giovedì 1 gennaio 2015

LE STRAGI AMERICANE I: IL 25 APRILE

LE STRAGI DEL 25 APRILE FATTE DAGLI AMERICANI, I "LIBERATORI".

L’Italia si dovrebbe vergognare e primo tra tutti colui che ci rappresenta a livello internazionale per il  festeggiamento del 25 Aprile, considerato giorno della liberazione.
Per tutti coloro che non hanno avuto la possibilità di leggere cosa successe in quella fatidica data, è giunta l’ora che si sappia la verità.
La storia  italiana ufficiale non riporta che gli Americani compirono stragi, soprattutto in Sicilia.
Prima che sbarcassero, i loro soldati avevano ricevuto Soldier’s Guide to Sicily ed il il Sicily Zone Handbook 1943, riservato agli ufficiali, nei quali i Siciliani erano dipinti come semibarbari e arretrati.
 In fondo, venivano ad occupare una terra nemica e allo sbarco gli era stato l’ordine “Uccidi gli Italiani”.
Nella nostra patria queste vicende sono sconosciute, ma negli Stati Uniti se ne discute da molti anni e nelle università nordamericane sono stati tenuti corsi su tali stragi, come quello di Montreal sul tema “Dal massacro di Biscari a Guantanamo. I militari nelle corti marziali sostennero di aver ubbidito ai comandi del generale Patton. La Sicilia nei piani degli Alleati era in codice indicata con umorismo col nome di Horrified (atterrita, sconvolta),  ma era atterrita per le continue stragi sul proprio territorio, iniziate il 10 luglio 1943.
Tra le prime vittime, tutti i componenti della famiglia del podestà  Giuseppe Mangano:  Giuseppe, la moglie Carmela Albani, il figlio Salvatore, il fratello medico Ernesto e la donna di servizio. 
Furono tutti fucilati assieme ad altri venti civili, di cui non si conoscono i nomi. Secondo alcuni, i Mangano furono uccisi perché gli Americani vollero derubarli dei soldi e dei gioielli che gli Italiani portavano con sé, visto che avevano lasciato la loro casa, secondo altre testimonianze, pare che i sodati, appartenenti al secondo battaglione del 505 P.I.R. USA, fossero tutti ubriachi.
Il 13 luglio a Piano Stella, dove vivevano 40 famiglie di agricoltori, a cui Mussolini aveva assegnato case coloniche e lotti, furono assassinati  parecchi di loro, benché non avessero compiuto atti ostili verso i "liberatori",  solo perché sospettati di aver aiutato soldati italiani e tedeschi.
Un altro eccidio di civili avvenne a Canicattì, Agrigento, dove qualcuno andò a riferire agli Americani del saccheggio della fabbrica  di saponi.
 L’ufficiale americano si recò sul luogo e ordinò ai soldati di sparare sulla folla, ma i soldati non si mossero e lui scaricò  tre caricatori sui civili. Molti cercarono di scappare e alcuni forse ci riuscirono. Egli però uccise o ferì la maggioranza dei presenti. Tra i soldati, c’era il padre (d’origine siciliana) di un docente della New York University e del Brooklin College, il professore Joseph S. Salemi, che raccolse la testimonianza del genitore e la presentò in una relazione.  
Salemi Jr accusa il colonnello George Herbert McCaffrey, che, nonostante le stragi,  fece carriera. Divenne prima responsabile per la provincia d’Agrigento, poi capo della Regione Militare d’Occupazione 2, Calabria e Basilicata. Chiuderà la carriera militare partecipando con un alto incarico governativo alla guerra di Corea.
Tanti altri Italiani furono trucidati dai Liberatori, come li chiama il Presidente Napolitano e tutta quella INFAME cultura di sinistra che ha nascosto la realtà agli Italiani e alla storia. 

Chiudo l’articolo con le parole espresse dai soldati americani, interrogati sulle stragi durante i processi in America:  “C’era stato det­to che Patton non voleva prenderli vivi. Sulle navi che ci trasportavano in Sicilia, dagli altoparlanti c’è stato letto il discor­so del generale. “Se si arrendono, quando tu sei a due o trecento metri da loro, non ba­dare alle mani alzate. Mira tra la terza e la quarta costola, poi spara. Si fottano. Nes­sun prigioniero! E’ finito il momento di giocare, è ora di uccidere! Io voglio una di­visione di killer, perché i killer sono immor­tali!”

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