mercoledì 25 settembre 2013

SPECIALE HCS: WOLFGANG AMADEUS MOZART

Wolfgang Amadeus Mozart, nome di battesimo Joannes Chrysostomus Wolfgangus Theophilus Mozart (Salisburgo27 gennaio 1756 – Vienna5 dicembre 1791), è stato un compositorepianistaorganista e violinista austriaco[1][2], a cui è universalmente riconosciuta la creazione di opere musicali di straordinario valore artistico.
Firma di Mozart
Mozart è annoverato tra i più grandi geni della storia della musica, dotato di raro e precoce talento[3].
Iniziò a comporre all'età di cinque anni e morì all'età di trentacinque, lasciando pagine indimenticabili di musica. È stato definito dal Grove Dictionarycome "il compositore più universale nella storia della musica occidentale"[4]: la sua produzione comprende musica sinfonicasacra, da camera e operedi vario genere.
La musica di Mozart è considerata la "musica classica" per eccellenza, egli è infatti il principale esponente del classicismo settecentesco, i cui canoni principali erano l'armonia, l'eleganza, la calma imperturbabile e l'olimpica serenità.
Mozart raggiunge nella sua musica rari vertici di perfezione, tanto che il filosofo Nietzsche lo considererà il simbolo dello "Spirito Apollineo della Musica", in contrapposizione a Wagner, che Nietzsche definirà l'emblema dello"Spirito dionisiaco della Musica"[5].
I nomi assegnati al piccolo Mozart furono:
  • Wolfgangus (letteralmente: «camminare come un lupo»)[8], nome del nonno materno, Wolfgang Nikolaus Pertl (1667 - 1724)[9].
  • Theophilus, nome del padrino, Johann Theophilus Pergmayr, commerciante e consigliere civico.
Il padre Leopold chiamava familiarmente suo figlio Wolferl[10]. Il nome Amadeus è la traduzione latina del greco Theophilus, cioè «colui che ama Dio» o anche «colui che è amato da Dio»,[11]; successivamente (dal 1771) fu chiamato anche Amadè. Nei primi anni il padre usò inoltre, in alcune lettere, la versione tedesca del nome, ossia Gottlieb.[12] Sembra che Mozart patisse una certa insofferenza per la desinenza '-us' apposta alla fine dei suoi nomi, tanto che a volte si firmava con enfasi scherzosa: Wolfgangus Amadeus Mozartus[13].
Wolfgang Amadeus Mozart nacque al numero 9 di Getreidegasse a Salisburgo,[14] capitale dell'arcivescovato di Salisburgo, all'epoca territorio sovrano appartenente al Sacro Romano Impero nel Circolo Bavarese. Wolfgang fu battezzato il giorno dopo la sua nascita presso la cattedrale di San Ruperto.
La notizia della nascita di Wolfgang venne data dal padre Leopold in una lettera del 9 febbraio 1756 ad un amico di Augusta, Johann Jakob Lotter:
« Ti informo che il 27 gennaio, alle otto della sera, la mia cara moglie ha dato felicemente alla luce un bambino. Si era dovuta rimuovere la placenta e perciò ella era estremamente debole. Ora invece, grazie a Dio, sia il bimbo che la madre stanno bene. Il bambino si chiama Joannes Chrysostomus, Wolfgang, Gottlieb.[15] »
I genitori di Wolfgang avevano quasi la stessa età (la madre differiva dal marito di un solo anno) ed erano personaggi attivi dell'epoca: il padre Leopold, compositore ed insegnante di musica[16], ricopriva l'incarico di vice Kapellmeister[17] presso la corte dell'arcivescovo Anton von Firmian; la madre Anna Maria Pertl[18] (17201778) era figlia di un prefetto.
Dei sette figli di Leopold e Anna Maria, Wolfgang a parte, l'unica non morta durante l'infanzia era la sorella maggiore Maria Anna (1751–1829),[19] detta Nannerl o Nannette.
Il bambino dimostrò un talento per la musica tanto precoce quanto straordinario, un vero e proprio bambino prodigio: a tre anni batteva i tasti delclavicembalo, a quattro suonava brevi pezzi, a cinque componeva[21]. Esistono vari aneddoti riguardanti la sua memoria prodigiosa, la composizione di un concerto all'età di cinque anni, la sua gentilezza e sensibilità, la sua paura per il suono della tromba[22]. Inoltre sviluppò l'orecchio assoluto dall'età di tre anni.[23]
Quando non aveva neppure sei anni, il padre portò lui e la sorella, pure assai dotata, a Monaco, affinché suonassero per la corte del Principe elettorebavarese Massimiliano III; alcuni mesi dopo, essi andarono a Vienna, dove furono presentati alla corte imperiale e in varie case nobiliari.
"Il miracolo che Dio ha fatto nascere a Salisburgo" era la definizione che Leopold dava di suo figlio[24] e pertanto egli si sentiva in dovere di far conoscere il miracolo a tutto il mondo (e magari di trarne qualche profitto).
Verso la metà del 1763 egli ottenne il permesso di assentarsi dal suo posto di vice Kapellmeister presso la corte del principe vescovo di Salisburgo.
Tutta la famiglia intraprese così un lungo viaggio, che durò più di tre anni. Essi toccarono quelli che erano i principali centri musicali dell'Europa occidentale:MonacoAugustaStoccardaMannheimMagonzaFrancoforteBruxelles e Parigi (dove soggiornarono il primo inverno), poi Londra (dove rimasero per ben quindici mesi), quindi di ritorno attraverso L'AjaAmsterdamParigiLione, la Svizzera e infine arrivando a Salisburgo nel novembre 1766.Mozart suonò nella maggior parte di queste città, da solo o con la sorella, ora presso una corte, ora in pubblico, ora in una chiesa. Le lettere che Leopold scrisse ad amici di Salisburgo raccontano l'universale ammirazione riscossa dai prodigi di suo figlio.
Parigi essi incontrarono molti compositori tedeschi e in questa città furono pubblicate le prime composizioni di Mozart (sonate per clavicembalo e violino, dedicate a una principessa reale; cfr. KV 6-9).
Londra essi conobbero, tra gli altri, Johann Christian Bach, il figlio più giovane di Johann Sebastian e una delle figure di primo piano della vita musicale londinese: sotto la sua influenza, Mozart compose le sue prime sinfonie (n. 1n. 4 e K 19a). Un'altra sinfonia seguì durante il soggiorno a L'Aja, nel viaggio di ritorno (Sinfonia n. 5).
Dopo poco più di nove mesi trascorsi a Salisburgo, i Mozart partirono per Vienna nel settembre 1767, dove restarono per quindici mesi, escluso un intervallo di dieci settimane trascorse a Brno (Brünn) e Olomuc (Olmütz) durante un'epidemia di vaiolo. Durante questo periodo Mozart compose un dramma in latino,Apollo et Hyacinthus (rappresentato in seguito per la prima volta all'Università di Salisburgo), e un Singspiel tedesco in un atto, Bastien und Bastienne (K 50), che fu rappresentato privatamente. Maggiori speranze furono riposte nella prospettiva di vedere rappresentata nel teatro di corte un'opera buffa italiana,La finta semplice (K 51): tali speranze andarono però deluse, con grande indignazione di Leopold.
Una grande messa solenne (probabilmente la Messa solenne in Do minore "Weisenhausmesse", K 139) fu invece eseguita alla presenza della corte imperiale in occasione della consacrazione della chiesa dell'Orfanotrofio. La finta semplice venne rappresentata l'anno seguente, 1769, nel palazzo dell'arcivescovo a Salisburgo. In ottobre Mozart fu nominato Konzertmeister onorario presso la corte salisburghese.
Appena tredicenne, Mozart aveva acquisito una notevole familiarità con il linguaggio musicale del suo tempo. Le prime sonate di Parigi e Londra, i cui autografi includono l'ausilio della mano di Leopold, mostrano un piacere ancora infantile nel modellare le note e la tessitura musicale. Ma le sinfonie di Londra e de L'Aja attestano la rapida e originale acquisizione da parte di Mozart della musica che aveva incontrato. Analoghe dimostrazioni provengono dalle sinfonie composte a Vienna (come la Sinfonia n.6 e, specialmente, n. 8), caratterizzate da una tessitura più ricca e da uno sviluppo più approfondito. La sua prima opera italiana, poi, mostra un veloce apprendimento delle tecniche dello stile buffo.
PRIMO VIAGGIO
I soggiorni milanesi diventeranno un'importante esperienza formativa: Mozart (talvolta chiamato "Volgango Amadeo") rimarrà a Milano complessivamente per quasi un anno della sua breve vita. Incontrò musicisti (Johann Adolph HasseNiccolò PiccinniGiovanni Battista SammartiniJohann Christian Bache forse anche Giovanni Paisiello), cantanti (Caterina Gabrielli) e scrittori (Giuseppe Parini, che scrisse per lui alcuni libretti).
Hasse rimase molto colpito dalle capacità del ragazzo, tanto che disse: "Questo ragazzo ci farà dimenticare tutti".[26]
Tra le più importanti conoscenze che fece Mozart spicca quella del conte Carlo Giuseppe di Firmian, descritto come il "Re di Milano", un colto e influente mecenate. Il suo supporto sarà vitale per il successo dell'intero viaggio in Italia.[27]
Lasciò Milano il 15 marzo 1770, per tornarci più volte in seguito. Arrivato a Lodi, sulla strada per Parma, scrisse le prime tre parti, Adagio, Allegretto e Minuetto, del Quartetto per archi n. 1, K 80, completato con il Rondò che scriverà più tardi, forse a Vienna (1773) o a Salisburgo (1774). Tornerà a Milano per rappresentare le sue opere liriche. L'ultima a debuttare in un teatro italiano fu il Lucio Silla, nel 1772.
Un altro importante soggiorno fu quello di Bologna (in due riprese, da marzo ad ottobre 1770). Ospite del conte Gian Luca Pallavicini, ebbe l'opportunità di incontrare musicisti e studiosi (dal celebre castrato Farinelli ai compositori Vincenzo Manfredini eJosef Mysliveček, fino allo storico della musica inglese Charles Burney e padre Giovanni Battista Martini). A Parma ebbe l'occasione di assistere ad un concerto privato della celebre soprano Lucrezia Agujari, detta La Bastardella.
Amadeus prese lezioni di contrappunto da padre Martini, all'epoca considerato come il più grande teorico musicale e il più grande esperto d'Europa nel contrappunto barocco.
Firenze, grazie alla raccomandazione del conte Pallavicini, la famiglia Mozart ottenne udienza presso Palazzo Pitti con ilgranduca e futuro imperatore Leopoldo II.[29] Ritrovarono a Firenze anche il violinista Pietro Nardini, già incontrato all'inizio del viaggio in Italia.[30] Nardini e Wolfgang suonarono insieme in un lungo concerto serale al palazzo estivo del Granduca.
Roma Mozart dà una straordinaria prova del suo genio: ascolta nella Cappella Sistina il Miserere di Gregorio Allegri e riesce nell'impresa di trascriverlo interamente a memoria dopo solo due ascolti. Si tratta di una composizione a nove voci, apprezzata a tal punto da essere proprietà esclusiva della Cappella pontificia, tanto da essere intimata la scomunica a chi se ne fosse impossessato al di fuori delle mura vaticane. L'impresa ha i caratteri dello sbalorditivo, se si pensa all'età del giovanissimo compositore e alla incredibile capacità mnemonica nel ricordare un brano che riassume nel proprio finale ben nove parti vocali. La notizia della straordinaria impresa raggiunse anche il PapaClemente XIV.[32]
Il soggiorno a Roma vede Mozart impegnato in un'intensa attività compositiva. È durante questo periodo, infatti, che scrive opere come la Contraddanza K 123 (K6 73g) e l'aria Se ardire, se speranza K 82 (K6 73o).
Dopo tale impresa i salisburghesi si recarono a Napoli, dove soggiornarono per sei settimane. Qui ebbero un incontro con ilsegretario di Stato Bernardo Tanucci e con l'ambasciatore britannico William Hamilton, che avevano già conosciuto a Londra.[34]Mozart tenne anche un concerto al Conservatorio della Pietà dei Turchini, durante il quale qualcuno attribuì all'anello che portava al dito la genesi delle sue incredibili capacità musicali. Wolfgang se lo tolse e lo posò sulla tastiera, dimostrando che il suo talento non derivava da virtù magiche.[35]
A parte la scaramanzia, Napoli nel 1770 era la Capitale della Musica oltre che quella di un Regno, e i Mozart ebbero modo di sondare il terreno della produzione musicale napoletana. Amadeus era attratto dagli innovatori della musica a Napoli: Tommaso TraettaPasquale CafaroGian Francesco de Majo e principalmente Giovanni Paisiello. Secondo il musicologo Hermann Abert, da Paisiello il giovane Mozart doveva apprendere diversi aspetti "[...] sia per i nuovi mezzi espressivi sia per l'uso drammatico-psicologico degli strumenti"[36]. Mozart a Napoli viene ad imparare, tuttavia la città lo ignora, nonostante i positivi riscontri ottenuti dai Mozart durante il soggiorno a Bologna e a Roma.
Ferdinando IV di Borbone, all'epoca diciottenne, non lo riceve a corte se non in una visita di cortesia presso la Reggia di Portici. Per Mozart non arriva nessuna scrittura nei Teatri napoletani, nessun concerto alla corte della Capitale della Musica. La qualità e la quantità della musica prodotta a Napoli induce il padre Leopold in una lettera al figlio del 23 febbraio del 1778 ad affermare.
Il viaggio di ritorno verso la casa natia iniziò con una nuova sosta a Roma, dove papa Clemente XIV gli conferì lo Speron d'Oro.[38] Indi lasciarono Roma per recarsi sulla costa adriatica, fermandosi ad Ancona e Loreto; questo soggiorno colpì il giovane Mozart, tanto che, subito dopo il ritorno, scrisse una composizione sacra dedicata alla Madonna di Loreto dal titolo Litaniae Lauretanae Beatae Mariae Virginis, seguita tre anni più tardi, nel 1774, da una seconda.
In seguito, i Mozart si fermarono nuovamente a Bologna, dove sostarono per qualche tempo a causa di un infortunio alla gamba di Leopold Mozart[39]. Durante questo periodo, Wolfgang compose il Minuetto per orchestra K 122 (K673t)[40] e un Miserere in La minore, K 85 (K673s)[41]. Nello stesso periodo gli fu recapitato il libretto dell'opera Mitridate, re di Ponto (scritto da Vittorio Amedeo Cigna-Santi), sul quale iniziò a lavorare.[42]
Fu probabilmente all'inizio di ottobre del 1770 che Mozart iniziò gli studi sotto Giovanni Battista Martini.[43] Fu presso di lui che sostenne l'esame per l'aggregazione all'Accademia Filarmonica di Bologna (allora titolo ambitissimo dai musicisti europei). La prova consisteva nella redazione di un'"antifona di canto fermo" (Mozart presentò la sua opera Quaerite primum regnum, K. 86/73v). Il difficile e rigido esame dell'ancora giovane Mozart non fu particolarmente brillante (al musicista venne accreditato un "6"), tuttavia esistono prove del fatto che lo stesso Martini lo abbia aiutato in sede d'esame per favorirne la promozione. A riprova del travagliato esito, infatti, del cosiddetto compito di Mozart esistono oggi ben due copie, la prima esposta al Museo internazionale e biblioteca della musica e quella "definitiva" all'Accademia Filarmonica di Bologna.[44]
La famiglia giunse in seguito a Milano dove, il 26 dicembre, al Teatro Regio Ducale, fu eseguita la prima rappresentazione dell'operaMitridate, che vide Wolfgang al clavicembalo.[45] L'evento fu un clamoroso successo, al punto che furono organizzate 22 repliche.[46]
La tappa successiva fu costituita da un breve soggiorno a Torino, dove Mozart ebbe occasione di incontrare alcuni importanti musicisti, come il violinista Gaetano Pugnani e il quindicenne bambino prodigio Giovanni Battista Viotti. A Padova invece, Don Giuseppe Ximenes, Principe di Aragona e mecenate della musica, commissionò a Mozart un oratorioLa Betulia Liberata K 118 (K6 74c), che rimane l'unica opera di questo genere che il compositore abbia realizzato.
A marzo del 1771[47] i Mozart tornarono a Salisburgo, dove vi rimasero fino ad agosto, quando ripartirono per un secondo viaggio in Italia, di quattro mesi.
Dopo il ritorno dal viaggio in Italia, Mozart fu assunto come musicista presso la corte dell'arcivescovo Colloredo. Il compositore aveva un gran numero di amici e ammiratori a Salisburgo,[56] perciò ebbe l'opportunità di concentrare la sua attività compositiva su numerosi generi, tra cui varie sinfonie (alcune delle quali appunto chiamate da Alfred Einstein Sinfonie Salisburghesi: la n. 22n. 23,n. 24n. 26 e n. 27[57]), sonatequartetti per archimesseserenate e alcune opere minori. Tra aprile e dicembre 1775 Mozart sviluppò un certo entusiasmo per i concerti per violino e orchestra, componendone cinque di seguito (poi rimasti gli unici di questo genere concepiti dal musicista). Gli ultimi tre (n. 3 K 216n. 4 K 218n. 5 K 219) attualmente sono tra i più eseguiti del repertorio mozartiano.
Nel 1776 il suo interesse si spostò sui concerti per pianoforte, tra i quali è degno di rilievo il Concerto per pianoforte e orchestra n. 9 "Jeunehomme", considerato dai critici un'opera cardine dell'evoluzione stilistica del compositore.[58]
Nonostante il successo artistico, lo scontento di Mozart verso Salisburgo crebbe sempre di più, e aumentarono gli sforzi per la ricerca di una posizione alternativa. Una delle ragioni si può ricercare nel basso stipendio che percepiva (150 fiorini all'anno)[59]. Un altro motivo era l'assenza di commissioni per opere, genere a cui invece Mozart amava dedicarsi. La situazione peggiorò con la chiusura del teatro di corte nel 1775.[60]
Due viaggi interruppero il lungo periodo salisburghese, entrambi con lo scopo di trovare una nuova occupazione: Mozart visitò Vienna con il padre dal 14 luglio al 26 settembre 1773, e Monaco dal 6 dicembre 1774 al marzo del 1775. Nessuno dei due soggiorni fu fruttifero, nonostante il successo della première dell'opera La finta giardiniera, a Monaco.
Wolfgang tornò quindi assai contrariato nella sua città natale: con la morte della madre e la presa di coscienza delle proprie capacità musicali, egli aveva sempre più voglia di poter viaggiare e confrontarsi con le nuove realtà culturali, cose che sicuramente la piccola e provinciale Salisburgo non poteva offrirgli. A Salisburgo egli era alle dipendenze, come del resto il padre Leopold, della Corte Arcivescovile, Leopold come vice-direttore di cappella, Wolfgang come organista. A Wolfgang, tuttavia, questa occupazione andava stretta: mentre per il padre era importante che il figlio potesse consolidare sempre più la propria posizione di dipendente con uno stipendio fisso, Wolfgang aspirava a qualcosa di più, forse ad essere un artista completamente libero. In questo senso Mozart era veramente figlio del suo tempo, dell'epoca che avrebbe cioè portato alla Rivoluzione Americana e alla Rivoluzione Francese.
A causa di tale sete di libertà, Wolfgang cominciò ad avere dissidi sempre più frequenti col padre (che vedeva in lui un degno successore per un incarico ben stipendiato alla corte locale), ma soprattutto con l'Arcivescovo di Salisburgo Hieronymus von Colloredo, al quale spesso le biografie su Mozart dedicano giudizi ingrati. Di sicuro egli, che può essere definito a ben vedere un degno rappresentante del Dispotismo illuminato (aveva un busto di Voltaire nella sua residenza), non capì di aver un genio al proprio servizio ma è anche vero, però, che Mozart domandasse sempre più di frequente licenze straordinarie e sempre più lunghe, cosa che Colloredo, ovviamente, mal sopportava. Ciò, in modo inevitabile, non poteva che portare a una rottura tra i due.
L'occasione arrivò presto. Grazie ai contatti con i Weber, a Wolfgang venne commissionata un'opera, Idomeneo, ossia Ilia ed Idamante, da rappresentarsi a Monaco. Convinto di poter accattivarsi con questa il favore della Corte, Mozart si gettò nella composizione con entusiasmo, e alla fine del 1780 era nella capitale bavarese. Il 29 gennaio 1781 Idomeneo andò in scena con successo trionfale, tanto che ne vennero disposte numerose repliche; nello stesso periodo, l'Imperatrice Maria Teresa moriva, e l'Arcivescovo Colloredo si recò a Vienna per i funerali.
Questi fatti "costrinsero" Wolfgang a rimanere più del dovuto fuori sede e a raggiungere il suo padrone nella capitale austriaca: ufficialmente per ricongiungersi a lui e scusarsi, in realtà con lo scopo di farsi assumere dal nuovo Imperatore Giuseppe II, cosa che però non accadde. Solo nel 1787 Mozart sarà nominato compositore di corte, incarico modesto seppur retribuito con 800 fiorini l'anno (Gluck ne aveva presi quattromila).
Le cose non andarono bene per Mozart, nel senso che l'Arcivescovo, stizzito per il suo comportamento, lo fece letteralmente buttare fuori dal palazzo dal suo Camerlengo con una "storica" pedata nel fondoschiena. A nulla valsero le suppliche di papà Leopold al risoluto porporato: il figlio, licenziato, rimase a Vienna con l'intenzione di vivere come libero artista, cioè senza impieghi fissi pur componendo musica per la Corte. Mozart rimarrà nella capitale austriaca, salvo brevi periodi, per il resto della sua vita, componendovi le sue musiche migliori e morendovi giovane, senza conoscere mai il vero successo.
Mozart entrò nella Massoneria proprio dopo la partenza per Vienna, mentre la sua carriera di musicista era al culmine del successo. Venne iniziato come apprendista il 14 dicembre 1784, nella Loggia “La Beneficenza” di Vienna. Il compositore, in poco tempo, percorse tutto il cammino iniziatico della massoneria “bruciando le tappe”: nel marzo del 1785 fu elevato al grado di Compagno e il mese successivo, il 22 aprile, divenne Maestro. Nel frattempo, anche suo padre Leopold venne iniziato ai misteri della Libera Muratoria[77].
L'appartenenza massonica di Mozart non fu per adesione formale, ma trasse fondamento in profondi convincimenti esoterici e spirituali, che egli tradusse in musica, nelle Opere che più si riallacciano ai simboli e agli ideali massonici: fra questi, resta impareggiabile la simbologia del “Flauto Magico”[78]. Simbolico anche il carattere di progressione delle terze parallele, che contraddistingue la parte finale dell'opera K623. Il carattere massonico, poi, è impresso pure nella tonalità (con predilezione di mi bemolle) e nei timbri, dove è predominante la presenza di strumenti a fiato e voci maschili.
All'universo della musica massonica apparterrebbero, fra le altre opere, la “Cantata K471” del 1785, “L'Adagio” per 2 clarinetti e 3 corni di bassetto K411 dello stesso anno e la “Musica Funebre Massonica” K477 (pure questa del 1785), oltre alla “Piccola Cantata Massonica” K623 del 1791.
Mozart morì cinquanta minuti dopo la mezzanotte del 5 dicembre 1791 a Vienna. Le esequie furono celebrate il 6 dicembre, alle tre del pomeriggio. Il feretro fu portato al Duomo di Santo Stefano, davanti alla Cappella del Crocifisso, nei pressi del cosiddetto "pulpito di Capistran", dove per i funerali più modesti la benedizione avveniva all'aperto. Il corpo venne poi sepolto in una fossa comune del cimitero di San Marco. Pur essendo di fatto andato disperso l'esatto luogo di sepoltura di Mozart - vi sono a Vienna ben due monumenti funerari del compositore in due diversi cimiteri, uno presso il Cimitero di St. Marx e un altro presso il Cimitero centrale (Zentralfriedhof).
La malattia e la morte di Mozart sono stati e sono tuttora un difficile argomento di studio, oscurato da leggende romantiche e farcito di teorie contrastanti. Gli studiosi sono in disaccordo sul corso del declino della salute di Mozart, in particolare sul momento in cui Mozart divenne conscio della sua morte imminente e se questa consapevolezza influenzò le sue ultime opere.
L'idea romantica sostiene che il declino di Mozart fu graduale e che la sua prospettiva e le sue composizioni declinarono anch'esse in ugual misura. Al contrario, qualche erudito suo contemporaneo sottolineò come Mozart nell'ultimo anno fosse di buon umore e che la morte giunse inattesa anche per gli amici e la famiglia stessa [senza fonte].
Anche l'effettiva causa del decesso di Mozart è materia di congettura. Il suo certificato di morte riporta hitziges Frieselfieber (“febbre miliare acuta”, che allora era considerata contagiosa, o “esantema febbrile”), una definizione insufficiente a identificare la corrispettiva diagnosi nella medicina odierna. Sono state avanzate diverse ipotesi, dalla trichinosi all'avvelenamento da mercurio, alla febbre reumatica o, più recentemente, la sifilide. La pratica terapeutica del salasso, all'epoca diffusa, è menzionata come concausa della morte. Una serie di ricerche epidemiologiche eseguite nel 2009 da un gruppo di patologi austriaci e olandesi, che si sono soffermati a studiare tutte le principali cause di decesso negli ultimi anni di vita di Mozart, porta a ritenere che - con grande probabilità - il compositore sia morto per una nefrite acuta conseguente a una glomerulonefrite a eziologia streptococcica.[80]
Mozart morì lasciando incompiuto il Requiem, il cui completamento fu affidato dalla moglie del compositore in un primo tempo al musicista Joseph Eybler, il quale, tuttavia, ben presto si fece indietro. Fu allora chiamato il giovane compositore Franz Xaver Süssmayr, allievo e amico di Mozart che terminò il lavoro, completando le parti non finite e scrivendo ex novo quelle inesistenti.
Nel 1809 Constanze Weber, la vedova, si risposò col diplomatico danese Georg Nikolaus von Nissen (17611826), grande ammiratore di Mozart e autore di una delle prime biografie dedicate al musicista. Per questo lavoro di sicuro Nissen attinse a testimonianze di Constanze, la quale, però, non può essere considerata una fonte del tutto attendibile. Ad esempio dalle lettere scritte da Mozart ad amici e familiari (alla stessa Constanze, ad esempio) Nissen e Constanze cancellarono spesso le parti più scurrili e ciò nel chiaro intento di idealizzare la figura del compositore.
WIKIPEDIA


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