giovedì 27 dicembre 2012

GLI IBERI


Gli Iberi sono un gruppo di popoli, imparentati linguisticamente fra di loro che taluni ritenevano fossero originari dell'Africa settentrionale. In realtà oggigiorno tale teoria è stata ampiamente superata sia dalla storiografia spagnola che internazionale. Con ogni probabilità infatti, i popoli iberici sono in massima parte di origine autoctona e il loro sviluppo culturale e politico si deve al contatto con gruppi etnici, portatori di civiltà più avanzate, presenti nella penisola. Ricordiamo, a questo proposito, i Fenici e i Greci, stanziati con proprie colonie in terra ispanica fin dall'VIII secolo a.C. Ciò non esclude che, in epoca preistorica, ci possano essere stati degli apporti umani provenienti dall'Africa, che abbiano contribuito alla formazione delle etnie iberiche.
Gruppi iberici si diressero inoltre nell'attuale Francia. Il geografo greco Strabone affermava che parte della Gallia meridionale era abitata da genti di origine iberica, come testimoniavano la lingua e i tratti somatici dei popoli ivi stanziati, diversi da quelli dei Galli. Secondo taluni, nuclei di Iberi raggiunsero, in epoca protostorica (prima cioè del VII o dell'VIII secolo a.C.), anche la Sicilia, la Sardegna e leisole britanniche.
La loro civiltà iniziò a svilupparsi solo alla fine del VI secolo a.C., subito dopo la caduta di Tartessos, in Andalusia, per poi diffondersi, nel secolo successivo, in tutto il levante spagnolo e, nel corso delIV e del III secolo a.C. anche nelle valli del Segura, dell'Ebro e in parte delle regioni pirenaiche. La zona propriamente "iberica" della futura Hispania romana finì in tal modo con l'estendersi dai Pirenei alle foci del Guadalquivir ed oltre, comprendendo, attorno al 240 a.C., alla vigilia dell'invasione punica, oltre un terzo dell'attuale Stato spagnolo.
L'influenza degli Iberi andò ben oltre le proprie zone di stanziamento. Alcune popolazioni celtiche, già presenti da lungo tempo nell'altopiano (meseta) castigliano-aragonese (e per questo chiamate ancheceltibere) adottarono dagli Iberi il sistema di scrittura e in primo luogo l'alfabeto, e in taluni casi si fusero con essi. Monete e oggetti artistici iberici sono state rinvenuti persino nell'attuale Portogallo e in alcune zone della Francia meridionale.
Pur esistendo una notevole quantità di iscrizioni iberiche (oltre milleottocento) che ha permesso la decifrazione dell'alfabeto relativo, la lingua, (o le lingue), iberica (iberiche), continua ad essere poco conosciuta. Quel che si può asserire con sicurezza è, che non aveva né un'origine semitica né indoeuropea. Alcuni studiosi considerano tale idioma antenato del basco, con cui presenta non poche affinità.
Gli Iberi furono assorbiti nello stato romano, dopo strenua resistenza, fra la fine del III secolo a.C. e la fine del secolo successivo. Nonostante l'intensa latinizzazione cui furono sottoposti fin dai primi decenni della dominazione romana, conservarono la propria lingua, il proprio alfabeto, alcune delle divinità del proprio Pantheon e molti dei loro usi e costumi fino ad età augustea.

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