giovedì 25 aprile 2013

RE ARTHU' E L'EXCALIBUR


Excalibur è la più famosa delle mitologiche spade di re Artù.
La storia e la leggenda di re Artù sono intimamente legate alla magica e misteriosa spada Excalibur. Come il mago Merlino aveva annunciato, solamente l'uomo in grado di estrarre la spada dalla roccia sarebbe diventato re. Artù, inginocchiato di fronte alla roccia, fece proprio questo: prese la spada, la portò con sé fino alla Cattedrale e la depose sull'altare. Artù fu unto con l'olio santo e, alla presenza di tutti i baroni e della gente comune, giurò solennemente di essere un sovrano leale e di difendere la verità e la giustizia per tutti i giorni della sua vita. Sebbene Excalibur sia identificata con la spada nella roccia, specie nelle versioni recenti del mito arturiano, in numerose opere sono due spade distinte. La leggenda e la storia si sono mischiate tra loro nel tempo e la leggenda di re Artù, dei Cavalieri della Tavola Rotonda e della magica spada Excalibur, sono giunte intimamente unite fino ai nostri giorniIl nome Excalibur significa in grado di tagliare l'acciaio. La prima traduzione (secondo Geoffrey of MonmouthRobert Wace e Layamon), chiamava la spada Caliburn; una spada magica venuta daAvalon. Nella tradizione celtica il nome originale era Caledfwlch. La versione in cui Artù estraeva la spada dalla roccia apparve per la prima volta nel racconto in versi francese Merlino, di Robert de Boron (fine XII secolo – inizio XIII secolo). Ma l'autore inglese sir Thomas Malory, ne La morte di Artù (1485), scrisse che la spada che Artù aveva estratto dalla roccia non era Excalibur, poiché Artù aveva rotto la sua prima spada in uno scontro contro re Pellinor; lo stesso viene affermato nella francese Suite du Merlin (Prosa di Merlino), circa 1240. Poco dopo, Artù ricevette una nuova spada dalla Dama del Lago, e questa era chiamata esplicitamente Excalibur: una spada diversa, secondo Malory, dalla prima.
La spada viene citata anche da Chrétien de Troyes nella seconda parte del PercevalGalvano, partito dalla corte di Artù per rispondere alle accuse che gli sono state mosse da Guingabresil, usa Excalibur per difendersi dall'attacco dei borghigiani che intendono vendicare la morte del loro signore (v. 5828 nell'edizione del ms. 354 di Berna a cura di Méla).
Il fodero di Excalibur aveva il potere magico di proteggere il suo proprietario dall'essere ferito; è il furto del fodero da parte di Morgana la Fata che porta, alla fine, alla morte di Artù. In Morte Arthure(circa 1400), si dice che Artù avesse due spade; la seconda era Clarent, rubata dal malvagio Mordred, che con essa diede ad Artù il colpo mortale.La parola Excalibur ha origini molto controverse, che possono farsi risalire a due ceppi linguistici ben differenti: quello latino e quello sassone. Dal latino abbiamo diversi significati, ma quello più plausibile deriva da un'antica popolazione di fabbri chiamati "Calibi", Excalibur si può quindi scindere in due parole ex (con ablativo): dai e CalibsCalibi, quindi tradotto letteralmente il significato diventerebbe "forgiata dai Calibi". Altre sfumature latine riportano alla capacità della spada e al suo aspetto come, per esempio, ex "calibro" che tradotto significa in perfetto equilibrio. Dal ramo celtico il nome deriverebbe da Caliburn, arcaico nome della leggendaria spada, che in antichità significava "acciaio lucente" o "acciaio indistruttibile" e potrebbe quindi così ricondursi allo stesso etimo latino.
Nel suo romanzo L'ultima legione, lo scrittore Valerio Massimo Manfredi ipotizza che Excalibur sia in realtà la leggendaria spada Calibica, forgiata dai Britanni per Gaio Giulio Cesare ed appartenuta di diritto all'Imperatore fino a Tiberio, che la nascose, e tornata in Britannia al seguito di Romolo Augusto, l'ultimo Cesare. Sulla lama era incisa l'iscrizione CAI • IVL • CAES • ENSIS CALIBVRNVS, della quale la rovina del tempo avrebbe poi lasciato leggibile solo E S CALIBVR.
Nella serie televisiva Camelot viene proposta una nuova origine della spada, stavolta molto meno "mistica". Nella serie, infatti, Excalibur viene commissionata da Merlino ad un maestro fabbro di nome Caliburn, il quale ha una figlia di nome Excalibur. Dopo che Caliburn ha finito di forgiare la spada, inizia un violento diverbio con Merlino su chi debba essere a consegnare l'arma ad Artù. Merlino uccide l'uomo facendo ricorso alla stregoneria, ed Excalibur, scoperto il delitto, fugge portando con sé la spada, inseguita da Merlino. Excalibur giunge ad un lago, e si allontana su una barca; Merlino fa ghiacciare la superficie dell'acqua per poter raggiungere la ragazza, che tuttavia cade in acqua e resta intrappolata sotto il ghiaccio. Riesce solo a far affiorare un braccio, con il quale regge la spada, e la scena richiama fortemente l'immagine ormai leggendaria della Dama del Lago il cui braccio affiora dalle acque nel consegnare la lama al mago. In seguito, Merlino fa ritorno a Camelot e racconta ad Artù e ai suoi compagni di come una fata gli abbia fatto dono della spada recuperandola dal fondo di un lago, e di come la dama gli abbia detto che quella è "la spada di Re Artù, Excalibur".
WIKIPEDIA

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