giovedì 26 settembre 2013

IL FEUDATARIO

Il termine feudatario (detto anche vassallo o signore) indicava il governatore di un feudo. Attualmente questa parola è in disuso. Il termine feudo deriva dal germanico few, vocabolo che indicava la proprietà di un arimanno che poteva consistere in beni mobili o in terre. In seguito, il termine si ridusse ad indicare gli immobili e non incluse più il concetto di proprietà.
La figura del feudatario (e tutto il feudalesimo in generale) conobbe una progressiva evoluzione nel tempo e, di conseguenza, fu a lungo incompresa da buona parte della storiografia. Il feudalesimo medievale, tuttavia, può essere racchiuso entro i secoli IX e XV, sebbene in Storia non si dovrebbero mai operare questo tipo di cesure. Altre forme di feudalesimo tuttavia, si diffusero in altre epoche storiche ed in altri luoghi del mondo.
Spesso i termini "feudo" e "feudatario" sono usati in modo generico in quanto esistevano vari gradini della gerarchia feudale: alcuni regni, ad esempio, come quello franco, erano divisi in contee (rette da conti) e nelle ancor più estese e potenti marche (governate da marchesi). Nel Basso Medioevo, poi, si diffusero nuovi titoli feudali come quello ducale, quello langraviale e quello margraviale. La massima proliferazione di nuovi titoli, tuttavia, avvenne nel corso dell'età moderna, quando alla progressiva perdita di potere della nobiltà si affiancò una crescita dei privilegi e degli incarichi onorifici.
Come già accennato, in origine il feudo era il possesso di un arimanno, ovvero di un uomo libero di una tribù o di un regno germanico che godeva della libertà poiché prendeva parte alla guerra e riceveva una quota di bottino. Lo stanziamento dei popoli barbarici nei territori già appartenuti all'Impero Romano e l'influsso del diritto latino, tuttavia, misero in crisi questa concezione di nazione come insieme di pari uniti dalle armi e gettò le basi della successiva civiltà medievale.
Nel Medioevo, con la crisi della figura dell'arimanno e la dominazione franca, i feudatari divennero i nobili a cui il sovrano affidava temporaneamente un territorio del proprio stato (un feudo, appunto, anche detto beneficium) dove questi lo rappresentavono e potevano legiferare, riscuotere tasse, amministrare la giustizia(autorità di banno). Alla morte del beneficiario, almeno in origine, tuttavia, il controllo del territorio sarebbe tornato al sovrano. Il feudatario, dunque, non era il proprietario della terra, ma semplicemente un usufruttuario che riceveva beni e protezione da un potente in cambio della sottomissione (omaggio feudale) e di ungiuramento vassallatico di fedeltà. In base a questo giuramento, il feudatario era tenuto a pagare un tributo e a fornire in caso di guerra un contingente di cavalierie di fanti mantenuto a proprie spese (ost feudale).
Nei secoli X ed XI il potere imperiale carolingio venne meno ed i vari feudatari cominciarono a comportarsi come piccoli monarchi indipendenti. Gli imperatori, sempre meno capaci di tenere unito il proprio dominio assaltato da ogni lato da SaraceniUngari e Vichinghi, cominciarono a concedere l'ereditarietà della carica prima ai feudatari maggiori (capitolare di Quierzy) e poi anche a quelli minori (constitutio de feudis). Iniziò allora quel processo di frammentazione territoriale che trasformò l'Europa nel campo di battaglia di innumerevoli guerricciole tra piccoli staterelli, fenomeno che avrà termine (in parte e solo in alcune aree) solo con la formazione degli Stati nazionali.
Nel clima di totale insicurezza, cominciò un processo di incastellamento che fece sorgere in tutto l'occidente medievale castelli in gran numero. Queste fortificazioni divennero presto i nuclei del potere militare e politico della feudalità e resero i vassalli ancora meno dipendenti dal potere centrale. Molto spesso fu proprio il possesso di fortificazioni a far ottenere a molti potenti il rango di signori, poiché nessun'autorità poteva più garantire la legittimità del potere. Si ottennero così le cosiddette signorie di banno, così chiamate perché non basate sull'affidamento da parte di un sovrano di dei territori, ma sul potere esercitato dal signore stesso (banno, appunto). Fu questo lo scenario in cui si mossero i feudatari nel periodo successivo.
La cultura era feudale, i grandi movimenti dell'epoca (come le Crociate) erano guidati dalla feudalità e la Chiesa tendeva a sacralizzare la figura del vassallo, anche perché anch'essa spesso fu tale. Sebbene rivestiti di una leggenda dorata, molti caratteri dell'epoca precedente rimasero intatti. L'anarchia feudale, ad esempio, non fu scalfita: i vari feudatari continuarono a rinchiudersi nelle proprie rocche (che, anzi, si accrebbero e si rafforzarono ancora di più), a mantenere i propri eserciti privati di cavalieri e a combattersi a vicenda. Nonostante movimenti come la pace di Dio e la Crociata, non si conobbe mai la tanto auspicata unità dei cavalieri cristiani nella lotta contro l'infedele.
Nel corso di questo secolo e di quello successivo si costituirono gli embrioni delle monarchie forze che sarebbero realmente state in grado di contrastare il feudalesimo. I Re, tuttavia, non furono realmente i propri vassalli, poiché molto spesso si rivelarono molto più deboli di loro e, a volte, addirittura più poveri di terre. Un esempio di questa situazione fu la Francia capetingia che controllò direttamente sempre meno terre di quante non ne avessero i suoi vassalli Aquitani e Plantageneti.
La Guerra dei Cent'Anni (1337 - 1453) fu il primo grande colpo subito dalla feudalità medievale: gli eserciti di cavalleria al servizio del Regno di Francia, infatti, furono sonoramente sconfitti dagli arcieri inglesi, soldati d'origine non nobile. I vassalli si dimostrarono in ogni situazione inaffidabili, incapaci ed insubordinati. Battaglie come quelle di CrécyPoitiers ed Azincourt manifestarono l'inadeguatezza delle tecniche belliche feudali davanti all'avanzare degli eserciti e degli armamenti moderni. Fu il primo segno del declino della guerra medievale, fatta da pochi nobili professionisti, e l'inizio dell'inarrestabile declino del feudalesimo.
L'impiego di nuove milizie, l'avvento delle armi da fuoco, l'impiego dei mercenari e degli eserciti permanenti tolsero al mondo la propria ragione di essere: la necessità di difesa. Nel corso del Quattrocento, così, alla moltiplicazione dei titoli nobiliari, al trionfo della corte e a tutte quelle altre manifestazioni che denotarono il cosiddetto Autunno del Medioevo, si accompagnarono la perdita di potere effettivo da parte dei feudatari, il rafforzamento dell'autorità regia ed il consolidamento dei poteri centrali.
Nel corso dell'Età moderna il feudalesimo conobbe una profonda metamorfosi e si avviò verso il proprio definitivo tramonto. La nobiltà cercò di mantenere e di accrescere i propri privilegi, trasformandosi spesso in una classe parassitaria. L'etichetta aristocratica, tuttavia, si perfezionò e divenne più rigida e, mano a mano che i poteri regi si accrescevano, quelli dei nobili, sommersi di privilegi e di titoli vuoti, calavano. La Spagna del XVII secolo e la Francia del re Sole furono le nazioni simbolo di questo progresso.
WIKIPEDIA

Nessun commento:

Posta un commento