martedì 28 maggio 2013

IL POEMA OMERICO DELL'ILIADE

  L'Iliade è un poema epico tradizionalmente attribuito ad Omero, composto da ventiquattro libri o canti, ognuno dei quali è indicato con una lettera dell'alfabeto greco maiuscolo, per un totale di 15.688 versi in esametri dattilici. Il titolo deriva da Īlĭŏn, l'altro nome dell'antica Troia, cittadina dell'Ellesponto (e da non confondere con Ilion nell'Epiro). Opera ciclopica e complessa, è un caposaldo della letteratura greca e occidentale. Narra le vicende di un breve periodo della storia della guerra di Troia, accadute nei cinquantuno giorni dell'ultimo anno di guerra, cui l'ira di Achille è l'argomento portante del poema.L'Iliade è articolata in 24 libri che raccontano 51 giorni dell'ultimo anno della guerra di Troia. Il nucleo conduttore della storia è l'ira d'Achille, valoroso guerriero acheo. Attorno alla sua ira si snodano le varie aristie, ovvero le narrazioni di gesta d'altri eroi. Parallelamente a queste si svolgono anche le teomachie (battaglie di dei).
In questo caso l'autore è Omero - in greco Ὅμηρος, Hómēros - autore di due fondamenti della letteratura occidentale, l'Iliade e l'Odissea. Si ritiene sia vissuto nell'VIII secolo a.C. Sia l'Iliade che l'Odissea, viaggio di Ulisse fino a casa, erano parte di una raccolta chiamata Storie di Troia.
I poemi del ciclo troiano erano otto ed oltre ad Odissea e Iliade comprendevano anche: CypriaL'EtiopideLa Piccola IliadeLa caduta di TroiaI RitorniTelegonia, in gran parte andate perduti. Si conoscono i loro nomi e parte dei contenuti grazie a Proco, poeta greco vissuto nelV secolo, che li riassunse in un manoscritto.
Nell'Iliade, oltre agli dèi e agli uomini, si trova una sottocasta di semidei antropomorfi. Tra questi vi è anche Achille. Nei testi epici tali personaggi si possono riconoscere dato che hanno un genitore divino mentre l'altro è un umano. Le ambientazioni della storia sono meno realistiche rispetto all'Odissea.
Le città sono descritte in maniera insufficiente; invece le navi achee sono descritte con molta più concentrazione ed impegno da parte dell'autore.
Lo stile narrativo della storia è maestoso.Il principe troiano Paride, rapì Elena, moglie del re spartano Menelao. Si mobilitò così tutta la Grecia Achea per vendicare l'offesa compiuta da Paride. Dopo nove anni di assedio Agamennone, capo dell'armata achea e fratello di Menelao, si rifiutò di restituire a Crise, sacerdote di Apollo, la figlia Criseide, che egli ottenne come preda di guerra. Perciò il dio inflisse una pestilenza al campo dei Greci, costringendo Agamennone a restituire Criseide. Per compensarsi della perdita sottrasse ad Achille la sua schiava Briseide. Achille, sdegnato, ritenendo d'avere ricevuto un affronto, decide di non combattere più a fianco degli Achei, che senza di lui subiscono gravi perdite. Patroclo, amico di Achille, decide di scendere in campo con le sue armi ma viene ucciso da Ettore, principe ereditario troiano e comandante in capo dell'esercito, che poi lo spoglia. Achille, riarmato da Efesto, torna a combattere per vendicare la morte dell'amico; trova lo scontro con Ettore che uccide in duello, infierendo sul suo corpo e confiscando il cadavere. Il re dei troiani Priamo giunge nel campo dei Greci a chiedere la restituzione di Ettore; Achille fa dunque una pace personale con Priamo, permettendogli di riscattare la salma del figlio. Il destino della città di Troia privo del suo eroe più forte è comunque ormai senza speranza.
LE VICENDE DEL POEMA IN SINTESI
Giunti gli eserciti di Grecia a Troia, la sorte per i nemici della Grecia è segnata, perché gli abitanti divini dell'Olimpo, divisisi in tre parti che patteggiano l'una per il popolo avversario, aiutano i guerrieri con i loro prodigi. Inizialmente i greci hanno la meglio sui troiani, ma poiAgamennone litiga con il pelide per il possesso di una schiava di nome Briseide e così l'eroe, offesosi, si allontana dal campo, decidendo di non combattere più. Tersite, guerriero acheo (greco) brutto e storpio, non perde mai l'occasione per sbeffeggiare tutti coi loro vizi e falsi onori, attribuendoli a dei mostri anziché a dei valorosi soldati pieni di virtù. Purtroppo le sue invettive non verranno ascoltate, anzi verrà punito dal guerriero Odisseo (Ulisse per i romani). Ma, sebbene Agamennone possa pensare di poter vincere lo stesso anche senza l'intervento di quel capriccioso di Achille, si sbaglia di grosso. Infatti dopo il primo duello tra il vialoroso e pusillanime Paride con il forte e corpulento Menelao, terminato senza la vittoria di nessuno visto che Paride, trovandosi in difficoltà, scappò via con un trucco, l'esercito greco si trova a fronteggiare la possente armata di Ettore, principe di Troia, e ad arretrare paurosamente verso le navi in spiaggia. Bisogna necessariamente che Achille torni a combattere per la Grecia, facendo riacquistare il buon umore ai soldati demoralizzati, ma l'eroe diFtia ha deciso e nemmeno l'amico e amante Patroclo può fargli cambiare idea.
Aiace ed Ettore si scambiano doni, Xilografia daAndrea AlciatoEmblematum libellus1591.
Intanto l'esercito greco continua a subire perdite sempre più pesanti e accade anche che l'esercito di Ettore arriva a sfiorare le navi nemiche, cercando di bruciarle. E non valgono neanche tanto i consigli dell'indovino Calcante il quale rivela ad Ulisse eDiomede la distruzione di Troia solo tramite il furto del Palladio, statuetta gradita particolarmente ad Atena, protettrice della città. I due eroi si fidano perché, essendo trascorso il decimo anno dall'inizio dello scontro con Troia, come aveva già predetto Calcante, la città sarebbe caduta in mano nemica. Ulisse si arrampica sulle mura e ha anche la possibilità di conoscere per la prima volta la profetessa maledettaCassandra, figlia di Priamo, ma dannata per l'eternità ad annunciare sciagure per via di un amplesso rifiutato con il dio Apollo. Successivamente, dopo aver rubato la statua, Ulisse rivedrà ancora una volta anche Elena, la quale lo ingiuria per tutto il male che sta causando l'armata greca a Troia. Ulisse però la minaccia, rinfacciandole le sue colpe e alla fine Elena, piangendo, conclude il discorso maledicendo sé stessa e la cattiva sorte che l'ha spinta ad un amore condannato. Successivamente le cose per i greci non vanno meglio perché in un ennesimo scontro, dopo tanti duelli falliti per ristabilire la pace, il valoroso Patroclo, imbracciate le armi di Achille per far riacquistare vigore alle truppe, muore in duello per mano di Ettore. Il principe di Troia inizialmente trionfa, ma dentro di sé sa bene che presto finirà i suoi giorni di vita colpito dalla mano che non perdona di Achille. E di fatti il "Pelide", celebrati i funerali in onore del suo più caro amico e ristabilita la pace con Agamennone, si lancia in combattimento dopo essersi fatto fondere nuovamente le armi dal dio fabbro zoppo Vulcano(Efesto). Col suo carro guidato da Automedonte che tiene le redini dei cavalli divini Balio e XantoAchille uccide tutto ciò che incontra e fa infuriare sia gli dei dell'Olimpo che il magico fiume Scamandro. Ma il figlio di Peleo non si ferma, perché cerca Ettore il quale, comprendendo il pericolo per i soldati della sua città, decide di sacrificarsi scendendo in campo e sfidando l'eroe a duello. Achille non perde l'occasione e insegue Ettore il quale, come si è detto, ha già il destino segnato. Infatti, trafitto e stramazzato a terra, il suo corpo viene legato per i piedi con una corda legata al retro del carro di Achille e trascinato in campo acheo. Quella stessa notte il vecchio rePriamo si reca nella tenda di Achille e, baciandogli le mani, lo supplica di lasciargli ricondurre in città il cadavere straziato di suo figlio per dargli i degni onori. Achille rifiuta ma Priamo gli ricorda il buon carattere e la virtù famosa del padre Peleo, dopodiché Achille scoppia in singhiozzi e, confortando il suo ospite, gli concede di riprendersi suo figlio Ettore.
wikipedia

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