Il mito è un racconto ambientato nel passato, di pura invenzione, con lo scopo di dare una spiegazione a vari aspetti della realtà. Inizialmente, i miti erano tramandati per via orale nelle famiglie, ma successivamente, con la nascita della scrittura e lo sviluppo delle arti grafiche, diventarono uno dei soggetti preferiti da scrittori ed artisti. Quasi tutti i popoli antichi svilupparono dei miti, ed ancora oggi alcune popolazioni della terra ne conservano nella loro tradizione comune.
Tra i vari miti , quelli di origine greca sono i più conosciuti, per la loro bellezza e varietà, e la stessa parola mito deriva dal greco. Inizialmente il termine significava "storia", "racconto", e successivamente, quando ci si rese conto della loro origine fantastica, il vocabolo passò a significare "invenzione", "fantasia".
I miti greci furono assimilati dalla cultura romana e sono giunti fino a noi, diventando parte della nostra cultura ed ispirando molti autori ed artisti, anche se noi oggi vi attribuiamo un significato differente da quello originario.
I miti greci hanno principalmente come soggetti eroi o dei, come quello di Prometeo. Esso narra del previdente Prometeo e del suo stolto fratello Epimeteo. Essi erano due dei Titani, antiche divinità che regnavano sulla terra prima di essere scacciate dagli dei dell' Olimpo. Prometeo era considerato ideatore di tutte le tecniche, ed i Greci attribuivano a lui ogni conoscenza tecnica che possedevano. Secondo gli Antichi, era stato lui a plasmare gli uomini e gli animali da forme di argilla. Tuttavia l' argilla si era ben presto esaurita, e questo spiegava perchè gli uomini fossero in minoranza rispetto agli animali. Per ovviare al problema, Prometeo riplasmò alcuni animali in uomini, e questo spiegherebbe perchè certi umani avessero sembianze antropomorfe, ma comportamenti da animali.
Si racconta anche che Prometeo donò il fuoco agli uomini. Un tempo infatti regnava sulla terra un' età d'oro, nella quale tutti gli uomini vivevano felici. Ma a causa dell' ira di Zeus, gli uomini furono costretti a faticare e a lavorare per continuare a vivere. Prometeo allora, per aiutarli, rubò il fuoco dall' officina del dio Efesto e lo nascose in una canna, donandolo agli uomini. Quando Zeus seppe dell' accaduto, si infuriò ed incaricò Efesto di forgiare una donna molto bella, di nome Pandora, ma fornita di un vaso contenente ogni tipo di male e malattie. Quando Pandora si presentò ad Epimeteo, egli, nonostante gli avvertimenti del fratello, accolse la donna, la quale liberò così tutti i mali del suo vaso sulla terra. Zeus incatenò poi Prometeo ad una rupe, dove ogni giorno un' aquila gli divorava le viscere, che gli ricrescevano. Fu liberato da Eracle, in riconoscimento di ciò che aveva compiuto per gli uomini.
All' origine del mito vi è probabilmente un antichissimo dio del fuoco. Ad Atene esisteva un altare nel quale bruciava un fuoco sacro a Prometeo, ed ogni anno si svolgeva la lampadedromia, una corsa a staffetta con una fiaccola in mano fino al centro della città. Più in generale, ogni popolo antico aveva il suo dio del fuoco, e presso gli antichi il fuoco era ritenuto simbolo di prosperità e di vita. Per questo si cercava di custodirlo il più a lungo possibile, come facevano le sacerdotesse Vestali a Roma , che conservavano un fuoco perenne.
Nel corso del tempo, la figura di Prometeo è cambiata. La figura iniziale di un dio sapiente si è mutata in quella di un eroe ribelle, simbolo della scienza e del progresso. Durante l' età classica, come testimonia una tragedia di Eschilo, Prometeo divenne simbolo di progresso, oppresso ingiustamente da Zeus. Per la sua ostinazione e la sua superbia, Prometeo venne interpretato come un eroe negativo nel corso del Medioevo e dell' età moderna, paragonato a Lucifero che si ribella all' autorità divina. Nel 1700 invece, alcuni poeti, come Ghoete, rivalutarono la sua figura, facendone il simbolo di un' umanità che vuole liberarsi dalla sua sofferenza tramite la conoscenza e la via del progresso scientifico. Oggi aggettivi come "prometeico" e "titanico" indicano uno sforzo enorme, di chi vuole varcare un limite insuperabile.
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