziali di campo locali (LFP), di circuiti neurali di poche cellule. Per misurarli hanno posizionato in cervelli di topo una serie di microelettrodi a una distanza l'uno dall'altro di appena 50 micron. "I campi di un millivolt per millimetro alterano notevolmente l'attivazione di singoli neuroni e aumentano la cosiddetta spike-field coherence, ossia il sincronismo con cui i neuroni si attivano in relazione al campo. E nel cervello di mammifero sappiamo che ci sono campi che eccedono facilmente i due o tre millivolt per millimetro", aggiunge Anastassiou. "L'aumento di questa coerenza può incrementare notevolmente la quantità di informazione trasmessa fra neuroni. Inoltre, si sa da tempo che gli schemi di attività cerebrale correlati alla memoria e alla navigazione spaziale generano forti campi e aumentano la SFC." Ciò ha conseguenze interessanti anche per la possibilità di influire sull'attività cerebrale, dato che fisica ci dice che un campo esterno imposto influirà sulla membrana neuronale, osservano i ricercatori. L'effetto dipenderà però anche dallo stato del cervello, e dal fatto che non tute le aree mostrano sempre lo stesso livello di attivazione: "Se il campo imposto avrà un'influenza dipende da quale area è interessata". Proprio in questa direzione va un'altra ricerca pubblicata su PLoS ONE, dalla quale è risultato che l'applicazione di un campo attraverso una stimolazione transcrarnica ai lobi temporali anteriori è in grado di aiutare la persona a vedere i problemi sotto una luce nuova: nell'esperimento eseguito dai ricercatori dell'Università di Sydney che hanno condotto lo studio, i soggetti sottoposti a simili campi riuscivano a raggiungere la giusta prospettiva per la soluzione di un problema complesso tre volte più spesso dei soggetti di controllo. (gg) Tratto da. lescienze.espresso.repubblica.it VIDEOGAMES - I videogiochi violenti modificano il cervello - 10 gennaio 2012 I videogames violenti producono delle modifiche nel cervello. La scoperta si deve ai ricercatori dell’Indiana University School of Medicine. Lo studio, presentato al meeting della Radiological Society of North America, dimostra che è sufficiente settimana di gioco per variare l’attivazione delle aree cognitive ed emozionali. Gli esperti, per arrivare a queste conclusioni, hanno monitorato 28 giovani maschi tra i 18 e i 29 anni.
La proteina immunitaria che regola anche le sinapsi cerebrali – 03 Mar.2011
Spesso, processi biologici diversi sono innescati da molecole identiche. Per esempio, a modellare le connessioni nervose ci pensa la stessa proteina che permette al sistema immunitario di riconoscere le molecole estranee. La scoperta, riportata su Nature Neuroscience, è frutto del lavoro di un gruppo di ricerca coordinato da Kimberley McAllister della University of California - Davis, negli Usa. Studiando il cervello di roditori nelle fasi immediatamente successive alla nascita, i ricercatori hanno localizzato delle proteine - chiamate MHC type I - sulla superficie delle cellule nervose. Si tratta di una vecchia conoscenza per i biologi, perché sono le stesse che permettono al sistema immunitario di distinguere le molecole appartenenti all'organismo da quelle "esterne", alcune volte in modo utile (come nella lotta contro i tumori o le infezioni), altre volte creando problemi (come nei casi di rigetto successivi ai trapianti di organi). Per scoprire il ruolo di queste molecole nello sviluppo cerebrale, i ricercatori hanno studiato sia il cervello di topi privi di questo tipo di proteine, sia neuroni isolati e con un numero alterato di MHC I. Hanno così scoperto che l’assenza delle proteine portava a un aumento nel numero di sinapsi, i collegamenti che permettono la propagazione dell’impulso nervoso tra i neuroni. Al contrario, una maggiore densità di MHC I “tagliava” le connessioni neuronali. “Queste molecole non controllano solo la densità sinaptica”, aggiunge McAllister, “ma anche le dinamiche di eccitazione e inibizione dei giovani neuroni, processi indispensabili per l’elaborazione delle informazioni e per garantire plasticità cerebrale”. In più, i ricercatori hanno evidenziato una sorta di controllo incrociato: se le MHC I modellano le connessioni cerebrali, l’attività neuronale regola la loro espressione. Sebbene lo studio non evidenzi alcuna relazione diretta tra proteine e disturbi nervosi, i ricercatori suggeriscono un possibile collegamento. Disordini come la schizofrenia e l’autismo, infatti, sono causati da alterazioni nelle connessioni tra neuroni. È quindi possibile che le MHC I giochino un ruolo anche nello sviluppo di queste patologie. Riferimenti: Nature Neuroscience doi:10.1038/nn.2764 Tratto da galileonet.it
Neuroni sintonizzati - Cervello si comporta come una Radio - USA 27 Set. 2010
Il cervello visto come una radio, dove gruppi di neuroni fisicamente distanti si coordinano sintonizzandosi su determinate frequenze. È questa l'immagine che emerge da uno studio della University of California (Berkeley) e pubblicato su Proceedings of the National Academy of Science (Pnas). La ricerca aggiunge nuove informazioni su come funziona il cervello di fronte a compiti complessi, come afferrare una palla in movimento. Fondamentali per la sintonizzazione coordinata sarebbero le oscillazioni dei neuroni corticali.“Uno dei principali problemi delle neuroscienze è capire il meccanismo che fa agire miliardi di neuroni diversi e indipendenti come un sistema unificato, in grado di agire e sopravvivere in un mondo complesso”, spiega Jose Carmena, docente presso il Dipartimento di Energia Elettrica e Informatica di Berkeley. “La nostra ricerca supporta l'idea che le oscillazioni neuronali abbiano un ruolo fondamentale nell'organizzare l'attività di singoli neuroni in gruppi funzionali più ampi”. Per il loro studio, i ricercatori hanno analizzato l'attività neuronale di quattro macachi, due impegnati in compiti di interfaccia cervello-macchina, due alle prese con compiti di memorizzazione. I ricercatori hanno osservato la relazione tra la l'attivazione delle cellule nervose e i ritmi corticali in varie zone del cervello. L'analisi dei dati ha dimostrato che la tempistica dei picchi neuronali è sincronizzata in diverse aree del cervello sulla base di ritmi corticali identificati da frequenze ben precise. Per esempio, la frequenza compresa tra 25 e 40 hertz sembra essere particolarmente importante per l'attivazione di neuroni anche lontani coinvolti nel controllo del movimento e nella pianificazione. Due neuroni sensibili a frequenze diverse avranno un'attività elettrica distinta, non importa quanto vicini essi siano. Viceversa, due neuroni in aree diverse del cervello ma sensibili allo stesso “richiamo” avranno pattern di attivazione simili. “E' come una comunicazione radiofonica tra diverse unità impegnate in un'emergenza”, hanno spiegato gli autori: “Ogni gruppo si sintonizza su una frequenza e ha il suo canale: così non c'è il rischio di sovrapporsi e si può comunicare anche a distanza”. Secondo i ricercatori, la scoperta potrebbe essere utile sia per migliorare le performance di interfacce uomo-computer, sia per trovare nuove strategie di intervento sulle disfunzioni di reti neuronali tramite la stimolazione elettrica. Un esempio è il trattamento dei disordini del movimento tramite la stimolazione del cervello: di solito l'azione si concentra su una singola area; i risultati fanno ipotizzare l'efficacia di stimolazioni ritmiche più leggere su aree diverse. Riferimento: doi: 10.1073/pnas.1008306107 By Giulia Belardelli - Tratto da galileonet.it>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>> La Medicina Naturale insegna che il cervello umano e' la radio ricetrasmittente biologica, piu' avanzata dell'UniVerso, con il quale e' in perenne contatto, essendo sempre immersa nel suo Campo CEU, in qualsiasi "luogo" esso si trovi di qualsiasi punto dell'UniVerso stesso. Come tutte le radio ricetrasmittenti, esso deve essere "tarato" sulle frequenze da ricevere e trasmettere; esso si tara automaticamente e definitivamente quando viene concepito e nasce-esce dall'elemento Acqua, nel quale e' stato concepito ed ha vissuto per 9 mesi, cioe' nell'elemento acqua della placenta. In quel momento, essendo stato tarato precedentemente sulla frequenza base dell'acqua (H2O), come il cervello degli animali acquatici, si ri-tara quando viene in contatto con l'elemento Aria, ecco perche' ilcordone ombelicale deve rimanere attaccato fino al completo deflusso del sangue dal cordone, per non generare un trauma al nascituro, in quanto la taratura, se lo si taglia prematuramente, come oggi stupidamente i medici ufficiali fanno, non avviene completamente come dovrebbe essere. L'elemento aria e' un composto di vapor acqueo e gas: l'aria secca al suolo è composta all'incirca per il 78% V/V di azoto, per il 21% V/V di ossigeno, per l'0,9% V/V di argon e per lo 0.04% V/V di anidride carbonica, più altri componenti in quantità minori. Questa taratura avviene proprio su questi gas, mantenendo anche parte di quella dell'acqua per il vapor acqueo presente nell'aria. Infatti se noi andiamo a variare anche in modo minimo (senza arrivare alla morte), la composizione in percentuale di questi gas, succedono varie cose: - Degli astronauti a certe altitudini, ove l'aria non e' quella dell'atmosfera al suolo, riferiscono con discrezione per non essere derisi, che hanno dei veri e propri contatti con parenti morti, parlano con esseri (angeli od extraterrestri), sentono musiche particolari, alcuni dicono celestiali ecc. - Degli scalatori, che sulle montagne alte piu' di 6.000 metri, riferiscono di aver visto degli angeli, parlato con i propri cari defunti, avuto delle visioni, ecc. Anche nelle profondita' del mare alcuni che le hanno visitate con sottomarini abissali (batiscafi), hanno riferito di aver avuto strane sensazioni, visioni. Altro FATTO: vi e' una ubriacatura da ossigeno e/o da azoto, che al soggetto fa vedere cose diverse da quelle che ha davanti; anche alcuni dei quali hanno utilizzato la camera iperbarica, riferiscono cose simili. - Nei casi di pre.morte avvengono le stesse cose; anzi le descrizioni sono ancora piu' precise, e sono uguali in tutte le parti del mondo ed a qualsiasi religione appartenga il soggetto. Anche coloro che usano droghe, sintetiche o naturali, riferiscono di visioni, musiche, personaggi, animali, visti... - Anche i cosiddetti "pazzi", parlano e comunicano con esseri che vedono veramente, proprio perche' il loro cervello si e' disintonizzato dalle frequenze sulle e per le quali era stato tarato e si e' ri-sintonizzato su altre frequenze di altri Universi paralleli. - i militari, e gli enti governativi americani, russi, cinesi, ecc. con i loro esperimenti di emanazioni di frequenze radio a bassa frequenza, su cervelli di cavie umane, hanno, con i loro esperimenti criminali, condizionato, alterato, gli stati normali di coscienza di migliaia di soggetti utilizzati, a loro insaputa o meno. con quelle esperimentazioni.... - anche l'esposizione a certi campi magnetici, possono fare raggiungere nei soggetti sottoposti alle stesse percezioni, visioni, luci, suoni, colloqui con parenti defunti, percezione di presenze sconosciute, ecc. Questi sono fatti, per cui possiamo confermare che variando la composizione dell'aria (in questo caso di ossigeno) che arriva al cervello, e/o variando le sostanze che arrivano al cervello e che lo nutrono, oppure se si altera anche di pochissimo il pH del liquido intracranico (il liquor), la "radio cervello" si disintonizza dalle frequenze fondamentali e si ri-sintonizza su altre frequenze dell'UniVersiparalleli che lo compenetrano. Naturalmente la medicina imperante ufficiale, queste cose le classifica come ideologie di pazzi....in quanto non ne capisce proprio NULLA !
Il cervello superiore (quello nel cranio) è anche diviso in centinaia di aree, ciascuna delle quali governa e controlla delle specifiche funzioni organiche e di sistema del corpo (organi e sistemi bersaglio) -
Prendendolo in considerazione da vicino, osserveremo che le sue cellule hanno una autonomia di ossigeno inferiore a tutte le altre; infatti, se occludiamo anche per brevissimo tempo il flusso di sangue al cervello, tramite una momentanea compressione della vena giugolare (D), avremo come risultato prima lo svenimento, poi la paralisi ed infine la morte.
Quindi più ossigeno e gli altri elementi vitali, arrivano al cervello attraverso una buona respirazione, maggiori potranno essere le capacità intellettuali.
(D) La vena Giugulare interna è un grosso vaso venoso che attraversa in modo obbliquo dall'alto in basso e da dietro in avanti la regione laterale del collo + vedi: Gola Per comprendere meglio, dobbiamo ricorrere all’analogia (comunque impropria) con il computer anche se dobbiamo ricordare che il computer non funziona come il cervello: il cervello è l’equivalente della parte fisica elettronica del computer, la macchina.
Come puo' il cervello fisico elaborare le informazioni che riceve attraverso gli organi di senso e quelle che riceve dalla mente stessa che vive anche al suo interno ?
Il nostro organismo riceve stimoli, per mezzo degli organi di senso, pelle, udito, vista, olfatto, tatto, attraverso le onde elettromagnetiche e segnali chimici (E), piu' o meno "sottili" che stimolano i sensori di quegli organi di senso; il gusto riceve stimoli biochimici, che nell'organismo vengono poi trasdotti, trasformati in energia elettromagnetica che viene inviata al cervello.
(E) Segnali chimici: Le cellule comunicano tra loro mediante il rilascio di molecole: semplici segnali chimici (es. rilascio di neurotrasmettitori come laDopamina da parte dei neuroni) o molecole derivate dal colesterolo (es. gli ormoni steroidei: ormoni prodotti a partire dal colesterolo. Si suddividono in ormoni corticosteroidi (prodotti dalle ghiandole surrenali, si tratta soprattutto del cortisolo ed in ormoni sessuali) o molecole proteiche (es. fattori di crescita, insulina...). Queste molecole più o meno complesse vengono riconosciute dalle cellule bersaglio mediante "recettori" che possono essere sia di superficie (sulla membrana cellulare) sia nel citosol della cellula (come i recettori per gli ormoni steroidei) che nel nel nucleo della cellula (es. recettori per l'acido retinoico). Le "molecole segnale intracellulari" permettono la trasmissione del segnale dal recettore superficiale all'interno della cellula stimolando una risposta adattatoria (metabolica, sintesi proteica ecc...)
Quindi il cervello funziona con una base principalmente elettromagnetica (oltre che per caduta, biochimica), che a sua volta trasforma queste energie (EM) per mezzo della Nevro-Glia in radiofrequenza che contiene le informazioni, che si traducono in sensazioni, percezioni, emozioni, per l'Ego/IO, cioe' per l'essere stesso, il quale le memorizza (consciamente od inconsciamente) nell'Atomo dell'Ego/IO stesso, cioe' per l'Essere ed anche negli atomi che compongono il DNA dei cromosomi del cervello stesso ed in quelli delle cellule del corpo se necessario.
Il Cervello è quindi la macchina (hardware), il computer (la radio ricetrasmittente) ed il corpo è l’automa che permette all’Ego/IO di manifestarsi nel “cronotopo”, lo spazio-tempo nel quale si trova; è la Mente (software) che “porge” (dopo le opportune elaborazioni) all’Ego/IO-Coscienza-Essere, le sensazioni e le percezioni.
Le informazioni o le sensazioni interiori, sono “dati” che inseriamo nel nostro computer (il cervello che li elabora attraverso la mente/organo, per mezzo del programma di sopravvivenza), attraverso tutti gli organi di senso, udito, vista, tatto, gusto, olfatto, intuizione, che si traducono in apprendimento, godimento, sofferenza ecc.
Questi dati vanno ad arricchire i “file”, le memorie, la banca dati dell’IO, e quindi rappresentano le informazioni e le esperienze dell’Essere (Co-scienza) passando per quelle degli Atomi, degli Elettroni contenuti negli atomi dei Geni del DNA di tutte le cellule del corpo, fin nel nostro InConscio che "vive" nel cervello di sotto (enterico) e contemporaneamente arriva fino nel Vuotoquantomeccanicodell'Infinito.
Per cui è chiaro che l’Ego/IO NON E’ il CERVELLO e nemmeno la Mente lo è; essa è il mediatore=sistema operativo del cervello, il medium dell’Ego/IO, è la parte di energia che lo circoncide e lo rinchiude in un Atomo (la bolla di Energia Informata = come una bolla di sapone) che si personalizza con la propria esperienza ad ogni vita vissuta.
Gia nella Bibbia e precisamente in Esodo e Levitico si parla della famosa e leggendaria Arca di Mosé.
Sul suo coperchio vi erano posizionati 2 Cherubini con le ali spiegate e fra queste ali si sprigionava la Shekinà (arco sacro) ed il testo biblico dice che questa energia era la rappresentazione della divinità. La Shekinà era ed è la rappresentazione simbolica della CoScienza che compare sull’ARCa, cioè nel CRAnio ed i 2 Cherubini sono i nomi dei 2 emisferi del Cerebrum (Cervello) che essa utilizza per potersi manifestare.
Ego/IO - Mente - Cervello, sono 3 parti interdipendenti, correlate strettamente tanto da sembrare "Trino" (3 unità) od una sola cosa, ma comunque distinte, cosi come il “cervello fisico” quello nella testa e’ composto da due parti (emisfero sx e dx) + il cervello di sotto (quello enterico, nell’intestino) ci permetto di essere Uno e Trino (3 unita’) nello stesso tempo.
Tutti abbiamo 3 cervelli = 2 cervelli + 1 nel Cuore: 1° che e' quello nella testa (cranio) il Cervello di sopra, con 2 emisferi ed il cervelletto (in sintesi sono 3 cervelli);
2° il cervello inferiore (Sistema Nervoso Enterico od Encefalo Enterico) o di sotto, chiamato giustamente In-test-ino, cioè dentro nella testa; quest’ultimo cervello e' in parte autonomo, esso è la sede della Mente reattiva, che è strettamente correlata al Sistema Immunitario; infatti proprio nell’intestino vi sono dei “sensori” IMPORTANTI del Sistema Immunitario ed il 65% di esso ha la sua funzione proprio nell’intestino ed infine: il 3°quello nel Cuore
Il Cervello (superiore, quello nel cranio) è una specie di interfaccia che permette la manifestazione della CoScienza nell’organomente, cosi come, una radio od un televisore, permettono di manifestare le onde elettromagnetiche sottoforma di suoni ed immagini; gli stati di pre-morte quindi dimostrano che la mente/Coscienza sopravvive alla morte del cervello.
Anche coloro che sono contrari a questa definizione, ammettono che le immagini ed i suoni avvengono realmente, ma che sarebbero frutto di allucinazioni dovute alla scarsità di apporto di ossigeno al cervello……..ma come mai questi racconti e le descrizioni (schema base identico) sono SEMPRE simili e ciò in tutte le culture e religioni in tutte le parti del pianeta, mentre è notorio che le allucinazioni NON sono MAI e poi mai simili, né hanno uno schema identico ???
Proprio il minore apporto di ossigeno al cervello sembra essere il responsabile della perdita di “sintonizzazione” del cervello in questa realtà dimensionale, che man mano che l’ossigeno diminuisce, permette al cervello di sintonizzarsi su altre dimensioni esistenti nell’UniVerso, questo per poter proiettare attraverso il buco nero interiore, nel tunnel dimensionale che termina con unbuco bianco nella nuova dimensione ove ci si deve recare alla morte con il Trapasso.
Prendendolo in considerazione da vicino, osserveremo che le sue cellule hanno una autonomia di ossigeno inferiore a tutte le altre; infatti, se occludiamo anche per brevissimo tempo il flusso di sangue al cervello, tramite una momentanea compressione della vena giugolare, avremo come risultato prima lo svenimento, poi la paralisi ed infine la morte. Quindi più ossigeno e gli altri elementi vitali, arrivano al cervello attraverso una buona respirazione, maggiori potranno essere le capacità intellettuali.
Per comprendere meglio, dobbiamo ricorrere all’analogia (comunque impropria) con il computer anche se dobbiamo ricordare che il computer non funziona come il cervello: il cervello è l’equivalente della parte fisica elettronica del computer, la macchina.
Da che cosa e’ composto il Cervello, da cellule nervose e da un tessuto a rete le cui maglie si trovano nelle cellule stesse; questo tessuto e’ detto Neuro-glia o Nevro-Glia (Nevroglia=Stroma, cioe’ impalcatura connettivale del tessuto nervoso, detto anche Glia).
Già nel 1906 il premio Nobel per la Neurologia, Ramon y Cajal, sostenne nei suoi studi, l’importanza della “NevroGlia” come primo anello fisio-psichico di interazione fra cervello e mente. La nevroglia è la base, del tessuto nervoso a struttura reticolare delle cellule nervose e costituisce l’impalcatura di sostegno della sostanza grigia e bianca dell’encefalo, midollo spinale e nervi periferici, anche con funzione fagocita e rigenerativa; essa rappresenta quindi il 90% del Sistema nervoso, l'altro 10% e' rappresentato dai neuroni.
Queste cellule che compongono la nevro-glia nel nostro corpo, sono quindi 10 volte più numerose dei neuroni e costituiscono la metà del volume del sistema nervoso centrale e periferico.
Questa parte (il tessuto, la nevro-glia) della struttura matriciale dei neuroni, la “placenta” nella quali essi si formano e si “relazionano” con le altre cellule nervose, è anche foto sensibile, quindi reagisce alla Luce/Informazione come le foglie degli alberi; l’albero del Sistema Nervoso ha le sue foglie nella “nevroglia” che essendo foto sensibile, permettono alla Luce/inFormAzione di modulare la struttura base (sotto forma di impulsi bio luminosi elettronici) dei neuroni, i quali a loro volta trasformano la “Luce”, l’inFormAzione da impulsi luminosi/elettronici in segnali bio chimici, affinché i neuroni stessi possano creare sinapsi, collegamento circuitali con altri neuroni; ecco come l’iDEA crea il movimento nella materia fisiologica.
Il Sistema nervoso nel suo insieme e' la parte dell'organismo che "dirige" la funzione e quindi anche la funzionalita' del "Sistema Immunitario" il quale a sua volta e' l'insieme di funzioni di vari sistemi ed organi, in primis il cervello di sotto, il sistema nervoso enterico=tubo digerente o sistema gastrointestinale.
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>> Cervello e neuroni: spiati da un robot del MIT - 07 Maggio 2012 Arriva dal MIT un nuovo metodo in grado di ottenere l'accesso ai meccanismi interni dei neuroni nel cervello. Insieme ai colleghi delGeorgia Tech, i ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (MIT) hanno sviluppato un modo per automatizzare il processo di ricerca e registrare le informazioni dei neuroni in un cervello vivente. I ricercatori hanno infatti dimostrato che un braccio robotico guidato da una cella di rilevamento può identificare e registrare i neuroni del cervello di un topo vivente con una migliore precisione e velocità rispetto ad uno sperimentatore umano. Il braccio robotico cala una sorta di pipetta di vetro all'interno del cervello del topo anestetizzato con precisione micrometrica. Il nuovo processo automatizzato fornisce dunque le tanto ricercate informazioni sulle attività delle cellule dei viventi. Utilizzando questa tecnica, gli scienziati potrebbero classificare le migliaia di diversi tipi di cellule nel cervello, ma potrebbero anche realizzare la mappa sul modo in cui si connettono le une alle altre. Infine, aiuterebbe a capire come le cellule malate si differenziano da quelle sane. Il progetto nasce dalla collaborazione tra i laboratori di Ed Boyden, professore associato di ingegneria biologica e del cervello e scienze cognitive del MIT, e Craig Forest, professore di ingegneria meccanica presso la Georgia Tech. “Il nostro è stato un team interdisciplinare fin dall'inizio” ha detto Forest. Il metodo potrebbe essere particolarmente utile nello studio di disturbi cerebrali come la schizofrenia, il morbo di Parkinson, l'autismoe l'epilessia. Dice Boyden a poposito: "In tutti questi casi, una descrizione molecolare di una cellula integrata con le sue proprietà elettriche è rimasta evasiva. Se potessimo davvero descrivere come le malattie cambiano le molecole nelle cellule specifiche all'interno delcervello vivente, ciò potrebbe consentire di individuare bersagli diretti per i farmaci”. By Francesca Mancuso - La ricerca è stata pubblicata su Nature Methods.>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
La materia bianca del cervello
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Le citochine influenzano spesso la sintesi di altre citochine e/o la loro attività. Le Citochine possono operare in modo SINERGICO eCOOPERATIVO potenziansi a vicenda e trasportando quindi l'informazione a qualsiasi livello attraverso il sangue.
Quando esse vengono a veicolarsi nel plasma sanguigno informatizzano (informano) tutte le cellule del corpo, di cio' che sta avvenendo in esso; sono anche quindi le veicolatrici dello stato di irritazione, infiammazione, conseguente, stato che interviene SEMPRE quando una MNO si introduce nel sistema corpo.
Le cellule della Nevro-Glia “percepiscono” interagiscono, assorbono, riflettono anche la radiazione cromatica (intesa come Luce) che è sempre la solita radiazione elettromagnetica nel campo spettrale da 400 a 700 nanometri.
L'assorbimento della luce è un caso particolare e concettualmente abbastanza secondario della più ampia interazione delle radiazioni EM con la materia vivente. Le cellule intese come corpuscoli in sospensione per lo più riflettono e disperdono la luce, “scatter”.
L'assorbimento della luce è un caso particolare e concettualmente abbastanza secondario della più ampia interazione delle radiazioni EM con la materia vivente. Le cellule intese come corpuscoli in sospensione per lo più riflettono e disperdono la luce, “scatter”.
I composti intra cellulari l'assorbono un poco, se sono cromogeni naturali (clorofilla, emoglobina, porfirine, ecc.) o artificiali (esempio: psoraleni: composti chimici ad azione fotosensibilizzante che tramite l'assorbimento dei raggi UV stimolano modifiche biologiche cellulari).
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Le normali strutture cellulari (esempio: proteine, DNA, ecc.) non assorbono molto la luce cromatica, ma sono molto sensibili alla radiazione della luce più energetica (ultravioletti).
L'acqua delle cellule assorbe per esempio l'infrarosso scaldandosi, in quel caso la radiazione non è più "cromatica". L’italiano, prof. Leonida Santamaria, Patologo generale in Pavia, era famoso per la sua ricerca sulla fototossicità.
Comunque occorre ricordare che tutta la materia, corpo umano compreso, è composta di atomi o campi
atomici, che vibrano secondo determinate lunghezze d’onda. La malattia è una alterazione di queste vibrazioni (frequenze); ne abbiamo dimostrazione anche con le apparecchiature Bio elettroniche di tutti i tipi.
atomici, che vibrano secondo determinate lunghezze d’onda. La malattia è una alterazione di queste vibrazioni (frequenze); ne abbiamo dimostrazione anche con le apparecchiature Bio elettroniche di tutti i tipi.
Qualche inciso: recenti studi nel laboratorio Europeo di ricerca sulle particelle sub nucleari hanno confermato che ogni particella sub nucleare è influenzata dalle variazioni (cioè dalle informazioni) lunari, terrestri e solari (le loro varie fasi, alterazioni dei loro campi magnetici, macchie solari, terremoti, quindi dai campi elettromagnetici e di quelli più sottili, ecc.), per cui abbiamo la dimostrazioneche tutta la materia vivente (anche i corpi umani) è interagente con qualsiasi altra materia a livello sub atomico fino a quello Spirituale, il Pensiero.
Anche le più avanzate ricerche scientifiche in merito (vedi gli studi del Dr. Prof. C.F. Bucca di Firenze, Italia) confermano le nostre affermazioni. In quegli studi, si evidenzia come: “L’IO, la Mente ed il cervello possono presentare dei disturbi di comunicazione a vari livelli; questi disturbi potranno essere espressi da una somatizzazione, come una espressione di un processo finale di uno stress mentale sul piano fisico, da una malattia organico/mentale”.
La malattia è quindi sempre di ordine Spiritual/Mental/Organica (Conflitto Spirituale + Stress) e quindi la guarigione deve seguire uno schema identico partendo dalla risoluzione dello stress/Conflitto e contemporaneamente agire con le Cure naturali sul fisico.
Il reticolo vescicolare pre sinaptico è stimolato dalle onde di Luce/informazione, emesse o ricevute trasformando i segnali in ordini e comandi precisi, quindi in azioni coerenti e coordinate a finalità definite.
Ogni desiderio od intenzione mentale, quindi anche ogni emozione, (consciamente od inconsciamente), attiva la corteccia cerebrale in certe precise regioni del cervello, ancor prima che vi appaia il movimento; ciò è stato rilevato sperimentalmente con certezza.
Quindi possiamo affermare con sicurezza che ogni pensiero, conscio od inconscio, proveniente dal “cielo del pensiero”, ancor prima di scendere in “terra” e divenire azione, movimento, attiva e viene rivelato dalla mente/organo energetico e diviene azione generando onde elettromagnetiche (radiofrequenza) e quindi movimento nei cervelli (superiore ed inferiore), agendo con ordini finalizzati, nell’organismo che è il recettore ed esecutore dei comandi Spirituali, dell’Ego/IO della persona stessa, ecco la discesa delle iDEE, (gli Dei=informazioni) nella “Terra” fisiologica.
Essendo la vita l’accumulo di esperienze quindi un continuo flusso di informazioni, possiamo definire il corpo degli esseri viventi come una “macchina biologica CibernEtica” atta a raccogliere, elaborare, memorizzare distribuire informazioni, con un “sistema” che parte dallo Spirito (la CoScienza) e finisce nella sua parte densa, il corpo fisiologico.
Queste ricerche permettono pure di appurare e comprendere lo stato ed il livello di consapevolezza della persona e come ella risponde agli stimoli informazionali con i quali entra in contatto.
Si determina anche lo stato del territorio, sociale, fisico, mentale/emozionale/affettivo, nel quali l’individuo vive e ciò permette di comprendere la Sua personale “visione del mondo”, che è partecipatoria alla realtà, ma non è sempre conforme alla stessa; come afferma anche lo scienziato e fisico inglese Hoyle: “l’ Universo esiste per essere osservato ed osservandolo lo si fa esistere”; ciò significa quindi che la nostra personale visione del mondo, può modificarne la struttura del suo divenire; anche la realtà è interdipendente dalla nostra particolare visione del mondo, così come la vediamo e la immaginiamo, ciò significa che noi siamo in grado di “captare” solo ciò per cui siamo stati condizionati/informati, dal nostro inconscio/conscio, cioe' da cio' che ci e' necessarioper arrivare ad una evoluzione sempre piu' perfetta e consapevole !
vedi Sintesi
Tanto più acquisiamo consapevolezza e quindi informazione sulla realtà del reale, tanto maggiore sarà la nostra possibilità di acquisire risonanza con livelli migliori e quindi superiori; ciò significa che il nostro “destino” non è solo una questione di possibilità, ma bensì anche di scelte, consapevoli o meno.
Nei suoi studi il ricercatore italiano ing.Tedeschi ha potuto vedere, dopo attente osservazioni, che la mappa cerebrale riferita agli organi del corpo ricostruisce la “mappa fisiologica” non di un uomo adulto, ma bensì quella di un embrione di 12 settimane (3 mesi) !!! a quell’età infatti si costituiscono i vari livelli di distribuzione dell’inFormAzione nei vari sistemi organici di reflessologia, nei piedi, nell’iride degli occhi, nelle orecchie, nelle mani, nella pelle, ecc.
Il Tedeschi, con le sue attente ricerche sulle frequenze cerebrali emesse dai 2 emisferi del cervello umano, ha anche permesso di comprendere molto meglio i meccanismi che intercorrono fra Coscienza, Ego/IO parte della mente/organo, come struttura indipendente di Luce/energia plasmica/mente come organo e corpo fisico con cervello, organi e sistemi; per mezzo di tecniche riflessogene e di imposizioni delle mani, egli ha dimostrato come tutti gli esseri viventi complessi sono anche dei BioRisuonatori Universali, che utilizzano dei “diapason” che se opportunamente eccitati, consentono di far risuonare idiapason/organi del corpo non solo proprio, ma anche quelli di altre persone.
Questo particolare fenomeno è chiamato BioRisonanza del corpo.
Questo particolare fenomeno è chiamato BioRisonanza del corpo.
La scansione di frequenze cerebrali che avviene, è correlata alla corretta attivazione delle frequenze/organo, per cui nell’istante i cui un tecnico di medicine naturali od un guaritore tratta un organo od una determinata parte del corpo, si vede nel suo quadro cerebrale l’attivazione in ampiezza dell’onda cerebrale della frequenza a cui corrisponde e dopo una frazione di secondo l’attivazione della stessa frequenza nel quadro del ricevente, un altro soggetto, che sta in posizione di rilassamento con occhi chiusi e senza l’appoggio diretto di mani del tecnico o terapeuta sul suo corpo e con entrambi in perfetto silenzio.
La Mente/organo è l’equivalente del “programma o sistema operativo” ovvero del programma per poter ricevere ed elaborare i dati (i Files) che si inseriscono nella memoria del “computer biologico”; essa serve per far sopravvivere al meglio l’Essere, nello Spazio/Tempo nel quale è manifestato; essa si avvale del “dischetto-CD-Nastro” che è un supporto fatto di materia allo stato di Energia, il Campo Psico Elettro Magnetico Informato (CEI) ed emana e riceve certi tipi speciali di “radiofrequenze” anche elettro magnetiche.
La mente (vegetale, animale, umana), lo ricordiamo, ha la stessa "qualità " intrinseca degli oggetti che osserva e/o entra in contatto e che ha desiderato e quindi "creato", si è evoluta con essi ed interagendo dinamicamente con essi, è stata capace (per intrinseche proprietà) di crearne rappresentazioni olografiche/virtuali in se stessa; piu' la mente ha piu' proprietà, maggiori sono le sue possibilità; e' di tutta evidenza che la mente di un vegetale ha la stessa "qualità" di un animale od umano, ma non, la stessa quantità e quindi le stesse possibilità.
Di fatto nulla esiste in sé, tutto è vibrazione ed informazione olografica, quindi immaginaria (virtuale) della matrice spazio/temporale, tutto è mente/immagine, in una Unica grande mente Universale fin nel VuotoQuantoMeccanico dell'Infinito.
Di fatto nulla esiste in sé, tutto è vibrazione ed informazione olografica, quindi immaginaria (virtuale) della matrice spazio/temporale, tutto è mente/immagine, in una Unica grande mente Universale fin nel VuotoQuantoMeccanico dell'Infinito.
TUTTI i nostri guai, le nostre malattie, ricordiamolo ancora una volta, sono generate dai Conflitti Spirituali irrisolti (il che comprende anche una immaginazione non sana, non tendente alla perfezione), che determinano la rottura dei giusti rapporti Psico/Termico/Nutrizionali, intossicando quindi l’organismo o parte di esso.
Ciò significa che ogni Conflitto irrisolto quindi, tende a scendere nel corpo fisico ed a fissarsi nell’organo bersaglio collegato all’archetipo conflittuale.
Ciò significa che ogni Conflitto irrisolto quindi, tende a scendere nel corpo fisico ed a fissarsi nell’organo bersaglio collegato all’archetipo conflittuale.
Se avremo una mente/organo che tenderà a sovreccitare ed irritare, creando Conflitti Spirituali (vedi Uomo Psico elettronico) edinfiammando, eccitando oltre misura i neuroni del cervello; la sovreccitazione nasce quando essi sono sottoposti ad una attività non CONFORME ai desideri veri dell’Ego/IO che sempre è alla ricerca di Verità sempre più Perfette ed in linea con le Leggi, gli scopi e le Finalità della Manifestazione, se così è, avremo molti problemi (Conflitti Spirituali) e quindi di Salute; in questo caso la mente attiva azioni inconsce per creare un sangue tossico che infiamma le cellule…..con meccanismi che partono dall’intestino….(disbiosi + malnutrizione, farmaci, Vaccini, ecc.).
Creare immagini mentali in sintonia con le Leggi Creative, renderle Azioni, fare all’Amore con la persona amata, riflettere, imparare, conoscere, meditare o pregare, ascoltare musica, auto esaltarsi, raggiungere stati psichici emotivi di grande gioia, partecipare con concentrazione a riunioni nelle quali vi è grande comunione fra i presenti, ecc., fa per esempio aumentare il tasso di endorfine prodotte dalle cellule neuroniche e rende il vostro sangue migliore.
Le sovra eccitazioni, le intossicazioni, le infiammazioni neuronali, generate dai Conflitti Spirituali, se rese croniche, prima o poi creeranno dei micro corto circuiti neuronali che altereranno le giuste informazioni che essi prima inviavano ai vari organi o sistemi corrispondenti alla loro attività psichica, di conseguenza anche l’aids o il cancro potranno comparire, se il supporto fisico risponderà a quelle nuove sollecitazioni anomale, perché i liquidi del corpo (il terreno) varieranno i loro giusti rapporti di pH e quindi quelli Termico/Nutrizionali intossicando tutto l’organismo o parte di esso.
Alcune funzioni del cervello superiore sono speculari, ad esempio l’emisfero destro controlla i muscoli ed i movimenti della partesinistra del corpo; mentre l’emisfero sinistro controlla quelli della parte destra; anche gli stimoli quelli Tattili, Acustici, Olfattivi, Gustativi, che provengono dalla metà destra del corpo, vengono registrati dall’emisfero di sinistra e viceversa, per poi essere trasformati in Sensazioni Spirituali (InFormAzioni); altre funzioni sono asimmetriche, in quanto sono raggruppate soltanto in uno dei due emisferi.
Nella maggior parte delle persone l’emisfero di sinistra controlla le funzioni linguistiche in quanto vi sono localizzati alcuni centri del linguaggio i quali permettono di leggere, parlare, scrivere e di comprendere il linguaggio degli altri; questa asimmetria è così evidente che l’emisfero sinistro è più “grosso” come volume a livello della corteccia cerebrale dell’altro.
Nella maggior parte delle persone l’emisfero di sinistra controlla le funzioni linguistiche in quanto vi sono localizzati alcuni centri del linguaggio i quali permettono di leggere, parlare, scrivere e di comprendere il linguaggio degli altri; questa asimmetria è così evidente che l’emisfero sinistro è più “grosso” come volume a livello della corteccia cerebrale dell’altro.
A destra sono invece localizzate le funzioni che permettono di riconoscere le immagini visive e di essere coinvolti emotivamente quando si osserva una immagine, un bel tramonto, un paesaggio o nell’ascoltare una musica particolare.
Questo emisfero, contribuisce a conferire il “tono” all’emozione, le pause e le inflessioni nel linguaggio; ciò è molto importante per dare una impronta caratteriale specifica in quanto la comunicazione non è affidata solo alle parole, ma anche alle sensazioni emotive e di tono, le quali sono cariche di informazioni istintive; ovviamente a seconda del sesso a cui apparteniamo le zone di utilizzazione degli emisferi cerebrali, variano.
Una piccolissima parte dell’architettura del cervello, fatta di miliardi e miliardi di connessioni che uniscono tra di loro le cellule nervose, i neuroni, è di origine genetica (DNA); la maggior parte di questa architettura invece, viene a crearsi man mano che il tempo passa e le informazioni arrivano dall’ambiente nel quale l’Essere è manifestato.
Una piccolissima parte dell’architettura del cervello, fatta di miliardi e miliardi di connessioni che uniscono tra di loro le cellule nervose, i neuroni, è di origine genetica (DNA); la maggior parte di questa architettura invece, viene a crearsi man mano che il tempo passa e le informazioni arrivano dall’ambiente nel quale l’Essere è manifestato.
Il cervello e la sua intricata rete di connessioni nervose, possono essere paragonati alla chioma di un albero (l’albero delle vite); di questa chioma sovrabbondante, l’ambiente “pota” alcuni rami mentre ne consolida altri, cioè le connessioni sinaptiche tra neuroni, sono più abbondanti di quelle richieste, nel corso del tempo e dello sviluppo, vengono stabilizzate solamente quelle connessioni che vengono “usate”.
Il nostro cervello è un organo “plastico”, le sinapsi nervose, aumentano o diminuiscono a seconda degli stimoli bio elettrochimici che pervengono ai neuroni; si è potuto vedere al microscopio elettronico l’incremento di sinapsi, ottenute con l’arrivo di nuovi stimoli psico bio elettrochimici; queste nuove sinapsi permettono all’Ego/IO una migliore e più grande possibilità di elaborare i dati ricevuti dall’ambiente.
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>Un dogma da modificare - Comunicazione tra cellule nervose anche senza sinapsi
Gli interneuroni possono diffondere GABA nello spazio extracellulare per comunicare con le altre cellule cerebrali, anche in presenza di livelli molto bassi del neurotrasmettitore.
I neuroni comunicano attraverso le sinapsi: è quanto si legge qualunque manuale di biologia o di neuroscienze. Ora questa nozione dovrà essere modificata perché un gruppo di ricerca dell’Università di Szeged, in Ungheria, ha scoperto che alcuni neuroni per comunicare bypassano del tutto la sinapsi, utilizzando l'emissione di neurotrasmettitori nello spazio tra le cellule, che investe i neuroni circostanti.
Il risultato, riferito in un articolo apparso sulla rivista "Nature", è venuto studiando gli interneuroni, comuni nella corteccia cerebrale, una regione che riveste un ruolo cruciale in molte funzioni cerebrali, tra cui memoria, attenzione e linguaggio.
Precedenti studi hanno mostrato come gli interneuroni possano inibire l’attivazione di altre cellule nervose rilasciando il neurotrasmettitore GABA (acido gamma-aminobutirico), che tipicamente trasmette i messaggi lungo le sinapsi.
Tuttavia, alcuni studi hanno mostrato che il GABA può diffondere anche nello spazio extracellulare, dove veicola il messaggio tra neuroni non connessi tra loro da sinapsi. Gli studiosi tuttavia ritenevano che per avere una quantità sufficiente di GABA occorresse l’attivazione di molti neuroni contemporaneamente.
Per verificare questa ipotesi, i ricercatori ungheresi hanno analizzato campioni di interneuroni umani e murini, che possiedono assoni molto ramificati e riccamente dotati di siti da cui il GABA può essere rilasciato nello spazio extracellulare.
I ricercatori hanno potuto riscontrare come solo 11 dei 50 siti di rilascio esaminati corrispondessero a sinapsi. Ulteriori sperimentazioni hanno poi confermato che un solo interneurone, se stimolato, rilascia abbastanza GABA da inibire l’attività dei neuroni circostanti non connessi da sinapsi.
Si è scoperto inoltre che gli interneuroni contengono recettori sensibili a livelli di GABA molto bassi, il che fa ipotizzare che essi siano “progettati” per comunicare tra loro così come con altri tipi di cellule. Gli stessi recettori sono sensibili anche ai neurosteroidi. (fc)
Tratto da: lescienze.espresso.repubblica.it
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>Un dogma da modificare - Comunicazione tra cellule nervose anche senza sinapsi
Gli interneuroni possono diffondere GABA nello spazio extracellulare per comunicare con le altre cellule cerebrali, anche in presenza di livelli molto bassi del neurotrasmettitore.
I neuroni comunicano attraverso le sinapsi: è quanto si legge qualunque manuale di biologia o di neuroscienze. Ora questa nozione dovrà essere modificata perché un gruppo di ricerca dell’Università di Szeged, in Ungheria, ha scoperto che alcuni neuroni per comunicare bypassano del tutto la sinapsi, utilizzando l'emissione di neurotrasmettitori nello spazio tra le cellule, che investe i neuroni circostanti.
Il risultato, riferito in un articolo apparso sulla rivista "Nature", è venuto studiando gli interneuroni, comuni nella corteccia cerebrale, una regione che riveste un ruolo cruciale in molte funzioni cerebrali, tra cui memoria, attenzione e linguaggio.
Precedenti studi hanno mostrato come gli interneuroni possano inibire l’attivazione di altre cellule nervose rilasciando il neurotrasmettitore GABA (acido gamma-aminobutirico), che tipicamente trasmette i messaggi lungo le sinapsi.
Tuttavia, alcuni studi hanno mostrato che il GABA può diffondere anche nello spazio extracellulare, dove veicola il messaggio tra neuroni non connessi tra loro da sinapsi. Gli studiosi tuttavia ritenevano che per avere una quantità sufficiente di GABA occorresse l’attivazione di molti neuroni contemporaneamente.
Per verificare questa ipotesi, i ricercatori ungheresi hanno analizzato campioni di interneuroni umani e murini, che possiedono assoni molto ramificati e riccamente dotati di siti da cui il GABA può essere rilasciato nello spazio extracellulare.
I ricercatori hanno potuto riscontrare come solo 11 dei 50 siti di rilascio esaminati corrispondessero a sinapsi. Ulteriori sperimentazioni hanno poi confermato che un solo interneurone, se stimolato, rilascia abbastanza GABA da inibire l’attività dei neuroni circostanti non connessi da sinapsi.
Si è scoperto inoltre che gli interneuroni contengono recettori sensibili a livelli di GABA molto bassi, il che fa ipotizzare che essi siano “progettati” per comunicare tra loro così come con altri tipi di cellule. Gli stessi recettori sono sensibili anche ai neurosteroidi. (fc)
Tratto da: lescienze.espresso.repubblica.it
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Lo sviluppo del Sistema Nervoso è un complicatissimo processo di interazioni tra l’Essere e l’ambiente; nell’ambito di queste interazioni, il cervello gioca un ruolo essenziale.
Lo sviluppo del Sistema Nervoso è un complicatissimo processo di interazioni tra l’Essere e l’ambiente; nell’ambito di queste interazioni, il cervello gioca un ruolo essenziale.
Esso non è un organo pronto per l’uso; tra il cervello e gli organi che ricevono i suoi comandi o che gli inviano degli stimoli bio elettrochimici, si devono formare delle connessioni specifiche, che vengono consolidate dagli impulsi che percorrono i circuiti nervosi.
In esso i percorsi (sinapsi) neuronali crescono per la morte di cellule competitive, selettive; questi “sentieri” una volta definiti, rimangono. Sono comunque i Campi (CEI) centro mossi dall’Ego/IO, l’Ente con la Sua mEnte, e quindi anche dai Geni, quando essi “appaiono” nel fisico ad attivare i programmi di definizione dei percorsi dei neuroni, anche per la formazione e la definizione di quelli del linguaggio; uno dei meccanismi che si attivano nel cervello per mezzo dell’interazione degli eventi è per esempio l’efflusso di Calcio nei neuroni; gli effetti di inter modulazione del Campo (CEI) Psico Elettro Magnetico Informati sono sinergici con la totalità dell’organismo che e’ un corpo olografico cibernetico.
Non possiamo distinguere il Cervello di sopra, dal Sistema Nervoso Centrale, essi formano un unico ed inscindibile corpo e sistema chiamato l’Albero delle Vite; il Cervello di sotto (Sistema Nervoso Enterico, quello nell’intestino) comunica e dialoga con quello di sopra nel cranio, ma è come “separato” da esso, ma comunica ad ogni istante con quello di sopra; i cervelli arrivano attraverso la loro immensa rete nervosa fino alla pelle, cioè “collegano” il Sé/Ego/IO e l’Ambiente, cioè di tutto ciò che sta fra l’Essere ed i confini dell’Universo.
Altro importante fatto che pochi hanno preso in considerazione è che il cervello di sopra è anche l’insieme dei cervelli di tutti gli organi (eccetto l’intestino ed il cuore che ne hanno anche uno proprio in loco) e di tutti i sistemi esistenti nel corpo; in parole povere significa che il cranio è la sede ove esistono tutte le parti Mentali, cerebrali dei vari organi o sistemi; ecco perché vi sono i rigetti da parte del corpo all’introduzione di organi estranei (vedi trapianti, sangue, protesi, ecc.); la Mente utilizza la parte del cervello di quell’organo, che ha sede nel cranio ed essa rifiuta sempre qualsiasi cosa che non riconosce come Suo.
Sappiamo anche che il cervello di sopra del maschio è diverso da quello della femmina; ad un esame autopico, si è rilevata la fondamentale differenza fra il maschio e la femmina; il nucleo dimorfico sessuale e l’area preottica, due zone del nostro cervello, presentano nel maschio un numero di cellule più che doppio rispetto alle femmine; questo non significa che il maschio “abbia più cervello”, la quantità di cellule in più gli è necessaria per svolgere certi compiti totalmente diversi dalla femmina; quantità non significa qualità.
Spesso si sente di dire che il cervello umano è come un computer molto complesso; niente di più stupido, perché esso non funziona affatto come un grande computer; vediamone il perché: guardando la sezione ingrandita di un cervello, sembra di poterci scovare dei cablaggi, cioè i collegamenti di fili fra le varie parti del computer, perché i neuroni si collegano ad altri con una immensa rete di connessioni; esso ha un’attività elettrica, cioè emette elettricità che i nervi trasportano dove serve; sembra dunque un insieme di semiconduttori umido; in realtà se noi ingrandiamo il cervello al microscopio osservandone l’anatomia, riscontriamo anche ai più forti ingrandimenti che esso assomiglia ad un folto sottobosco, ad una giungla di liane più che ad un computer.
Spesso si sente di dire che il cervello umano è come un computer molto complesso; niente di più stupido, perché esso non funziona affatto come un grande computer; vediamone il perché: guardando la sezione ingrandita di un cervello, sembra di poterci scovare dei cablaggi, cioè i collegamenti di fili fra le varie parti del computer, perché i neuroni si collegano ad altri con una immensa rete di connessioni; esso ha un’attività elettrica, cioè emette elettricità che i nervi trasportano dove serve; sembra dunque un insieme di semiconduttori umido; in realtà se noi ingrandiamo il cervello al microscopio osservandone l’anatomia, riscontriamo anche ai più forti ingrandimenti che esso assomiglia ad un folto sottobosco, ad una giungla di liane più che ad un computer.
Se dovessimo per ipotesi costruire un computer in quel modo, l’unica cosa che otterremmo sarebbe un “rumore di fondo”; inoltre seguendo l’anatomia umana non potremmo mai costruire 2 computer uguali, né metterci un programma; questa variabilità unica del cervello ha una precisa funzione dal punto di vista dell’Evoluzione Spirituale (accumulo dell'in-form-azione per se e per l'Universo nel quale siamo); essa segue una finalità (funzione) apparentemente entropica, ma in realtà Sintropica; cioè da un apparente disordine, l’ordine appare; in questo schema la variabilità, il “rumore di fondo non è un incidente biologico ma una precisa base necessaria, come insegna la “teoria dei frattali e quella del caos”, per i successivi cambiamenti richiesti dall’essere al mutare dell’ambiente o delle sensazioni che egli ricerca.
Altra differenza fra il cervello ed il computer è che quest’ultimo è una macchina che funziona con procedure logiche, ma benché la logica sia di uso generale, dalla matematica alle decisioni più importanti, essa non è la funzione suprema attorno alla quale tutto gira; vi sono funzioni più fondamentali della nostra logica, oppure bisogna dire che occorre una nuova logica da imparare e di livello superiore, una volta che le nostre attuali informazioni si sono arricchite da qualche cosa che non si è saputo precedentemente.
Un esempio ci conferma che i giudizi basati sulle categorizzazioni, non sono logici; né la scienza appare vincolata alla logica (oggi conosciuta), né l’arte, la creatività, né l’evoluzione stessa; invece il computer per funzionare bene ha bisogno di procedure efficienti e logiche; quando si dice per esempio che il computer ha risposto ad una domanda postagli, in realtà è l’uomo che risponde a Se stesso, in quanto le informazioni inserite nel computer le abbiamo inserite noi umani, esso le ha solo elaborate con una fervida memoria per poterci dare la risposta che potremmo darci se potessimo elaborare le stesse idee con il suo procedimento e le sue capacità elaborative; la macchina NON ha imparato nulla, né ha inventate le regole, né le conosce, ciò significa che non è il computer che gioca a scacchi, come comunemente si dice.
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Un esempio ci conferma che i giudizi basati sulle categorizzazioni, non sono logici; né la scienza appare vincolata alla logica (oggi conosciuta), né l’arte, la creatività, né l’evoluzione stessa; invece il computer per funzionare bene ha bisogno di procedure efficienti e logiche; quando si dice per esempio che il computer ha risposto ad una domanda postagli, in realtà è l’uomo che risponde a Se stesso, in quanto le informazioni inserite nel computer le abbiamo inserite noi umani, esso le ha solo elaborate con una fervida memoria per poterci dare la risposta che potremmo darci se potessimo elaborare le stesse idee con il suo procedimento e le sue capacità elaborative; la macchina NON ha imparato nulla, né ha inventate le regole, né le conosce, ciò significa che non è il computer che gioca a scacchi, come comunemente si dice.
Quale è la primaria funzione del cervello, della mente/organo e dell’EGO/IO ? è quella di saper e dover imparare; attraverso gli organi di senso otteniamo delle percezioni, delle sensazioni e con essi e la nostra capacità mentale di elaborare i dati ricevuti, suddividiamo il mondo in oggetti, movimento e classi, prima ancora di possedere le parole per definirli; ecco come sembra funzionare la materia pensante od informata.
Ogni immagine, suono, sensazione tattile, odore, gusto, ecc., modifica le connessioni bio elettroniche e sinaptiche della mente/organo, formando delle immagini con onde a bassa, media ed alta frequenza, che vengono inconsapevolmente confrontate con quelle fondamentali (archetipi) già iscritte nel programma “genetico” degli Elettroni/Positroni che vivono nei Geni dei cromosomi delDNA/RNA, esperienze che sono state acquisite nel corso dell’infinità del passato.
Ogni immagine, suono, sensazione tattile, odore, gusto, ecc., modifica le connessioni bio elettroniche e sinaptiche della mente/organo, formando delle immagini con onde a bassa, media ed alta frequenza, che vengono inconsapevolmente confrontate con quelle fondamentali (archetipi) già iscritte nel programma “genetico” degli Elettroni/Positroni che vivono nei Geni dei cromosomi delDNA/RNA, esperienze che sono state acquisite nel corso dell’infinità del passato.
Vi sono come abbiamo già detto (vedi Chi siamo noi ?) anche gli Elettroni “giovani” appena nati=apparsi in questa dimensione, che sono contenuti nel DNA delle cellule neuroniche, che devono completare anch’essi la loro evoluzione spirituale; essi, i nostri fratelli, utilizzano anche i corpi umani per conoscere sempre più; alcuni di Noi (esseri Umani) hanno un IO giovane e poco sapiente, perciò sireincarnano per accrescere il loro potenziale informazionale.
Per riassumere in sintesi tutti i meccanismi: l’Ego/IO utilizza la mente/organo ed essa utilizza i cervelli i quali sono il cuore del sistema nervoso che fornisce le energie, correnti elettriche e le informazioni necessarie (dai sensori degli organi di senso) per mettere in movimento le altre parti del corpo e per attivare gli organi sensoriali e motori; questi servono e sono attivati per ottenere le informazioni che l’Ego/IO necessita in quel momento spazio/temporale e/o per lo spostamento spaziale; quindi i dati raccolti vengono ordinati, dal programma (software) mentale, organizzati, sintetizzati e memorizzati nella mEnte/IO (nell’atomo che ognuno di noi e’) ed in tutte le cellule (precisamente negli elettroni degli atomi contenuti nei geni del DNA) del corpo per trarne Sensazioni, ConoScenza e quindi Godimento e Gioia per l’Ego/IO, cioè per l’Essere stesso e per gli Elettroni che vivono nel DNA, ma con Lui (Essere) la stessa esperienza di Vita.
Per fare ciò occorre che il corpo di ManiFestAzione dell’Essere sia vivo e SANO, in moto, quindi in movimento; cioè che esso sia energizzato, come ? l’Energia vitale Fondamentale (E), chiamata in Oriente “Prana” ed in Occidente “Etere”, altrimenti chiamate Ynn e Yang, Duale e contra - opposta in 2 Energie (E), una di natura Femminile e Fredda (E-) ed in (E+) di natura Maschile e Calda, (Ynn e Yang), che permea tutto la ManiFestAzione - vedi Cosmologia - quindi tutta l’Energia/Mater-ia è da Essa inFormata ed essa si rivela, si ManiFesta, si concretizza, si rende evidente e sensibile sotto forma di materia/energia più o meno densa nel CAMPO Energetico Universale.
Per fare ciò occorre che il corpo di ManiFestAzione dell’Essere sia vivo e SANO, in moto, quindi in movimento; cioè che esso sia energizzato, come ? l’Energia vitale Fondamentale (E), chiamata in Oriente “Prana” ed in Occidente “Etere”, altrimenti chiamate Ynn e Yang, Duale e contra - opposta in 2 Energie (E), una di natura Femminile e Fredda (E-) ed in (E+) di natura Maschile e Calda, (Ynn e Yang), che permea tutto la ManiFestAzione - vedi Cosmologia - quindi tutta l’Energia/Mater-ia è da Essa inFormata ed essa si rivela, si ManiFesta, si concretizza, si rende evidente e sensibile sotto forma di materia/energia più o meno densa nel CAMPO Energetico Universale.
Un recente esperimento condotto da un neuro psicologo Canadese M. Persinger, sembra dare una risposta affermativa e quindi gettare nuova luce su questi temi.
Egli ha preso un certo numero di volontari “normali” cioè non dediti a sensitività, medianità, contattismo, ecc., che ha sottoposto ad un esperimento di condizionamento del lobo temporale (parte del cervello del cranio), utilizzando una specie di elmetto in grado di rilevare con appositi sensori l’attività Bio elettronica della corteccia cerebrale e di modificarla attraverso la produzione di un campo elettromagnetico.
I volontari hanno riferito di avere visto luci, sentito suoni e provato sensazioni che hanno interpretato in termini di alterazione della loro coscienza e che nascevano nel loro cervello; hanno avuto la sensazione che qualcuno volesse entrare in contatto con loro ed influenzarli, come se fossero alla merce di entità sovrannaturali, di forze o creature extraterrestri.
I volontari hanno riferito di avere visto luci, sentito suoni e provato sensazioni che hanno interpretato in termini di alterazione della loro coscienza e che nascevano nel loro cervello; hanno avuto la sensazione che qualcuno volesse entrare in contatto con loro ed influenzarli, come se fossero alla merce di entità sovrannaturali, di forze o creature extraterrestri.
Secondo il ricercatore Canadese ciò accade in quanto vi sarebbe una caduta dei livelli di ossigeno della corteccia cerebrale (fase tipica), così come avviene quando si sta per perdere coscienza o negli stati mentali della fase di pre-morte (stati di chi si sente in punto di morte e poi si riprende); per poter disintonizzare il cervello dal Qui Ora, occorre che la quantita' di ossigeno che vi arriva diminuisca.
UN'altro esperimento e' consistito ad immettere un soggetto in una stanza (gabbia di faraday), per isolarlo dal campo elettromagnetico terrestre e totalmente buia, e con uno speciale casco sulla testa che poteva emettere, a comando, un campo magnetico; il tutto con la registrazione visiva e sonora dell'avvenimento ; il soggetto poteva riferire le sue sensazioni ad ogni istante.
Ad un certo punto, dopo qualche tempo (decine di minuti) di silenzio, l'operatore che stava in un'altra stanza fuori dalla gabbia di faraday, dava un'impulso al casco e questo emetteva un certo campo elettromagnetico, solo a quel punto il soggetto riferiva di sentire e percepire delle presenze di esseri, attorno a lui, che scomparivano quando il campo non era piu' emesso dall'operatore, la cosa si e' ripetuta piu' volte, confermando che il cervello e' un'apparecchiatura biologica ricevente anche per altre forme di vita che sono presenti in certi campi elettromagnetici (dimensioni diverse dalle nostre).
UN'altro esperimento e' consistito ad immettere un soggetto in una stanza (gabbia di faraday), per isolarlo dal campo elettromagnetico terrestre e totalmente buia, e con uno speciale casco sulla testa che poteva emettere, a comando, un campo magnetico; il tutto con la registrazione visiva e sonora dell'avvenimento ; il soggetto poteva riferire le sue sensazioni ad ogni istante.
Ad un certo punto, dopo qualche tempo (decine di minuti) di silenzio, l'operatore che stava in un'altra stanza fuori dalla gabbia di faraday, dava un'impulso al casco e questo emetteva un certo campo elettromagnetico, solo a quel punto il soggetto riferiva di sentire e percepire delle presenze di esseri, attorno a lui, che scomparivano quando il campo non era piu' emesso dall'operatore, la cosa si e' ripetuta piu' volte, confermando che il cervello e' un'apparecchiatura biologica ricevente anche per altre forme di vita che sono presenti in certi campi elettromagnetici (dimensioni diverse dalle nostre).
Questa è la prova inconfutabile che il cervello è l’unica e la più perfetta apparecchiatura bio elettronica radio ricevente e trasmittente creata nella Manifestazione dell’UniVerso Mentale per poter comunicare con tutte le tendenti infinite dimensioni di Ella.
Quando si alterano le normali condizioni bio elettroniche neuronali, e l'apporto di ossigeno varia, il cervello e quindi la Coscienza, può “sintonizzarsi” e rivelare TUTTA la Manifestazione, nelle sue varie forme-frequenze.
Smettiamola quindi di dare del “pazzo” a coloro che sono in sintonia con altre parti dell’Universo, ma aiutiamoli a ritornare o stare nel qui ora, nel presente della nostra realtà, in modo che essi possano vivere senza psico dipendenze da altre zone o parti dell’Universo.
Se, in questo UniVerso così immenso che tende ...........all’InFinito spazio e tempo, con miliardi di miliardi di miliardi di galassie con anche esse miliardi di miliardi di miliardi di stelle che a loro volta contengono, miliardi e miliardi di pianeti, ci fossimo solo noi terrestri, che spreco di spazio e di tempo vi sarebbe..........
.....ciò NON ha nessun senso, evidentemente così NON È !!, quindi la Vita è OVUNQUE !!!
.....ciò NON ha nessun senso, evidentemente così NON È !!, quindi la Vita è OVUNQUE !!!
vedi: Progetto Vita
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>Cervello: risonanza 3D scova traumi nascosti in fasci nervi
Ansa - ROMA, 08 Mar. 2012 - Con una nuova tecnica e' possibile vedere i danni provocati al cervello dai traumi (NdR: es. quelli deiVaccini) con la stessa definizione con cui i raggi X mostrano le ossa fratturate. A mettere a punto la risonanza tridimensionale e' stata l'universita' di Pittsburgh, che l'ha descritta sul Journal of Neurosurgery.
Le cellule cerebrali, spiegano gli autori dell'articolo, comunicano attraverso un sistema di fibre nervose che costituiscono la 'materia bianca'. I ricercatori hanno studiato una risonanza magnetica tridimensionale ad alta definizione che agisce insieme a un programma informatico riuscendo a mappare i fasci principali delle fibre, e ad evidenziare danni e interruzioni: "Per la prima volta e' possibile rendere visibili danni una volta nascosti - spiega Walter Schneider, uno degli autori - se non si puo' vedere o quantificare il danno e' difficile trattarlo. Con questa tecnica possiamo virtualmente sezionare i 40 tratti maggiori delle fibre e quantificare quali e quante sono danneggiate".
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Un ricercatore della Sissa (Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati) di Trieste, insieme a colleghi americani, ha illustrato sulla rivista 'Neuron' i meccanismi della visione umana, uno dei processi cognitivi piu' straordinari e affascinanti, ma tuttora poco compreso. Italy, Trieste, 08 Mar. 2012- (Adnkronos)
Perche' riusciamo con apparente semplicita' a identificare e riconoscere le lettere sullo schermo del computer, una tazzina di caffe' sul tavolo e una persona che esce dall'ascensore? Alla base del riconoscimento visivo degli oggetti c'e' un processo molto complesso.
Lo studio dei meccanismi neuronali che ci consentono di interpretare le scene visive ed estrarne informazioni, essenziali per interagire con il mondo circostante e guidare le nostre azioni motorie, e' una sfida aperta per le neuroscienze cognitive, la psicofisica, la neurofisiologia e la computer science.
Sulla rivista "Neuron" Davide Zoccolan, che alla Sissa di Trieste dirige il laboratorio di neuroscienze visive, ha pubblicato insieme ai collaboratori americani James Di Carlo (Mit, Boston) e Nicole Rust (University of Pennsylvania), un articolo che svela molti meccanismi. ''Noi siamo in grado di classificare e identificare gli oggetti, indipendentemente dagli infiniti modi in cui possono presentarsi davanti ai nostri occhi: per la posizione, l'orientamento, la dimensione, il contesto e le condizioni di illuminazione.
E riusciamo a farlo in poche centinaia di millisecondi'', spiega Zoccolan, torinese, dal 2009 alla Sissa.
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Ansa - ROMA, 08 Mar. 2012 - Con una nuova tecnica e' possibile vedere i danni provocati al cervello dai traumi (NdR: es. quelli deiVaccini) con la stessa definizione con cui i raggi X mostrano le ossa fratturate. A mettere a punto la risonanza tridimensionale e' stata l'universita' di Pittsburgh, che l'ha descritta sul Journal of Neurosurgery.
Le cellule cerebrali, spiegano gli autori dell'articolo, comunicano attraverso un sistema di fibre nervose che costituiscono la 'materia bianca'. I ricercatori hanno studiato una risonanza magnetica tridimensionale ad alta definizione che agisce insieme a un programma informatico riuscendo a mappare i fasci principali delle fibre, e ad evidenziare danni e interruzioni: "Per la prima volta e' possibile rendere visibili danni una volta nascosti - spiega Walter Schneider, uno degli autori - se non si puo' vedere o quantificare il danno e' difficile trattarlo. Con questa tecnica possiamo virtualmente sezionare i 40 tratti maggiori delle fibre e quantificare quali e quante sono danneggiate".
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Un ricercatore della Sissa (Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati) di Trieste, insieme a colleghi americani, ha illustrato sulla rivista 'Neuron' i meccanismi della visione umana, uno dei processi cognitivi piu' straordinari e affascinanti, ma tuttora poco compreso. Italy, Trieste, 08 Mar. 2012- (Adnkronos)
Perche' riusciamo con apparente semplicita' a identificare e riconoscere le lettere sullo schermo del computer, una tazzina di caffe' sul tavolo e una persona che esce dall'ascensore? Alla base del riconoscimento visivo degli oggetti c'e' un processo molto complesso.
Lo studio dei meccanismi neuronali che ci consentono di interpretare le scene visive ed estrarne informazioni, essenziali per interagire con il mondo circostante e guidare le nostre azioni motorie, e' una sfida aperta per le neuroscienze cognitive, la psicofisica, la neurofisiologia e la computer science.
Sulla rivista "Neuron" Davide Zoccolan, che alla Sissa di Trieste dirige il laboratorio di neuroscienze visive, ha pubblicato insieme ai collaboratori americani James Di Carlo (Mit, Boston) e Nicole Rust (University of Pennsylvania), un articolo che svela molti meccanismi. ''Noi siamo in grado di classificare e identificare gli oggetti, indipendentemente dagli infiniti modi in cui possono presentarsi davanti ai nostri occhi: per la posizione, l'orientamento, la dimensione, il contesto e le condizioni di illuminazione.
E riusciamo a farlo in poche centinaia di millisecondi'', spiega Zoccolan, torinese, dal 2009 alla Sissa.
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Il cervello usa due metodi distinti per distinguere il vero dal falso - 08 luglio 2009 - Milano, Italy
By ANSA - La capacita' di distinguere il vero dal falso coinvolge due distinti processi mentali e sistemi cerebrali: lo dimostra uno studio italiano. Stabilire se una frase e' vera si fonda soprattutto su un processo di recupero di informazioni dalla memoria, mentre determinare se essa e' falsa attiva processi analoghi a quelli di ragionamento e soluzione di problemi.
By ANSA - La capacita' di distinguere il vero dal falso coinvolge due distinti processi mentali e sistemi cerebrali: lo dimostra uno studio italiano. Stabilire se una frase e' vera si fonda soprattutto su un processo di recupero di informazioni dalla memoria, mentre determinare se essa e' falsa attiva processi analoghi a quelli di ragionamento e soluzione di problemi.
Vero e falso, il cervello li distingue - 25 Ago. 2009
Ci vogliono due aree diverse del cervello per distinguere tra loro le cose vere da quelle false. La scoperta è il frutto delle ricerche di Nicola Canessa e Stefano Cappa, neurologi dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, pubblicate sulla rivista Cortex.
Gli scienziati hanno sottoposto un gruppo di volontari alla risonanza magnetica funzionale, per capire quale parte del cervello è coinvolta nella comprensione delle affermazioni e degli eventi veri, e quale invece ha il compito di distinguere le cose false.
Per fare questo, alle persone coinvolte è stato chiesto di leggere delle affermazioni considerate universalmente vere (ad esempio «gli aerei atterrano») e viceversa delle affermazioni false, controllando in contemporanea l’attività del loro cervello.
Si è allora visto che, quando la frase letta è vera, nel cervello si attivano aree del lobo parietale (vicine alla parte più in alto e laterale del cranio) legate alla memoria; se invece la frase letta è falsa, ad accendersi è il lobo frontale destro (porzione che si trova sopra l’occhio dello stesso lato), deputato al ragionamento. Quest’ultimo fatto, in particolare, secondo gli esperti è dovuto alla necessità di valutare e scoprire la contraddizione contenuta nella frase falsa.
Tratto da: corriereuniv.it>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>Nel cervello, come in un videogame - 22 Dic. 2010
Non c’è niente di meglio di una passeggiata per l’ippocampo per creare un po’ di intimità tra due neuroscienziati.
La scenografia è creata da un ambiente virtuale 3D che si serve di un sistema pensato per i Web-game (Java Monkey), molto divertente da navigare. Ma lo scopo per cui è stato sviluppato questo ambiente è decisamente serio: fare in modo che chi studia il cervello condivida le fantastiche immagini (di solito gelosamente custodite), ottenute con le avanzate tecniche di neuroimaging.
In altre parole, l'obiettivo finale è che ogni laboratorio metta i propri dati a disposizione degli altri, in un unico grande catalogo: Whole Brain Catalog. Si tratta di un database open source e open access, in cui poter esplorare nel dettaglio, attraverso animazioni e disegni al computer, il cervello di un topo.
Il progetto è di Mark Ellisman, docente di neuroscienze e bioingegneria all’Università della California di San Diego, e ad oggi offre 3.595 contenuti, tra immagini e video. Si scarica il programma ed è come avere degli atlanti in tre dimensioni, in cui poter zoomare dall’intero cervello del roditore a un singolo neurone (ovvero, come andare da un continente alla foglia di un albero con Google Earth).
Il catalogo offre numerosi link alle banche dati con cui è stato costruito: l’enciclopedico Allen Brain Atlas, e il Neuroscience Information Framework dei National Institutes of Health. A parte questi due pilastri, sono ancora pochi i laboratori che hanno aperto i propri archivi. Tra questi c’è il laboratorio di Fred Gage del Salk Institute di La Jolla (California), che ha fornito la simulazione in 2D della crescita di una cellula nervosa di un topo adulto (trasformata in una dimostrazione 4D dal team di Ellisman). L’ultimo acquisto riguarda le immagini della retina e del nervo ottico. Buona visione.
By Tiziana Moriconi - Fonte: Wired.it + http://wholebraincatalog.org/index.shtm
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Ci vogliono due aree diverse del cervello per distinguere tra loro le cose vere da quelle false. La scoperta è il frutto delle ricerche di Nicola Canessa e Stefano Cappa, neurologi dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, pubblicate sulla rivista Cortex.
Gli scienziati hanno sottoposto un gruppo di volontari alla risonanza magnetica funzionale, per capire quale parte del cervello è coinvolta nella comprensione delle affermazioni e degli eventi veri, e quale invece ha il compito di distinguere le cose false.
Per fare questo, alle persone coinvolte è stato chiesto di leggere delle affermazioni considerate universalmente vere (ad esempio «gli aerei atterrano») e viceversa delle affermazioni false, controllando in contemporanea l’attività del loro cervello.
Si è allora visto che, quando la frase letta è vera, nel cervello si attivano aree del lobo parietale (vicine alla parte più in alto e laterale del cranio) legate alla memoria; se invece la frase letta è falsa, ad accendersi è il lobo frontale destro (porzione che si trova sopra l’occhio dello stesso lato), deputato al ragionamento. Quest’ultimo fatto, in particolare, secondo gli esperti è dovuto alla necessità di valutare e scoprire la contraddizione contenuta nella frase falsa.
Tratto da: corriereuniv.it>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>Nel cervello, come in un videogame - 22 Dic. 2010
Non c’è niente di meglio di una passeggiata per l’ippocampo per creare un po’ di intimità tra due neuroscienziati.
La scenografia è creata da un ambiente virtuale 3D che si serve di un sistema pensato per i Web-game (Java Monkey), molto divertente da navigare. Ma lo scopo per cui è stato sviluppato questo ambiente è decisamente serio: fare in modo che chi studia il cervello condivida le fantastiche immagini (di solito gelosamente custodite), ottenute con le avanzate tecniche di neuroimaging.
In altre parole, l'obiettivo finale è che ogni laboratorio metta i propri dati a disposizione degli altri, in un unico grande catalogo: Whole Brain Catalog. Si tratta di un database open source e open access, in cui poter esplorare nel dettaglio, attraverso animazioni e disegni al computer, il cervello di un topo.
Il progetto è di Mark Ellisman, docente di neuroscienze e bioingegneria all’Università della California di San Diego, e ad oggi offre 3.595 contenuti, tra immagini e video. Si scarica il programma ed è come avere degli atlanti in tre dimensioni, in cui poter zoomare dall’intero cervello del roditore a un singolo neurone (ovvero, come andare da un continente alla foglia di un albero con Google Earth).
Il catalogo offre numerosi link alle banche dati con cui è stato costruito: l’enciclopedico Allen Brain Atlas, e il Neuroscience Information Framework dei National Institutes of Health. A parte questi due pilastri, sono ancora pochi i laboratori che hanno aperto i propri archivi. Tra questi c’è il laboratorio di Fred Gage del Salk Institute di La Jolla (California), che ha fornito la simulazione in 2D della crescita di una cellula nervosa di un topo adulto (trasformata in una dimostrazione 4D dal team di Ellisman). L’ultimo acquisto riguarda le immagini della retina e del nervo ottico. Buona visione.
By Tiziana Moriconi - Fonte: Wired.it + http://wholebraincatalog.org/index.shtm
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Dolore tuo, dolore mio
Nei soggetti con deficit congenito di percezione del dolore, l'empatia per lo stato emotivo altrui prende una strada neuronale differente, che coinvolge la capacità cognitivo-emotiva Secondo quanto riportato sulla rivista “Neuron”, gli schemi di attivazione delle aree cerebrali coinvolte nel caso di dolore empatico, evidenziati grazie alle tecniche di risonanza magnetica funzionale (fMRI), sono simili a quelli provati in prima persona, ma con alcune sostanziali differenze.
È stato ipotizzato in passato che una persona che non abbia mai provato una specifica emozione dovrebbe avere difficoltà a empatizzare direttamente con una che la stia provando tramite un meccanismo di “rispecchiamento emotivo” e dovrebbe per contro fare affidamento su processi inferenziali di “cambiamento di prospettiva”.
I ricercatori si sono così basati su un campione di soggetti con un deficit di questo tipo, caratterizzati da insensibilità congenita al dolore (CIP), che secondo precedenti studi tendono in effetti a sottostimare il dolore degli altri.
"I soggetti CIP rappresentano un’opportunità unica per verificare questo modello di empatia per stabilire in che modo la mancanza di una rappresentazione mentale del proprio dolore possa influenzare la percezione del dolore altrui”, ha spiegato Nicolas Danziger del Dipartimento di neurofisiologia clinica e Centro del dolore dell'Ospedale Pitié-Salpêtrière di Parigi, in Francia. Sottoposti ad alcuni test in cui veniva loro mostrata una serie di fotografie di visi con espressioni di dolore, i volontari hanno mostrato una diminuzione dell’attivazione fMRI nelle regioni che sovrintendono alla visione, un risultato indicativo di un ridotto disagio emotivo alla vista del dolore altrui.
D’altra parte, nei pazienti CIP, diversamente dal gruppo di controllo, la capacità empatica è fortemente predittiva dell’attivazione delle strutture cerebrali coinvolte nei processi di inferenza degli stati emotivi altrui.
I risultati, secondo i ricercatori, suggeriscono che in assenza di una “risonanza emotiva” plasmata da personali esperienze di dolore, i pazienti CIP possono solo affidarsi alle loro capacità empatiche di immaginazione del dolore, e in particolare attraverso l'attivazione dei processi cognitivo-emozionali. (fc)
Tratto da: lescienze.espresso.repubblica.it - sintesi dell'articolo sulla rivista “Neuron”
Nei soggetti con deficit congenito di percezione del dolore, l'empatia per lo stato emotivo altrui prende una strada neuronale differente, che coinvolge la capacità cognitivo-emotiva Secondo quanto riportato sulla rivista “Neuron”, gli schemi di attivazione delle aree cerebrali coinvolte nel caso di dolore empatico, evidenziati grazie alle tecniche di risonanza magnetica funzionale (fMRI), sono simili a quelli provati in prima persona, ma con alcune sostanziali differenze.
È stato ipotizzato in passato che una persona che non abbia mai provato una specifica emozione dovrebbe avere difficoltà a empatizzare direttamente con una che la stia provando tramite un meccanismo di “rispecchiamento emotivo” e dovrebbe per contro fare affidamento su processi inferenziali di “cambiamento di prospettiva”.
I ricercatori si sono così basati su un campione di soggetti con un deficit di questo tipo, caratterizzati da insensibilità congenita al dolore (CIP), che secondo precedenti studi tendono in effetti a sottostimare il dolore degli altri.
"I soggetti CIP rappresentano un’opportunità unica per verificare questo modello di empatia per stabilire in che modo la mancanza di una rappresentazione mentale del proprio dolore possa influenzare la percezione del dolore altrui”, ha spiegato Nicolas Danziger del Dipartimento di neurofisiologia clinica e Centro del dolore dell'Ospedale Pitié-Salpêtrière di Parigi, in Francia. Sottoposti ad alcuni test in cui veniva loro mostrata una serie di fotografie di visi con espressioni di dolore, i volontari hanno mostrato una diminuzione dell’attivazione fMRI nelle regioni che sovrintendono alla visione, un risultato indicativo di un ridotto disagio emotivo alla vista del dolore altrui.
D’altra parte, nei pazienti CIP, diversamente dal gruppo di controllo, la capacità empatica è fortemente predittiva dell’attivazione delle strutture cerebrali coinvolte nei processi di inferenza degli stati emotivi altrui.
I risultati, secondo i ricercatori, suggeriscono che in assenza di una “risonanza emotiva” plasmata da personali esperienze di dolore, i pazienti CIP possono solo affidarsi alle loro capacità empatiche di immaginazione del dolore, e in particolare attraverso l'attivazione dei processi cognitivo-emozionali. (fc)
Tratto da: lescienze.espresso.repubblica.it - sintesi dell'articolo sulla rivista “Neuron”
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Il Cervello emana onde elettromagnetiche:
Le onde emanate dal cervello sono onde a frequenza elettromagnetica molto bassa (VLF) ed estremamente bassa (ELF), vedi rapporto AirResearce sulle Bio-comunicazioni e Laboratorio di Bio-Informazioni di Mosca.
I neurologi e psicologi russi che per anni hanno studiato questo tipo di “trasmissione” biologica del cervello, essi che per anni hanno considerato il cervello e la mente umana poco più che un semplice apparato elettrochimico, hanno dedotto che al contrario esso è con la mente (percezione di sé) ivi residente, un sistema molto più complesso ed efficiente; in pratica hanno descritto ciò affermando che: “gli organismi ed i circuiti nervosi, cosi come tutte le altre componenti degli organismi viventi presiedono a funzioni protettive e di adattamento…….la natura ha dotato tutta la materia vivente di strutture nervose assai raffinate……..la trasmissione elettromagnetica di informazioni mentali a distanza, rappresenta una funzione vitale del sistema nervoso; ciò porta ad un concetto dedotto logicamente: il sistema nervoso centrale degli esseri umani (cervello compreso) è sede di strumenti assai sofisticati di radiocomunicazioni biologiche, di una complessità ed efficacia di gran lunga superiori a quelle dei più recenti apparecchi per le radiocomunicazioni oggi esistenti.
Queste “nascoste” capacità sono in noi presenti e latenti, basta saperle sviluppare per utilizzarle per noi stessi e per il bene comune. Il futuro dell’uomo è dia arrivare a riutilizzare queste possibilità per comunicare con la natura stessa………di qualsiasi dimensione !
vedi: Campo CEM corporeo (Aura)
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vedi: Campo CEM corporeo (Aura)
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Cervello: arriva microchip che dialoga con neuroni cerebrali - 03 Set 2012
Padova, (Italy) - Un consorzio europeo di scienziati italiani, israeliani e tedeschi coordinato da Stefano Vassanelli, neurofisiologo al Dipartimento di Scienze Biomediche dell'Universita' degli Studi di Padova, ha sviluppato un microchip di silicio impiantabile nel cervello e capace di stabilire una comunicazione bi-direzionale e ad alta risoluzione con in neuroni cerebrali. La ricerca, condotta nell'ambito del progetto CyberRat finanziato dalla Comunita' Europea, si e' avvalsa di avanzate tecnologie del silicio per creare dei microchip a forma di ago direttamente impiantabili nel cervello. Un rivestimento di diossido di titanio di spessore nanometrico ottenuto mediante speciali procedure di deposizione ha conferito al chip alta biocompatibilita'. Grazie a sensori e attuatori di dimensioni micrometriche integrati nel chip, e' stato possibile registrare l'attivita' di grandi popolazioni di neuroni in varie regioni cerebrali con una risoluzione di soli dieci micrometri."Oltre a raggiungere per la prima volta una risoluzione cosi' elevata - spiega il professor Vassanelli - la tecnica ha consentito di stabilire con i neuroni una comunicazione bi-direzionale: da cervello a chip, registrando l'attivita' neuronale, e da chip a cervello stimolandola.
La nuova tecnologia sviluppata in CyberRat rappresenta la base di partenza per lo sviluppo di nuovi sofisticati strumenti sperimentali utili a capire come le reti complesse che i neuroni creano nel cervello interconnettendosi sono in grado di elaborare le informazioni".
E' possibile cosi' intravedere in futuro l'applicazione di questa tecnologia per la creazione di neuroprotesi "intelligenti", capaci di registrare l'attivita' cerebrale ad alta risoluzione, elaborare delle risposte mediante microelaboratori su chip e stimolare il cervello in un circuito ibrido neuro-elettronico. Questo approccio sara' di grande aiuto per la terapia di malattie neurologiche, tra cui il Parkinson e l'epilessia.
Tratto da: salute.agi.it
Commento NdR: quello che non dicono e’ che questa possibilita’ verra’ anche sfruttata per impiantare nel cervello di certi soggetti ed a loro insaputa, il chip in modo da poterli controllare a distanza.….
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Padova, (Italy) - Un consorzio europeo di scienziati italiani, israeliani e tedeschi coordinato da Stefano Vassanelli, neurofisiologo al Dipartimento di Scienze Biomediche dell'Universita' degli Studi di Padova, ha sviluppato un microchip di silicio impiantabile nel cervello e capace di stabilire una comunicazione bi-direzionale e ad alta risoluzione con in neuroni cerebrali. La ricerca, condotta nell'ambito del progetto CyberRat finanziato dalla Comunita' Europea, si e' avvalsa di avanzate tecnologie del silicio per creare dei microchip a forma di ago direttamente impiantabili nel cervello. Un rivestimento di diossido di titanio di spessore nanometrico ottenuto mediante speciali procedure di deposizione ha conferito al chip alta biocompatibilita'. Grazie a sensori e attuatori di dimensioni micrometriche integrati nel chip, e' stato possibile registrare l'attivita' di grandi popolazioni di neuroni in varie regioni cerebrali con una risoluzione di soli dieci micrometri."Oltre a raggiungere per la prima volta una risoluzione cosi' elevata - spiega il professor Vassanelli - la tecnica ha consentito di stabilire con i neuroni una comunicazione bi-direzionale: da cervello a chip, registrando l'attivita' neuronale, e da chip a cervello stimolandola.
La nuova tecnologia sviluppata in CyberRat rappresenta la base di partenza per lo sviluppo di nuovi sofisticati strumenti sperimentali utili a capire come le reti complesse che i neuroni creano nel cervello interconnettendosi sono in grado di elaborare le informazioni".
E' possibile cosi' intravedere in futuro l'applicazione di questa tecnologia per la creazione di neuroprotesi "intelligenti", capaci di registrare l'attivita' cerebrale ad alta risoluzione, elaborare delle risposte mediante microelaboratori su chip e stimolare il cervello in un circuito ibrido neuro-elettronico. Questo approccio sara' di grande aiuto per la terapia di malattie neurologiche, tra cui il Parkinson e l'epilessia.
Tratto da: salute.agi.it
Commento NdR: quello che non dicono e’ che questa possibilita’ verra’ anche sfruttata per impiantare nel cervello di certi soggetti ed a loro insaputa, il chip in modo da poterli controllare a distanza.….
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Definiamo l'anima di ogni uomo, come l'insieme dei programmi e delle informazioni che stanno nel suo cervello.
La differenza, rispetto all'elettronica, è che nei sistemi biologici il software è in grado di costruire e modificare l'hardware, ma a parte questo importante dettaglio, per il resto il discorso è molto simile.
"L'ani+ma" del “Computer” è l’Ego/IO; il “processore” mentre lavora, elaborando i dati (lo spirito) per mezzo dei programmi (schemi mentali), e quel lavoro è dato dall'integrazione dei dati ricevuti in input (consci ed inconsci), elaborati in un certo modo (che in gran parte deriva dal suo software, ma anche dai supporti fisici, con la loro velocità, consumo energetico, ecc) ed inviati alle unità di output.
Cosi come il SNC riceve “informazioni” (dall’interno e dall’esterno), le modula in diverse sedi dal primo neurone al neurone corticale e da questo alla rete neuronale della corteccia di associazione, mettendole a disposizione e scambiandole anche con i vari atomi edelettroni che sono presenti nel DNA di ogni neurone e certo grazie a come è strutturato ontologicamente e filogeneticamente, ma anche come si è strutturato fisicamente dalla nascita in poi (neuroplasticità), e dai "programmi" e/o comportamentali, ricevuti per mezzo del DNA e di quelli appresi, dalla mole dei dati registrati (la memoria), dalle possibilità operative di inviare dati in uscita, motori essenzialmente, ma non solo (per es.: modulativi)
Oggi dobbiamo usare molte parole convenzionali comunemente accettate e comprensibili per poterci capire, per arrivare a definire bene questo suono/parola: Ego/IO.
Es.: Per ottenere le migliori “prestazioni” dal nostro computer biologico (i cervelli), occorre che i liquidi (vedi il Terreno + Matrice ) nel quali sono immersi i vari organi, cervello compreso, abbiano un pH vicino a 7,14, un potenziale elettronico rH vicino a 28 ed una resistività rò, molto alta -
vedi: Bio Elettronica
vedi: Bio Elettronica
In questi valori l’intelligenza sarà evidente e molto abile nel risolvere i problemi della vita; al contrario se questi valori si abbasseranno verso l’acidità o si innalzeranno verso il basico, con un basso potenziale, ed un’alta resistivita’, il “computer” sarà sempre più lento e meno abile a fornire risposte utili ai fabbisogni giornalieri.
L’alimentazione ed i processi Nutrizionali sono da tenere sotto controllo se desideriamo essere efficienti ed abili nella Vita;
Ecco le generali modalità per star bene:
Ecco le generali modalità per star bene:
La Medicina Biologica o Naturale è la Scienza che procede indagando sulle Vere cause che provocano le malattie, cercando di risolverle nel miglior ed unico modo possibile e cioè, ri-muovendo tutte le cause ri-trovate, senza ricorrere ad interventi cruenti o nocivi per gli stati fisiologici e psichici generali, (che invece sono sempre presenti negli “effetti collaterali” utilizzando i farmaci allopatici moderni), seguendo procedure che siano in sintonia con le “Leggi Cosmiche” dalle quali tutti i complessi biologici dipendono.
Si tratta dell’applicazione, attraverso l’Educazione alla Salute, di procedimenti fisici, psicologici, l’impiego di sostanze naturali ed atossiche, atte a ripristinare le “alterazioni” Psicofisiche e le intossicazioni intervenute nello stato di malattia, in modo da recuperare la Perfetta Salute, in quanto questa è un patrimonio ed un diritto acquisito dalla nascita, da parte di tutti gli esseri viventi ma e sopra tutto dalla “forma Umana” e per mantenerla tale occorre rispettare delle regole fondamentali che si possono sintetizzare nel saper controllare il corpo in modo che sia mantenuto il più possibile con un pH fisiologico adatto (minimo a pH 7,35).
Si tratta dell’applicazione, attraverso l’Educazione alla Salute, di procedimenti fisici, psicologici, l’impiego di sostanze naturali ed atossiche, atte a ripristinare le “alterazioni” Psicofisiche e le intossicazioni intervenute nello stato di malattia, in modo da recuperare la Perfetta Salute, in quanto questa è un patrimonio ed un diritto acquisito dalla nascita, da parte di tutti gli esseri viventi ma e sopra tutto dalla “forma Umana” e per mantenerla tale occorre rispettare delle regole fondamentali che si possono sintetizzare nel saper controllare il corpo in modo che sia mantenuto il più possibile con un pH fisiologico adatto (minimo a pH 7,35).
La forma Umana è stata progettata per funzionare con un pH corporeo quasi neutro (leggermente alcalino) e con potere ossido/riducente tendente al neutro e come tale deve essere mantenuto per star bene e vivere il più possibile nel benEssere.
Per rimanere in quei limiti occorre che ci si alimenti con diete idriche di acque le più pure possibili (a basso tenore di minerali residui) e con cibi integrali, biologici, con prevalenza di verdura e frutta crude, alle volte cotte, pochissime proteine di tipo vegetale e rarissimamente di quelle animali, preferendo carne di pesce piccolo (niente molluschi, crostacei) ed alle volte di piccoli animali terrestri; mai cibarsi di quelli grandi nemmeno se sono ancora lattanti; praticando ginnastiche o movimento all’aria aperta e con la pelle in contatto con il sole e l’aria, riposando adeguatamente, respirando bene e profondamente, cercando di non crearsi degli inutili conflitti spirituali oltre a quelli che la vita stessa propone, arrivando a pensare in positivo il più possibile in modo da digerire bene anche tutte le asperità della vita.
vedi Cure naturali + Protocollo della Salute
vedi Cure naturali + Protocollo della Salute
Fare all’Amore spesso e bene con il proprio partner, Meditare, Riflettere, pregare, ascoltare o fare musica melodiosa, ballare con musiche rilassanti o gioiose, giocare e passeggiare in mezzo alla Natura, sono medicine gratuite che vanno utilizzate il più possibile per mantenersi in Perfetta Salute.
Ecco descritte le semplici regole per star bene e per poter far funzionare al meglio la propria mente/organo, cervello ed avere anche una buona memoria.
La memoria utilizza anche una “velocità di elaborazione e di fissazione” dei dati ricevuti, possiamo dire analogicamente in linguaggio moderno, che una memoria può funzionare come quella di un computer con un “clock a 32 MHertz” altre ancora più veloci nei “64, 120, 266, 300, bit” ecc.; più la velocità sarà alta, più saranno veloci le reazioni e le risposte all’ambiente interno ed esterno al corpo.
Nel cervello i percorsi neuronali (sinapsi) crescono per la morte di cellule competitive, selettive; questi “sentieri” una volta definiti, rimangono. Sono comunque i Campi Informatici (CEI) centro mossi dall’Ego/IO, l’Ente con la Sua Mente e quindi anche dai Geni delDNA, che “appaiono” nel fisico per attivare i programmi di definizione dei percorsi dei neuroni, anche per la formazione, l’attivazione e perfezionamento del linguaggio; uno dei meccanismi che si attivano nel cervello per mezzo dell’interazione degli eventi è per esempio l’efflusso di Calcio nei neuroni; gli effetti di intermodulazione del Campo (CEI) Psico Energo BioFisico sono sinergici con la totalità dell’organismo.
Per ottenere ciò, come abbiamo già detto, occorre una alimentazione biologico integrale, tendenzialmente a base di prodotti crudi dell’orto frutta, in grande quantità e per la nutrizione, l’utilizzo di micro diete + integratori multi microbici, alghe, - vedi Protocollo della Salute - a seconda dei casi, sono la base su cui lavorare, ma occorre anche attenzione, concentrazione, da prestare alle sollecitazioni di ogni tipo e che il cervello sia il più possibilmente allenato in modo che esso possa creare (nei periodi di veglia) continue connessioni sinaptiche atte a formare e perfezionare il “programma Operativo” dell’evoluzione Spirituale, che negli esseri Viventi si chiama: schema della Mente.
Ricordiamo che la Mente/organo è di fatto essa stessa un “organo indipendente” una struttura ben definita nellospazio/tempo, fatta di energia plasmica che staziona e sopravvive “galleggiando” all’interno dei cervelli, superiore all’interno del Cranio ed in quello inferiore, detto encefalo enterico che è nell’intestino e nel "Cervello del Cuore" (la Trinita' nell'Uomo).
Quest’organo plasmico, (radiofrequenza) la mente, deve essere inteso come una bolla di sapone di energia, formata da tendenti infinite bollicine interne, ognuna delle quali contiene al suo interno insiemi di fotoni i quali a loro volta sono formati da unioni di Info - Tachioni (monopoli Ante+ e monopoli Ante-); in parole povere la mente/organo è la parte esterna di una bolla di vortice centromosso di un Atomo, cioe’ un’insieme di gas fotonico con elettroni e positroni = in fase di formazione, che si alimenta per mezzo della Luce/Informazione e che produce a sua volta energia, Luce – Informazione, che viene “rivelata” (tradotta) dalla “nevroglia” e quindi dai neuroni i quali la trasformano in energia elettromagnetica e quindi in energia biochimica, fornendo quindi gli ordini bio elettro chimici ai vari sistemi ed organi del corpo per il loro movimento. Quindi il meccanismo e l’interazione fra Ego/IO, Luce (InFormAzione),Mente/organo (energia) e cervello-corpo è assolutamente dimostrabile in ogni situazione.
In sintesi vogliamo anche ricordare che la mente (vegetale, animale, umana), ha la stessa "qualità" intrinseca degli oggetti che osserva e che ha desiderato e quindi creato, si è evoluta con essi ed interagendo dinamicamente con essi, è stata capace (per intrinseche proprietà) di crearne rappresentazioni olografiche - virtuali in se stessa.
Di fatto nulla esiste in sé, tutto è vibrazione (movimento) ed informazione olografica immaginaria (virtuale) della matrice spazio/temporale, tutto è mente-immagine, in un insieme di menti che formano la grande mente Universale.
Seguendo la natura complessa della matrice mentale/energetico/materiale, che tende a suddividersi all’inFinito in ogni suo singolo frattale, in essa si sviluppano in questo modo aggregati informativi vibrazionali, olografici, detti oggetti, quali anche corpo fino al nostro organo/cervello, che, interagendo con gli altri aggregati, ne creano, come in un gioco di specchi, implicite rappresentazioni illusorie che nascono e muoiono secondo i tempo/spazi della mente.
In Essa il tutto è rappresentato all’inFinito in modo parziale ed oggettivo seguendo le linee guida del soggettivo mentale UniVersale.
Le ricerche del Tedeschi hanno dimostrato che i vari livelli di InFormAzione sono in relazione costante fra le varie e specifiche frequenze cerebrali con i vari organi fisici corrispondenti, ormai ben definiti e delineati del corpo umano. Per cui è possibile, determinare con molto anticipo sulla somatizzazione delle malattie fisiche, l’anomalia delle frequenze e quindi di ordine InFormAzionale o Spirituale che dir si voglia.
Quindi come perfetti BioRisuonatori, noi offriamo anche al mondo circostante il nostro stato di salute Spirituale/fisico ed i nostri ideali-traguardi, interagendo con quelli altrui.
Con queste premesse è facile comprendere come si possa facilmente “programmare” un essere vivente, anche standogli vicino ed informandolo solamente di dati che interessano il suo programmatore.
Una antica tecnica di de-programmazione e/o ri-programmazione della mente/organo di un soggetto, era quella dell’imposizione delle mani sulla testa del soggetto da deprogrammare, mettendolo preventivamente in stato di massimo rilassamento ed in ginocchio davanti al deprogrammatore; in genere funzionava abbastanza bene, ma si instaurava una psico dipendenza dal soggetto deprogrammatore.
Ancor oggi vi sono dei movimenti religiosi che utilizzano questa tecnica per rendere psico dipendenti i loro adepti.
Quindi si sconsiglia di imporre o di farsi imporre facilmente le mani sulla testa, in quanto possono essere influenzate le onde della mente/organo del soggetto al quale si impongono le mani, rendendolo molto facilmente deprogrammato, ma riprogrammato ad ubbidire al deprogrammatore e/o riprogrammatore.
Diffidate da coloro che vogliono imporvi le mani sulla testa, fate molta attenzione, probabilmente desiderano produrre in voi, psico dipendenza da loro.
Solamente se siete “forti” con un Ego/IO adulto, divenuto un Noi al servizio della ManiFestAzione dell’InFinito nel Finito, potete “giocare” con loro, in quanto essi NON potranno fare nulla su di voi.
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>NEUROFISIOLOGIA - La memoria “cache” del cervello
La memoria procedurale rimane impressa nella chimica delle sinapsi. E il merito non è di un’attività cellulare costante.
Uno studio su Science:
Quando guidiamo un’automobile o ci allacciamo le scarpe memorizziamo una serie di gesti che vengono richiamati in modo più veloce e automatico ogni volta che compiamo nuovamente quell’azione. È la cosiddetta working memory o memoria procedurale, il cui funzionamento assomiglia a quello della memoria cache di un computer che, per esempio, ci permette di aprire più velocemente una pagina internet già visitata.
Uno studio condotto da Gianluigi Mongillo dell’istituto di ricerca francese Cnrs, e Omri Barak e Misha Tsodyks del Weizmann Institute (Israele) sembrerebbe smentire la convinzione diffusa che questo tipo di memoria venga fissata grazie all’attività continua di un certo numero di neuroni specifici: al contrario, la memoria procedurale sarebbe registrata a livello dei cambiamenti chimici che restano nelle cellule dopo il passaggio dell’impulso nervoso nelle sinapsi (i punti di contatto e comunicazione fra i neuroni).
Il messaggio nervoso si trasmette da un neurone all’altro attraverso la sinapsi: proprio in questo punto, la cellula “a monte” (presinaptica) rilascia nello spazio fra le due cellule una quantità di molecole di neurotrasmettitore (il messaggero del segnale nervoso) che, venendo a contatto con la membrana della cellula “a valle”, induce in essa i cambiamenti chimici necessari alla trasmissione del messaggio. Ogni impulso comporta nella cellula presinaptica una diminuzione della quantità di neurotrasmettitore e un aumento della concentrazione di ioni calcio.Secondo Mongillo e collaboratori, proprio queste conseguenze chimiche dell’impulso renderebbero le sinapsi più “forti” e già pronte per il prossimo stimolo. Le diverse configurazioni fra i neuroni coinvolti nella cascata di impulsi collegati a un’azione costituiscono la specifica base della memoria pronta per essere rapidamente riutilizzata per compiere un’azione analoga.
Secondo gli autori, il vantaggio di questo meccanismo è notevole soprattutto a livello metabolico: si tratta infatti di un sistema di memorizzazione di tipo “latente”, che non richiede un’attività costante e dispendiosa delle cellule, ma che viene attivato solo nel momento in cui serve. (s.s.)
Tratto da: galileonet.it
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>La RAM del cervello in ogni singolo neurone - Fonte: “Nature Neuroscience” - Gen. 2009
Uno studio ha identificato specifici segnali che indicano la presenza di una memoria cellulare e rivelano come il cervello conservi temporaneamente le informazioni.
Singole cellule nervose nelle regioni frontali del cervello possono conservare una traccia di memoria per circa un minuto o anche di più, secondo una recente ricerca svolta presso lo UT Southwestern Medical Center.
Lo studio, disponibile online e pubblicato sull’ultimo numero della rivista “Nature Neuroscience”, è il primo a identificare specifici segnali che indicano la presenza di una memoria cellulare e che rivelano in che modo il cervello è il grado di conservare temporaneamente le informazioni.
“Le conclusioni dello studio potrebbero avere importanti implicazioni per comprendere i fenomeni di dipendenza, dei disturbi del’attenzione e della perdita di memoria correlata a un evento stressante”, ha spiegato Don Cooper, docente di psichiatria della UT Southwestern e autore senior dello studio, che è stato condotto su topi di laboratorio.
I ricordi permanenti sono immagazzinati in modo permanente quando il glutammato attiva i canali ionici sulle cellule nervose nel cervello per riorganizzare e rafforzare nel connessioni tra neuroni. Ma il processo impiega minuti od ore per avviarsi e concludersi, ed è quindi troppo lento per conservare temporaneamente l’informazione che si trasmette in modo rapido.
"Questo tipo di memoria – ha commentato Cooper – è simile alla RAM di un computer, la memoria che conserva temporaneamente i dati e che consente di svolgere diverse operazioni”.
I ricercatori hanno trovato che i rapidi input che durano meno di un secondo innescano un processo di memoria cellulare in singole cellule che dura circa un minuto, denominato trasmissione metabotropica del glutammato. In particolare è stato individuato uno specifico recettore metabotropico per il glutammato chiamato mGluR5 che, quando viene attivato, inizia una cascata di segnalazione utilizzando il calcio per conservare le tracce mnemoniche.
Questa trasmissione nella parte più evoluta del cervello conserva l’informazione istante per istante. (fc)Tratto da: lescienze.espresso.repubblica.it
Commento NdR: NON hanno ancora capito la memoria dei dati raccolti e/o autogenerati, viene impressa, quindi memorizzata, anche e soprattutto negli atomi contenuti nelle molecole che compongono le cellule neuroniche !
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>NEUROFISIOLOGIA - La memoria “cache” del cervello
La memoria procedurale rimane impressa nella chimica delle sinapsi. E il merito non è di un’attività cellulare costante.
Uno studio su Science:
Quando guidiamo un’automobile o ci allacciamo le scarpe memorizziamo una serie di gesti che vengono richiamati in modo più veloce e automatico ogni volta che compiamo nuovamente quell’azione. È la cosiddetta working memory o memoria procedurale, il cui funzionamento assomiglia a quello della memoria cache di un computer che, per esempio, ci permette di aprire più velocemente una pagina internet già visitata.
Uno studio condotto da Gianluigi Mongillo dell’istituto di ricerca francese Cnrs, e Omri Barak e Misha Tsodyks del Weizmann Institute (Israele) sembrerebbe smentire la convinzione diffusa che questo tipo di memoria venga fissata grazie all’attività continua di un certo numero di neuroni specifici: al contrario, la memoria procedurale sarebbe registrata a livello dei cambiamenti chimici che restano nelle cellule dopo il passaggio dell’impulso nervoso nelle sinapsi (i punti di contatto e comunicazione fra i neuroni).
Il messaggio nervoso si trasmette da un neurone all’altro attraverso la sinapsi: proprio in questo punto, la cellula “a monte” (presinaptica) rilascia nello spazio fra le due cellule una quantità di molecole di neurotrasmettitore (il messaggero del segnale nervoso) che, venendo a contatto con la membrana della cellula “a valle”, induce in essa i cambiamenti chimici necessari alla trasmissione del messaggio. Ogni impulso comporta nella cellula presinaptica una diminuzione della quantità di neurotrasmettitore e un aumento della concentrazione di ioni calcio.Secondo Mongillo e collaboratori, proprio queste conseguenze chimiche dell’impulso renderebbero le sinapsi più “forti” e già pronte per il prossimo stimolo. Le diverse configurazioni fra i neuroni coinvolti nella cascata di impulsi collegati a un’azione costituiscono la specifica base della memoria pronta per essere rapidamente riutilizzata per compiere un’azione analoga.
Secondo gli autori, il vantaggio di questo meccanismo è notevole soprattutto a livello metabolico: si tratta infatti di un sistema di memorizzazione di tipo “latente”, che non richiede un’attività costante e dispendiosa delle cellule, ma che viene attivato solo nel momento in cui serve. (s.s.)
Tratto da: galileonet.it
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>La RAM del cervello in ogni singolo neurone - Fonte: “Nature Neuroscience” - Gen. 2009
Uno studio ha identificato specifici segnali che indicano la presenza di una memoria cellulare e rivelano come il cervello conservi temporaneamente le informazioni.
Singole cellule nervose nelle regioni frontali del cervello possono conservare una traccia di memoria per circa un minuto o anche di più, secondo una recente ricerca svolta presso lo UT Southwestern Medical Center.
Lo studio, disponibile online e pubblicato sull’ultimo numero della rivista “Nature Neuroscience”, è il primo a identificare specifici segnali che indicano la presenza di una memoria cellulare e che rivelano in che modo il cervello è il grado di conservare temporaneamente le informazioni.
“Le conclusioni dello studio potrebbero avere importanti implicazioni per comprendere i fenomeni di dipendenza, dei disturbi del’attenzione e della perdita di memoria correlata a un evento stressante”, ha spiegato Don Cooper, docente di psichiatria della UT Southwestern e autore senior dello studio, che è stato condotto su topi di laboratorio.
I ricordi permanenti sono immagazzinati in modo permanente quando il glutammato attiva i canali ionici sulle cellule nervose nel cervello per riorganizzare e rafforzare nel connessioni tra neuroni. Ma il processo impiega minuti od ore per avviarsi e concludersi, ed è quindi troppo lento per conservare temporaneamente l’informazione che si trasmette in modo rapido.
"Questo tipo di memoria – ha commentato Cooper – è simile alla RAM di un computer, la memoria che conserva temporaneamente i dati e che consente di svolgere diverse operazioni”.
I ricercatori hanno trovato che i rapidi input che durano meno di un secondo innescano un processo di memoria cellulare in singole cellule che dura circa un minuto, denominato trasmissione metabotropica del glutammato. In particolare è stato individuato uno specifico recettore metabotropico per il glutammato chiamato mGluR5 che, quando viene attivato, inizia una cascata di segnalazione utilizzando il calcio per conservare le tracce mnemoniche.
Questa trasmissione nella parte più evoluta del cervello conserva l’informazione istante per istante. (fc)Tratto da: lescienze.espresso.repubblica.it
Commento NdR: NON hanno ancora capito la memoria dei dati raccolti e/o autogenerati, viene impressa, quindi memorizzata, anche e soprattutto negli atomi contenuti nelle molecole che compongono le cellule neuroniche !
Il cervello che si autoripara
Sebbene l’abilità degli astrociti di produrre MT sia nota da decenni, si riteneva finora che il loro compito fosse quello di proteggere gliastrociti mentre questi ultimi cercano di riparare i danni agli altri neuroni
Un gruppo di ricercatori ha scoperto un modo nuovo e completamente inaspettato con cui il cervello argina i danni ai nervi: sono le cellule note come astrociti a rilasciare proteine di protezione dei neuroni vicini.
Gli astrociti rappresentano cellule di supporto con varie funzioni: uno dei loro ruoli è quello di "soccorrere" i nervi danneggiati durante un trauma cerebrale e di formare tessuto cicatriziale nell’area danneggiata.
Roger Chung e colleghi del Menzies Research Institute dell'Università della Tasmania, in Australia, hanno trovato un altro trucco per svolgere il loro compito. Dopo che è stato prodotto un danno al tessuto, gli astrociti producono in sovrappiù una proteina chiamata metallotioneina (MT) e la secernono verso i nervi circostanti; al MT è una proteina che neutralizza radicali liberi e ioni metallici e di conseguenza previene il danno cellulare che tali molecole possono provocare.
Sebbene l’abilità degli astrociti di produrre MT sia nota da decenni, si riteneva finora che il loro compito fosse quello di proteggere gli astrociti: questi ultimi cercano invece di riparare i danni agli altri neuroni.
Chung e colleghi hanno dimostrato che l’MT era presente nel fluido esterno in seguito a un danno provocato a un cervello di ratto. Inoltre, con l’aiuto di una proteina MT fluorescente, hanno osservato che le MT prodotte dagli astrociti possono essere trasportate all’esterno della cellula e successivamente assorbite dai nervi circostanti, e che il livello di MT è correlato con la riuscita della riparazione dei neuroni.
Sebbene l’esatto ruolo fisiologico svolto dalle MT nel promuovere la riparazione debba ancora essere identificato, questo inatteso ruolo per la proteina potrebbe aprire la strada a nuove strategie terapeutiche per il trattamento dei traumi cranici. (fc)
Tratto da: .kiwari.com
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>Alimentazione e Cervello: riduzione 30% calorie migliora memoria del 20%
Diete a basso apporto di calorie e ricche di acidi grassi insaturi (UFA) sarebbero benefiche per le funzioni cognitive, soprattutto durante l'invecchiamento. Lo dimostra una ricerca della University of Munster, pubblicata in questi giorni su Proceedings of the National Academy of Sciences (A.V. Witte et al., Caloric restriction improves memory in elderly humans, PNAS, Jan. 2009).
Diete a basso apporto di calorie e ricche di acidi grassi insaturi (UFA) sarebbero benefiche per le funzioni cognitive, soprattutto durante l'invecchiamento. Lo dimostra una ricerca della University of Munster, pubblicata in questi giorni su Proceedings of the National Academy of Sciences (A.V. Witte et al., Caloric restriction improves memory in elderly humans, PNAS, Jan. 2009).
I ricercatori tedeschi hanno testato in un disegno prospettico se gli effetti benefici di una dieta povera di calorie, riscontrati precedentemente in studi animali, potessero essere indotti negli umani. Il campione, composto da 50 soggetti anziani sani con peso fra la norma e il sovrappeso (fra cui 29 femmine con età media 60,5 anni e BMI medio di 28 kg/m2), è stato stratificato in 3 gruppi: uno a restrizione calorica (riduzione del 30%), uno a incremento calorico (aumento del 20%), uno di controllo.
La memoria dei partecipanti allo studio è stata esaminata in condizioni standard prima e tre mesi dopo l'intervento.
Risultato: nel gruppo a restrizione calorica le capacità di memoria verbale risultavano aumentate del 20%. I livelli del fattore neurotrofico cervello derivato non risultavano cambiati. Negli altri due gruppi non sono stati rilevati cambiamenti di rilievo.
Gli Autori ritengono che "i meccanismi alla base di questi miglioramenti possono includere una più elevata plasticità sinaptica e una maggiore stimolazione dei circuiti neurofacilitatori del cervello in ragione di una migliore sensibilità insulinica e di una ridotta attività infiammatoria".
Lo studio - concludono gli Autori - "può essere di aiuto nella definizione di strategie innovative di prevenzione finalizzate a mantenere in efficienza le funzioni cognitive durante l'invecchiamento".By Marco Mozzoni - Thursday, 29 January 2009
Tratto da: brainfactor.it
vedi: I batteri controllano la nostra mente + Il Magnesio protegge dall'Ictus
Commento NdR: Sapevamo già che alcuni alimenti contenenti fosforo sono un toccasana per il cervello, in quanto mantengono attiva e vigile la memoria e la concentrazione, ad esempio il cacao, agisce sul cervello come un eccitante.
Queste sostanze hanno il potere di nutrire il cervello e di agire sull’umore, spesso risollevandoci da periodi di depressione o rendendoci più attenti in periodi di grande stress mentale.
Gli Omega3, le Vitamine B12 , l’Acido Folico delle verdure verdi e dei cereali, la Vitamina E che si trova nell’olio di oliva, le Vitamine C e D (kiwi, agrumi, broccoli, cereali integrali).
A questi aggiungete gli aminoacidi come Tirosina e Colina, nelle mandorle; il Magnesio e il Selenio nelle verdure, il Triptofano e i Flavonoidi (banana, spinaci, mirtilli, more). Insomma, per mantenere sano il cervello occorre avere una alimentazione ricca di un po’ tutti i cibi soprattutto crudi.
Se siete convinti vegani, trovate il modo di sostituire le proteine e le vitamine mancanti con integratori - microdiete -, perchè aver cura del corpo va bene, ma se non avete cura del vostro cervello è comunque inutile tutto il resto.
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>Il cervello femminile è architettonicamente diverso da quello maschile - 17 Luglio 2008
LONDRA - L'ultimo numero della rivista britannica "New Scientist" affronta uno studio sulle differenze tra il cervello maschile e quello femminile. Secondo la ricerca esistono "architetture agli antipodi" e "differenti lunghezze d'onda".
Alcuni studi effettuati dalla Medical School di Harvard, dall'universita' della California e dall'Universita' canadese McGill di Montreal dimostrano che uomini e donne ragionano in maniera totalmente opposta e sono piu' portati ciascuno per differenti mansioni: le donne hanno un'organizzazione cerebrale che le rende piu' brave a prendere decisioni e a concentrarsi maggiormente sulle emozioni, mentre gli uomini sono spinti di piu' verso il sesso e l'azione.
Quindi risulterebbe non piu' sostenibile la tesi delle differenze riconducibili a educazione, mentalita' e ormoni. (Agr)
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>Descritti struttura e funzionamento della neuroglobinaLa prossima generazione di trattamenti contro l'ictus potrebbe essere basata su una proteina già presente nel nostro cervello, la neuroglobina. In un articolo pubblicato sul numero di novembre di The FASEB Journal un gruppo di ricercatori dell’Università di Roma descrive a fondo questa proteina che potrebbe avere un ruolo chiave nello sviluppo di nuove terapie che minimizzino i danni cerebrali e migliorino il recupero dei pazienti. Secondo i ricercatori, la proteina sarebbe coinvolta nella risposta cerebrale a situazioni di carenza di ossigeno e avrebbe un ruolo protettivo sui neuroni.
Strutturalmente simile all’emoglobina presente nel sangue e alla mioglobina dei muscoli, la neuroglobina è presente nei neuroni, con maggiore prevalenza proprio nelle aree cerebrali che sono maggiormente a rischio di stress fisiologici come gli ictus. A differenza di emoglobina e mioglobina, però, la funzione primaria della neuroglobina non sarebbe il trasporto dell’ossigeno: secondo gli autori la neuroglobina sembra essere coinvolta in primo luogo nel metabolismo dell’ossido di azoto, e attraverso di esso esplicherebbe i suoi effetti protettivi.
"La comprensione di come il nostro cervello utilizzi una molecola simile all’emoglobina che ha funzioni protettive e di recupero della funzionalità – ha osservato il direttore di Faseb Journal Gerald Weissmann – costituisce un importante passo verso un più concreto aiuto a chi è colpito da ictus o problemi analoghi.”
Tratto da: blog.libero.it>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
La memoria dei partecipanti allo studio è stata esaminata in condizioni standard prima e tre mesi dopo l'intervento.
Risultato: nel gruppo a restrizione calorica le capacità di memoria verbale risultavano aumentate del 20%. I livelli del fattore neurotrofico cervello derivato non risultavano cambiati. Negli altri due gruppi non sono stati rilevati cambiamenti di rilievo.
Gli Autori ritengono che "i meccanismi alla base di questi miglioramenti possono includere una più elevata plasticità sinaptica e una maggiore stimolazione dei circuiti neurofacilitatori del cervello in ragione di una migliore sensibilità insulinica e di una ridotta attività infiammatoria".
Lo studio - concludono gli Autori - "può essere di aiuto nella definizione di strategie innovative di prevenzione finalizzate a mantenere in efficienza le funzioni cognitive durante l'invecchiamento".By Marco Mozzoni - Thursday, 29 January 2009
Tratto da: brainfactor.it
vedi: I batteri controllano la nostra mente + Il Magnesio protegge dall'Ictus
Commento NdR: Sapevamo già che alcuni alimenti contenenti fosforo sono un toccasana per il cervello, in quanto mantengono attiva e vigile la memoria e la concentrazione, ad esempio il cacao, agisce sul cervello come un eccitante.
Queste sostanze hanno il potere di nutrire il cervello e di agire sull’umore, spesso risollevandoci da periodi di depressione o rendendoci più attenti in periodi di grande stress mentale.
Gli Omega3, le Vitamine B12 , l’Acido Folico delle verdure verdi e dei cereali, la Vitamina E che si trova nell’olio di oliva, le Vitamine C e D (kiwi, agrumi, broccoli, cereali integrali).
A questi aggiungete gli aminoacidi come Tirosina e Colina, nelle mandorle; il Magnesio e il Selenio nelle verdure, il Triptofano e i Flavonoidi (banana, spinaci, mirtilli, more). Insomma, per mantenere sano il cervello occorre avere una alimentazione ricca di un po’ tutti i cibi soprattutto crudi.
Se siete convinti vegani, trovate il modo di sostituire le proteine e le vitamine mancanti con integratori - microdiete -, perchè aver cura del corpo va bene, ma se non avete cura del vostro cervello è comunque inutile tutto il resto.
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>Il cervello femminile è architettonicamente diverso da quello maschile - 17 Luglio 2008
LONDRA - L'ultimo numero della rivista britannica "New Scientist" affronta uno studio sulle differenze tra il cervello maschile e quello femminile. Secondo la ricerca esistono "architetture agli antipodi" e "differenti lunghezze d'onda".
Alcuni studi effettuati dalla Medical School di Harvard, dall'universita' della California e dall'Universita' canadese McGill di Montreal dimostrano che uomini e donne ragionano in maniera totalmente opposta e sono piu' portati ciascuno per differenti mansioni: le donne hanno un'organizzazione cerebrale che le rende piu' brave a prendere decisioni e a concentrarsi maggiormente sulle emozioni, mentre gli uomini sono spinti di piu' verso il sesso e l'azione.
Quindi risulterebbe non piu' sostenibile la tesi delle differenze riconducibili a educazione, mentalita' e ormoni. (Agr)
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>Descritti struttura e funzionamento della neuroglobinaLa prossima generazione di trattamenti contro l'ictus potrebbe essere basata su una proteina già presente nel nostro cervello, la neuroglobina. In un articolo pubblicato sul numero di novembre di The FASEB Journal un gruppo di ricercatori dell’Università di Roma descrive a fondo questa proteina che potrebbe avere un ruolo chiave nello sviluppo di nuove terapie che minimizzino i danni cerebrali e migliorino il recupero dei pazienti. Secondo i ricercatori, la proteina sarebbe coinvolta nella risposta cerebrale a situazioni di carenza di ossigeno e avrebbe un ruolo protettivo sui neuroni.
Strutturalmente simile all’emoglobina presente nel sangue e alla mioglobina dei muscoli, la neuroglobina è presente nei neuroni, con maggiore prevalenza proprio nelle aree cerebrali che sono maggiormente a rischio di stress fisiologici come gli ictus. A differenza di emoglobina e mioglobina, però, la funzione primaria della neuroglobina non sarebbe il trasporto dell’ossigeno: secondo gli autori la neuroglobina sembra essere coinvolta in primo luogo nel metabolismo dell’ossido di azoto, e attraverso di esso esplicherebbe i suoi effetti protettivi.
"La comprensione di come il nostro cervello utilizzi una molecola simile all’emoglobina che ha funzioni protettive e di recupero della funzionalità – ha osservato il direttore di Faseb Journal Gerald Weissmann – costituisce un importante passo verso un più concreto aiuto a chi è colpito da ictus o problemi analoghi.”
Tratto da: blog.libero.it>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Bloccare un enzima per arginare i danni da ictus - 22 settembre 2010
L'identificazione di NOX4 come enzima dotato di un ruolo chiave nella morte dei neuroni in seguito a un ictus apre le porte a una promettente terapia contro questa malattia
L'inibizione dell'enzima NOX4, che ha un ruolo centrale nella produzione cellulare di perossido di idrogeno, può essere la chiave per ridurre notevolmente i danni causati da un ictus. E' questo il risultato di un ricerca condotta presso le Università di Maastricht e di Würzburg - di cui viene riferito in un articolo pubblicato su PLoS Biology - nella quale è stata somministrata una sostanza che inibisce quell'enzima riscontrando che i danni cerebrali conseguenti a un ictus risultavano notevolmente ridotti anche quando la somministrazione avveniva a distanza di ore dall'evento.
Il perossido di idrogeno - la comune acqua ossigenata - è una delle sostanze più attive prodotte nel corso delle reazioni infiammatorie soprattutto dai macrofagi per "sterilizzare" il sito in cui avviene un danno e per eliminare agenti patogeni e cellule danneggiate.
Buona parte dei danni conseguenti a un ictus non sono, com'è noto, dovuti all'evento in sé ma all'eccesso di reazione dell'organismo. "L'ictus ischemico è la seconda causa di morte al mondo. Attualmente esiste una sola terapia approvata e la sua efficacia è alquanto ridotta, senza contare che può essere utilizzata solamente nel 10 per cento circa dei pazienti, mentre nel restante 90 per cento è esclusa a causa delle sue controindicazioni", spiega Christoph Kleinschnitz, uno dei coordinatori della ricerca. "E' quindi urgente trovare nuove terapie. Uno dei candidati a questo ruolo è il meccanismo ossidativo, ma finora i tentativi di utilizzare antiossidanti non sono stati coronati da successo nei trial clinici."
Questo studio prospetta una nuova strategia per inibire la fonte del perossido di idrogeno e bloccarne la produzione. "E' importante il fatto che l'eliminazione del gene NOX4 nel topo non appare dare luogo ad anormalità e quindi non ci si dovrebbe aspettare evidenti effetti collaterali dall'uso di futuri farmaci che inibiscano NOX4", ha aggiunto Harald Schmidt, il secondo coordinatore della ricerca.
L'identificazione di NOX4 come enzima dotato di un ruolo chiave nella morte dei neuroni in seguito a un ictus lo candida allo sviluppo di una promettente terapia contro questa malattia. "La scoperta può avere implicazioni anche per altre condizioni patologiche in cui il perossido di idrogeno o altre specie reattive dell'ossigeno possono avere un ruolo di primo piano, ma in cui gli antiossidanti o le vitamine non hanno avuto successo. Inibire la fonte del perossido di idrogeno e di altri radicali liberi può rappresentare la soluzione a lungo cercata per affrontare anche infarto, tumori e malattie neurodegenerative come il Parkinson o l'Alzheimer", ha concluso Schmidt. (gg)
Tratto da: lescienze.espresso.repubblica.it
Commento NdR: le normali reazioni dell'organismo quando vi sono dei problemi, NON e' la giusta via da percorrere; megliorimuovere le cause che, anche in questo caso, sono derivanti da sangue ricco di tossine che con il tempo si depositano nellamicrocircolazione impedendo il normale nutrimento e depurazione delle cellule e quindi dei tessuti che compongono, in questo caso, quello nervoso. Ricordiamo che il sangue si forma e si informa dalle ossa e dall'intestino.
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>Ictus: ipotermia protegge il cervello da danni - 7 Mar. 2012
AGI - Londra - I danni provocati al cervello da un ictus sono spesso gravissimi. Questo a causa della carenza di ossigeno (ipossia) che manda in sofferenza le diverse aree cerebrali. L'unico modo per evitare questi danni e' intervenire immediatamente sul coagulo di sangue che impedisce l'apporto di sangue e di ossigeno al cervello.
Una nuova ricerca pubblicata sulla rivista BioMed Central Experimental & Translational Medicine dimostra che l'ipotermia lieve (34 gradi centigradi) puo' ridurre gli effetti collaterali durante le prime 24 ore dopo il verificarsi di un ictus, nonche' aumentare le possibilita' di intervenire per mezzo dell'attivatore tissutale del plasminogeno (tPA). Quando un coagulo di sangue blocca il flusso di plasma nel cervello (ictus ischemico) la parte bisognosa di ossigeno inizia rapidamente a morire.
Al fine di evitare danni significativi la tPA deve essere prestata al paziente il piu' presto possibile dopo l'insorgenza dei sintomi, al massimo entro le prime quattro ore e mezza.
Un team di ricercatori dell'Universita' di Erlangen, guidati da Rainer Kollmar, ha verificato se una condizione di lieve ipotermia puo' rivelarsi utile nell'evitare danni al cervello attraverso una serie di esperimenti effettuati sui topi. I ricercatori hanno scoperto che mentre l'ipotermia ha ridotto la quantita' di gonfiore dei tessuti cerebrali danneggiati da un ictus, la tPA (somministrata 90 minuti dopo l'evento patologico) ne ha determinato un aumento.
"In tutti i casi verificati - ha spiegato Kollmar - l'ipotermia si e' mostrata in grado di compensare gli effetti collaterali di tPA". Preliminari studi clinici stanno cominciando a mostrare che e' possibile trattare i pazienti che hanno avuto un ictus anche combinando ipotermia e tPA. "I nostri risultati - ha concluso lo scienziato tedesco - suggeriscono che l'ipotermia puo' compensare gli effetti collaterali del tPA, mentre solo ulteriori studi mostreranno se e' anche in grado di aumentare la finestra temporale per le opportunita' o meno di intervento con tPA".
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>Promemoria:
Quando affermiamo: il cervello sente, vede, ecc., diciamo una cosa realmente IMPRECISA:NON e' il cervello che vede ! il cervello e' SOLO l'interfaccia fisiologica fra L'Ego/IO (micro buco nero sul Vuotoquantomeccanico ed e' totalmente statico...ed Infinito, quindi immortale), cioe' l'Essere (e' Lui che VEDE) e la mente (mare sul quale galleggia l'Ente spirituale = mente che pero' alle volte mentisce) gli mette a disposizione le immagini da visionare (immaginazione = dentro l'immagine), che e' il programma operativo (software) che fa funzionare il cervello che e' l'organo fisico preposto ad attivarsi quando gli si immette il "Programma- Progetto Vita", insito nel Vuotoquantomeccanico, cioe' nell'Infinito Essere che tutti Viventi SONO.
TUTTO il corpo null'altro e' che l'interfaccia fra l'Essere Spirituale e lo spazio-tempo nel quale esso si manifesta, per attivare, conoscere, partecipare, vivere....ed e' lo spazio-tempo che si muove, perche' l'osservatore e' Statico, Immobile perche' infinitamenteEterno !>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>IDENTIFICATA la CAUSA di 130 MALATTIE del CERVELLO ? - 04.01.2011
Un gruppo di ricercatori del Wellcome Trust Sanger Institute di Cambridge e dell’Edinburgh University sono stati in grado di mappare le 1461 proteine che costituiscono la densità postsinaptica
Un team di ricercatori inglesi ha annunciato una scoperta che segna una svolta epocale nella comprensione dei meccanismi all'origine di numerose malattie del cervello.
Gli scienziati sono infatti riusciti a mappare le 1461 proteine che interagiscono nella densità postsinaptica, una specifica area delle sinapsi cerebrali da tempo riconosciuta per il ruolo che ricopre in diverse patologie.
Nel corso della sperimentazione sono stati analizzati dei campioni cerebrali prelevati nel corso di alcune operazioni chirurgiche: “Abbiamo identificato 130 "malattie" del cervello in cui sono coinvolte le densità postsinaptiche – spiega uno degli autori dello studio, Seth Grant – Tra esse, ci sono comuni patologie debilitanti come l’Alzheimer, il Parkinson o altre malattie neurodegenerative così come l’epilessia e malattie dello sviluppo dei bambini come l’autismo o le difficoltà di apprendimento.
La nostra scoperta - ha precisato - mostra che le densità postsinaptiche sono lo snodo di un’ampia gamma di malattie checolpiscono milioni di persone”.
Lo studio, apparso sulla rivista Nature Neuroscience, lascia intravedere importanti applicazioni terapeutiche. “Piuttosto che puntare sui “soliti sospetti”, disponiamo adesso di una lista completa di più di 1000 sospetti”, afferma Jeffrey L. Noebels, professore di Neurologia, Neuroscienze e Genetica umana al Baylor College of Medicine. “Dal momento che in molte malattie è coinvolto lo stesso gruppo di proteine, ora possiamo essere in grado di sviluppare nuovi trattamenti che possono essere impiegati in più patologie – prosegue Grant. Inoltre, "Possiamo ipotizzare altri modi per sviluppare test diagnostici e per aiutare i medici a classificare le patologie".
By Alessandro Veronesi - Tratto da: Infosalute.info
L'identificazione di NOX4 come enzima dotato di un ruolo chiave nella morte dei neuroni in seguito a un ictus apre le porte a una promettente terapia contro questa malattia
L'inibizione dell'enzima NOX4, che ha un ruolo centrale nella produzione cellulare di perossido di idrogeno, può essere la chiave per ridurre notevolmente i danni causati da un ictus. E' questo il risultato di un ricerca condotta presso le Università di Maastricht e di Würzburg - di cui viene riferito in un articolo pubblicato su PLoS Biology - nella quale è stata somministrata una sostanza che inibisce quell'enzima riscontrando che i danni cerebrali conseguenti a un ictus risultavano notevolmente ridotti anche quando la somministrazione avveniva a distanza di ore dall'evento.
Il perossido di idrogeno - la comune acqua ossigenata - è una delle sostanze più attive prodotte nel corso delle reazioni infiammatorie soprattutto dai macrofagi per "sterilizzare" il sito in cui avviene un danno e per eliminare agenti patogeni e cellule danneggiate.
Buona parte dei danni conseguenti a un ictus non sono, com'è noto, dovuti all'evento in sé ma all'eccesso di reazione dell'organismo. "L'ictus ischemico è la seconda causa di morte al mondo. Attualmente esiste una sola terapia approvata e la sua efficacia è alquanto ridotta, senza contare che può essere utilizzata solamente nel 10 per cento circa dei pazienti, mentre nel restante 90 per cento è esclusa a causa delle sue controindicazioni", spiega Christoph Kleinschnitz, uno dei coordinatori della ricerca. "E' quindi urgente trovare nuove terapie. Uno dei candidati a questo ruolo è il meccanismo ossidativo, ma finora i tentativi di utilizzare antiossidanti non sono stati coronati da successo nei trial clinici."
Questo studio prospetta una nuova strategia per inibire la fonte del perossido di idrogeno e bloccarne la produzione. "E' importante il fatto che l'eliminazione del gene NOX4 nel topo non appare dare luogo ad anormalità e quindi non ci si dovrebbe aspettare evidenti effetti collaterali dall'uso di futuri farmaci che inibiscano NOX4", ha aggiunto Harald Schmidt, il secondo coordinatore della ricerca.
L'identificazione di NOX4 come enzima dotato di un ruolo chiave nella morte dei neuroni in seguito a un ictus lo candida allo sviluppo di una promettente terapia contro questa malattia. "La scoperta può avere implicazioni anche per altre condizioni patologiche in cui il perossido di idrogeno o altre specie reattive dell'ossigeno possono avere un ruolo di primo piano, ma in cui gli antiossidanti o le vitamine non hanno avuto successo. Inibire la fonte del perossido di idrogeno e di altri radicali liberi può rappresentare la soluzione a lungo cercata per affrontare anche infarto, tumori e malattie neurodegenerative come il Parkinson o l'Alzheimer", ha concluso Schmidt. (gg)
Tratto da: lescienze.espresso.repubblica.it
Commento NdR: le normali reazioni dell'organismo quando vi sono dei problemi, NON e' la giusta via da percorrere; megliorimuovere le cause che, anche in questo caso, sono derivanti da sangue ricco di tossine che con il tempo si depositano nellamicrocircolazione impedendo il normale nutrimento e depurazione delle cellule e quindi dei tessuti che compongono, in questo caso, quello nervoso. Ricordiamo che il sangue si forma e si informa dalle ossa e dall'intestino.
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>Ictus: ipotermia protegge il cervello da danni - 7 Mar. 2012
AGI - Londra - I danni provocati al cervello da un ictus sono spesso gravissimi. Questo a causa della carenza di ossigeno (ipossia) che manda in sofferenza le diverse aree cerebrali. L'unico modo per evitare questi danni e' intervenire immediatamente sul coagulo di sangue che impedisce l'apporto di sangue e di ossigeno al cervello.
Una nuova ricerca pubblicata sulla rivista BioMed Central Experimental & Translational Medicine dimostra che l'ipotermia lieve (34 gradi centigradi) puo' ridurre gli effetti collaterali durante le prime 24 ore dopo il verificarsi di un ictus, nonche' aumentare le possibilita' di intervenire per mezzo dell'attivatore tissutale del plasminogeno (tPA). Quando un coagulo di sangue blocca il flusso di plasma nel cervello (ictus ischemico) la parte bisognosa di ossigeno inizia rapidamente a morire.
Al fine di evitare danni significativi la tPA deve essere prestata al paziente il piu' presto possibile dopo l'insorgenza dei sintomi, al massimo entro le prime quattro ore e mezza.
Un team di ricercatori dell'Universita' di Erlangen, guidati da Rainer Kollmar, ha verificato se una condizione di lieve ipotermia puo' rivelarsi utile nell'evitare danni al cervello attraverso una serie di esperimenti effettuati sui topi. I ricercatori hanno scoperto che mentre l'ipotermia ha ridotto la quantita' di gonfiore dei tessuti cerebrali danneggiati da un ictus, la tPA (somministrata 90 minuti dopo l'evento patologico) ne ha determinato un aumento.
"In tutti i casi verificati - ha spiegato Kollmar - l'ipotermia si e' mostrata in grado di compensare gli effetti collaterali di tPA". Preliminari studi clinici stanno cominciando a mostrare che e' possibile trattare i pazienti che hanno avuto un ictus anche combinando ipotermia e tPA. "I nostri risultati - ha concluso lo scienziato tedesco - suggeriscono che l'ipotermia puo' compensare gli effetti collaterali del tPA, mentre solo ulteriori studi mostreranno se e' anche in grado di aumentare la finestra temporale per le opportunita' o meno di intervento con tPA".
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>Promemoria:
Quando affermiamo: il cervello sente, vede, ecc., diciamo una cosa realmente IMPRECISA:NON e' il cervello che vede ! il cervello e' SOLO l'interfaccia fisiologica fra L'Ego/IO (micro buco nero sul Vuotoquantomeccanico ed e' totalmente statico...ed Infinito, quindi immortale), cioe' l'Essere (e' Lui che VEDE) e la mente (mare sul quale galleggia l'Ente spirituale = mente che pero' alle volte mentisce) gli mette a disposizione le immagini da visionare (immaginazione = dentro l'immagine), che e' il programma operativo (software) che fa funzionare il cervello che e' l'organo fisico preposto ad attivarsi quando gli si immette il "Programma- Progetto Vita", insito nel Vuotoquantomeccanico, cioe' nell'Infinito Essere che tutti Viventi SONO.
TUTTO il corpo null'altro e' che l'interfaccia fra l'Essere Spirituale e lo spazio-tempo nel quale esso si manifesta, per attivare, conoscere, partecipare, vivere....ed e' lo spazio-tempo che si muove, perche' l'osservatore e' Statico, Immobile perche' infinitamenteEterno !>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>IDENTIFICATA la CAUSA di 130 MALATTIE del CERVELLO ? - 04.01.2011
Un gruppo di ricercatori del Wellcome Trust Sanger Institute di Cambridge e dell’Edinburgh University sono stati in grado di mappare le 1461 proteine che costituiscono la densità postsinaptica
Un team di ricercatori inglesi ha annunciato una scoperta che segna una svolta epocale nella comprensione dei meccanismi all'origine di numerose malattie del cervello.
Gli scienziati sono infatti riusciti a mappare le 1461 proteine che interagiscono nella densità postsinaptica, una specifica area delle sinapsi cerebrali da tempo riconosciuta per il ruolo che ricopre in diverse patologie.
Nel corso della sperimentazione sono stati analizzati dei campioni cerebrali prelevati nel corso di alcune operazioni chirurgiche: “Abbiamo identificato 130 "malattie" del cervello in cui sono coinvolte le densità postsinaptiche – spiega uno degli autori dello studio, Seth Grant – Tra esse, ci sono comuni patologie debilitanti come l’Alzheimer, il Parkinson o altre malattie neurodegenerative così come l’epilessia e malattie dello sviluppo dei bambini come l’autismo o le difficoltà di apprendimento.
La nostra scoperta - ha precisato - mostra che le densità postsinaptiche sono lo snodo di un’ampia gamma di malattie checolpiscono milioni di persone”.
Lo studio, apparso sulla rivista Nature Neuroscience, lascia intravedere importanti applicazioni terapeutiche. “Piuttosto che puntare sui “soliti sospetti”, disponiamo adesso di una lista completa di più di 1000 sospetti”, afferma Jeffrey L. Noebels, professore di Neurologia, Neuroscienze e Genetica umana al Baylor College of Medicine. “Dal momento che in molte malattie è coinvolto lo stesso gruppo di proteine, ora possiamo essere in grado di sviluppare nuovi trattamenti che possono essere impiegati in più patologie – prosegue Grant. Inoltre, "Possiamo ipotizzare altri modi per sviluppare test diagnostici e per aiutare i medici a classificare le patologie".
By Alessandro Veronesi - Tratto da: Infosalute.info
Commento NdR: ....ma quello che non dicono a chiare lettere e' che, le proteine mancanti e/o eccedenti e/o anomale, lo sono in quanto le funzioni principali cellulari (una delle quali e' proprio la produzione e la specializzazione delle proteine) sono alterateda vari cofattori, in primis i VACCINI (proteine tossiche complesse a DNA), metalli tossici, micotossine, virus, batteri eterologhi e/o mutati ed infine proteine eterologhe anche quelle introdotte con alimenti contaminati e/o industrializzati e non biologici, generando quelle malfunzioni cellulari e tissutali e quindi organiche, che poi analizzando e controllando le proteine, con appositi esami di laboratorio, si ritrovano in forma anomala, alterata o deficitaria.
Comunque ben vengano queste ricerche, perche' corroborano tutto cio' che noi affermiamo da decenni, cioe' che sono soprattutto i vaccini i quali sono la base per qualsiasi malattia anche cerebrale, anche perche' vengono propinati fin da bambini... !
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Comunque ben vengano queste ricerche, perche' corroborano tutto cio' che noi affermiamo da decenni, cioe' che sono soprattutto i vaccini i quali sono la base per qualsiasi malattia anche cerebrale, anche perche' vengono propinati fin da bambini... !
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Ictus, scoperto il gene che segnala il rischio
Scoperta la variante genetica che rileva la predisposizione all'ictus. La notizia è stata pubblicata su "Nature Genetics" ed è frutto del lavoro di un gruppo internazionale di ricercatori coordinati dalla St. George University.
Il lavoro ha coinvolto scienziati europei, australiani ed americani che hanno messo a confronto il patrimonio genetico di circa 10 mila persone colpite dalla patologia con quello di 40 mila soggetti sani. Importante il contributo italiano con la partecipazione allo studio della Fondazione Istituto Neurologico Carlo Besta, guidato da Eugenio Parati.
L'incrocio dei dati ha consentito di individuare un gene, denominato HDAC9, la cui alterazione fa aumentare il rischio d'ictus ischemico.
vedi: Circolazione sanguigna
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Scoperta la variante genetica che rileva la predisposizione all'ictus. La notizia è stata pubblicata su "Nature Genetics" ed è frutto del lavoro di un gruppo internazionale di ricercatori coordinati dalla St. George University.
Il lavoro ha coinvolto scienziati europei, australiani ed americani che hanno messo a confronto il patrimonio genetico di circa 10 mila persone colpite dalla patologia con quello di 40 mila soggetti sani. Importante il contributo italiano con la partecipazione allo studio della Fondazione Istituto Neurologico Carlo Besta, guidato da Eugenio Parati.
L'incrocio dei dati ha consentito di individuare un gene, denominato HDAC9, la cui alterazione fa aumentare il rischio d'ictus ischemico.
vedi: Circolazione sanguigna
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IntelligenzaFinalmente gli scienziati hanno capito cosa rende un'animale più intelligente di un'altro. Si è sempre affermato che era una questione di quantità di cervello, ma poi si è specificato che era il rapporto del peso del cervello rispetto al corpo a "pesare".
E invece no !
Studiando varie specie di uccelli gli scienziati hanno osservato che le specie col cervello più lateralizzato, cioè coi 2 emisferi che lavorano indipendentemente, sono anche le più intelligenti. Cioè l'intelligenza dipende dalla specializzazione delle funzioni intellettive, un fatto che è rozzamente osservabile dal grado di lateralizzazione degli emisferi cerebrali. Questo spiegherebbe fra l'altro la superiorità tecnica del cervello maschile rispetto al femminile.
Afferma il neuroscienziato cognitivo Giorgio Vallortigara dell'università di Trento, specialista per l'intelligenza dei polli: "L'idea di un collegamento tra una forte lateralizzazione e abilità cognitiva girava nell'aria da molti anni, ma è stato fatto poco lavoro sperimentale di comparazione con gli animali. Questo studio fornisce un affascinante conferma del legame tra cognizione superiore e asimmetria del cervello."
E invece no !
Studiando varie specie di uccelli gli scienziati hanno osservato che le specie col cervello più lateralizzato, cioè coi 2 emisferi che lavorano indipendentemente, sono anche le più intelligenti. Cioè l'intelligenza dipende dalla specializzazione delle funzioni intellettive, un fatto che è rozzamente osservabile dal grado di lateralizzazione degli emisferi cerebrali. Questo spiegherebbe fra l'altro la superiorità tecnica del cervello maschile rispetto al femminile.
Afferma il neuroscienziato cognitivo Giorgio Vallortigara dell'università di Trento, specialista per l'intelligenza dei polli: "L'idea di un collegamento tra una forte lateralizzazione e abilità cognitiva girava nell'aria da molti anni, ma è stato fatto poco lavoro sperimentale di comparazione con gli animali. Questo studio fornisce un affascinante conferma del legame tra cognizione superiore e asimmetria del cervello."
www.mednat.org
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